Dal luglio 2026, una nuova tassa di 3 euro sui pacchi extra-UE cambierà il panorama degli acquisti online: analizziamo come verrà applicata, le motivazioni europee dietro la misura e le possibili conseguenze economiche.
L’Unione Europea modifica profondamente il regime delle spedizioni di piccola entità provenienti da Paesi terzi attraverso una nuova misura di controllo e imposizione. Dal primo luglio 2026, secondo quanto stabilito dal Consiglio dell’Ecofin, sarà introdotto un dazio doganale fisso temporaneo di 3 euro su ogni spedizione di valore inferiore a 150 euro in arrivo da fuori UE. Questa decisione, nata da accesi confronti tra i Ministri dell’Economia e delle Finanze europei, punta a rimediare agli squilibri creati dall’esenzione vigente per i beni importati tramite piccoli invii, fenomeno che ha favorito principalmente i grandi operatori extraeuropei, in particolare legati all’e-commerce.
Sino ad oggi infatti, l’assenza di una soglia minima di dazio per importi inferiori a 150 euro ha reso l’ingresso di questi prodotti estremamente appetibile per i consumatori, ma ha sollevato crescenti preoccupazioni in merito a concorrenza sleale e sicurezza dei prodotti. Il nuovo prelievo si inserisce in una più ampia revisione della normativa doganale e fiscale, con l’obiettivo di rafforzare il controllo sui flussi commerciali e garantire una maggiore equità tra operatori europei e stranieri. L’Ecofin chiarisce che questa tassa rappresenta una soluzione temporanea fino alla definitiva eliminazione della soglia di esenzione e all’applicazione delle aliquote doganali UE ordinarie su ogni prodotto, come contemplato dagli accordi raggiunti nel novembre 2025.
Le nuove regole testimoniano un approccio più stringente dell’UE verso le criticità emerse negli anni su “microspedizioni” provenienti in larga parte da Paesi ad alto volume di export come la Cina. La riforma si propone così di ristabilire condizioni eque di mercato, favorire la trasparenza nelle transazioni e proteggere tanto i produttori locali quanto i consumatori comunitari su più fronti, dall’ambito economico a quello sanitario e ambientale.
A partire dal primo luglio 2026 il nuovo dazio entrerà in vigore e avrà validità fino all’implementazione di un quadro definitivo, con la scomparsa dell’esenzione per i beni di valore ridotto. Analizziamo le modalità operative e i soggetti interessati dalla misura:
Per maggiore chiarezza, ecco una tabella riepilogativa delle caratteristiche del nuovo dazio:
| Caratteristica | Descrizione |
| Importo | 3 euro fissi per ciascun pacco |
| Valore spedizione | Inferiore a 150 euro |
| Soggetti | Venditori extra-UE registrati Ioss |
| Decorrenza | 1 luglio 2026 |
| Durata | Temporanea (fino a introduzione accordo permanente) |
| Ambito | Pacchi e-commerce da Paesi terzi |
Il nuovo prelievo rappresenta una novità significativa non solo per gli operatori economici extra-UE ma anche per le autorità doganali, chiamate ad armonizzare i controlli e le procedure su tutto il territorio comunitario. Alla tassa di 3 euro potrebbe affiancarsi in futuro un’ulteriore “handling fee”, attualmente oggetto di discussione nel quadro della riforma doganale e delle trattative per il bilancio UE pluriennale.
Infine, è importante sottolineare la distinzione tra il dazio deciso dall’Ecofin e altre proposte nazionali: ad esempio, in Parlamento italiano è in discussione una manovra che prevede una tassazione da 2 euro, ma la misura oggetto della direttiva europea ha un perimetro di applicazione molto più ampio e armonizzato rispetto alle iniziative su base singolo Stato membro.
L’introduzione del prelievo fisso sulle spedizioni extra-UE di piccolo valore rappresenta un’importante risposta europea alle nuove dinamiche del commercio elettronico globale. Tale azione normativa intende correggere distorsioni di mercato che si sono consolidate negli ultimi anni, soprattutto in relazione:
Le motivazioni del Consiglio Ecofin trovano riflesso nelle linee guida comunitarie e nei più recenti regolamenti europei (si veda, a titolo di esempio, il Regolamento (UE) n. 2019/1020 relativo alla vigilanza del mercato). L’adattamento continuo della normativa in materia di e-commerce e dogane è ormai un’esigenza strutturale per il mercato unico, soprattutto alla luce della crescita costante delle microspedizioni e dei rischi correlati. La sfida sarà mantenere un equilibrio virtuoso tra tutela dell’apertura al commercio internazionale e protezione del sistema produttivo e sociale UE