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Pacchi piccoli extra Ue: 3 euro di tassa decisa da Ecofin a partire da Luglio 2026

di Marcello Tansini pubblicato il
pacchi piccoli tassa Ue di 3 euro nel 20

Dal luglio 2026, una nuova tassa di 3 euro sui pacchi extra-UE cambierà il panorama degli acquisti online: analizziamo come verrà applicata, le motivazioni europee dietro la misura e le possibili conseguenze economiche.

L’Unione Europea modifica profondamente il regime delle spedizioni di piccola entità provenienti da Paesi terzi attraverso una nuova misura di controllo e imposizione. Dal primo luglio 2026, secondo quanto stabilito dal Consiglio dell’Ecofin, sarà introdotto un dazio doganale fisso temporaneo di 3 euro su ogni spedizione di valore inferiore a 150 euro in arrivo da fuori UE. Questa decisione, nata da accesi confronti tra i Ministri dell’Economia e delle Finanze europei, punta a rimediare agli squilibri creati dall’esenzione vigente per i beni importati tramite piccoli invii, fenomeno che ha favorito principalmente i grandi operatori extraeuropei, in particolare legati all’e-commerce.

Sino ad oggi infatti, l’assenza di una soglia minima di dazio per importi inferiori a 150 euro ha reso l’ingresso di questi prodotti estremamente appetibile per i consumatori, ma ha sollevato crescenti preoccupazioni in merito a concorrenza sleale e sicurezza dei prodotti. Il nuovo prelievo si inserisce in una più ampia revisione della normativa doganale e fiscale, con l’obiettivo di rafforzare il controllo sui flussi commerciali e garantire una maggiore equità tra operatori europei e stranieri. L’Ecofin chiarisce che questa tassa rappresenta una soluzione temporanea fino alla definitiva eliminazione della soglia di esenzione e all’applicazione delle aliquote doganali UE ordinarie su ogni prodotto, come contemplato dagli accordi raggiunti nel novembre 2025.

Le nuove regole testimoniano un approccio più stringente dell’UE verso le criticità emerse negli anni su “microspedizioni” provenienti in larga parte da Paesi ad alto volume di export come la Cina. La riforma si propone così di ristabilire condizioni eque di mercato, favorire la trasparenza nelle transazioni e proteggere tanto i produttori locali quanto i consumatori comunitari su più fronti, dall’ambito economico a quello sanitario e ambientale.

Dettagli pratici dell'applicazione della tassa di 3 euro: modalità, tempistiche e soggetti coinvolti

A partire dal primo luglio 2026 il nuovo dazio entrerà in vigore e avrà validità fino all’implementazione di un quadro definitivo, con la scomparsa dell’esenzione per i beni di valore ridotto. Analizziamo le modalità operative e i soggetti interessati dalla misura:

  • Ambito di applicazione: il prelievo riguarda esclusivamente le spedizioni con valore intrinseco inferiore a 150 euro, inviate da Paesi al di fuori dell’Unione. È strategicamente mirato ai flussi di e-commerce transfrontaliero, che rappresentano una quota significativa (circa il 93%) delle merci gestite attraverso il sistema Import One-Stop Shop (Ioss).
  • Soggetti obbligati: la tassa è applicata ai venditori extra-UE registrati presso l’Ioss ai fini dell’IVA sull’e-commerce, ossia la stragrande maggioranza degli operatori internazionali attivi nell’invio di piccoli pacchi agli acquirenti europei.
  • Durata della misura: il dazio fisso avrà carattere temporaneo e resterà in vigore fino all’entrata a regime delle nuove aliquote doganali UE su tutti i beni, prevista nell’accordo approvato nel novembre 2025.
  • Esclusioni e casi particolari: il prelievo non si applicherà alle spedizioni di valore pari o superiore a 150 euro, che già oggi sono oggetto di dazi e IVA ordinari. La presenza della registrazione Ioss è essenziale per essere soggetti all’obbligo.
La Commissione europea indicherà con appositi atti le modalità di riscossione e i controlli doganali correlati. È prevista la possibilità, in futuro, di estendere la tassa anche ad operatori non registrati all’Ioss, previa valutazione dell’impatto della misura e secondo gli obiettivi di efficienza amministrativa.

Per maggiore chiarezza, ecco una tabella riepilogativa delle caratteristiche del nuovo dazio:

Caratteristica Descrizione
Importo 3 euro fissi per ciascun pacco
Valore spedizione Inferiore a 150 euro
Soggetti Venditori extra-UE registrati Ioss
Decorrenza 1 luglio 2026
Durata Temporanea (fino a introduzione accordo permanente)
Ambito Pacchi e-commerce da Paesi terzi

Il nuovo prelievo rappresenta una novità significativa non solo per gli operatori economici extra-UE ma anche per le autorità doganali, chiamate ad armonizzare i controlli e le procedure su tutto il territorio comunitario. Alla tassa di 3 euro potrebbe affiancarsi in futuro un’ulteriore “handling fee”, attualmente oggetto di discussione nel quadro della riforma doganale e delle trattative per il bilancio UE pluriennale.

Infine, è importante sottolineare la distinzione tra il dazio deciso dall’Ecofin e altre proposte nazionali: ad esempio, in Parlamento italiano è in discussione una manovra che prevede una tassazione da 2 euro, ma la misura oggetto della direttiva europea ha un perimetro di applicazione molto più ampio e armonizzato rispetto alle iniziative su base singolo Stato membro.

Implicazioni economiche e motivazioni della tassa: concorrenza, sicurezza e ricadute sul sistema UE

L’introduzione del prelievo fisso sulle spedizioni extra-UE di piccolo valore rappresenta un’importante risposta europea alle nuove dinamiche del commercio elettronico globale. Tale azione normativa intende correggere distorsioni di mercato che si sono consolidate negli ultimi anni, soprattutto in relazione:

  • Alla concorrenza tra operatori europei e internazionali: i player extraeuropei, principalmente collegati a piattaforme e-commerce asiatiche, potevano godere di un vantaggio competitivo sfruttando l’esenzione dai dazi sugli invii di importo inferiore a 150 euro. Ciò ha creato condizioni di asimmetria che la nuova tassa mira a riequilibrare, assicurando parità di condizioni per i rivenditori interni.
  • Sicurezza e tutela del consumatore: il controllo rafforzato, agevolato dall’introduzione della nuova tassa, permetterà un monitoraggio più efficiente su tipologie, qualità e tracciabilità dei beni importati. Questo risponde alle crescenti preoccupazioni per la sicurezza dei prodotti, soprattutto in aree come l’elettronica, la moda e i cosmetici, dove il rischio di contraffazione o utilizzo di materiali non conformi agli standard europei si è manifestato spesso negli acquisti da portali esteri.
  • Minore evasione e contrasto alle frodi: la digitalizzazione delle procedure Ioss e l’applicazione sistematica del prelievo fisso contribuiranno a ridurre fenomeni di frode fiscale e sottodichiarazione dei valori.
  • Impatto ambientale moderato: le istituzioni UE sottolineano il legame tra controllo sui pacchi di piccolo valore e riduzione di spedizioni non necessarie, oltre alla possibilità di disincentivare transazioni al dettaglio ad alto impatto ambientale.
Secondo i dati forniti dalle autorità comunitarie, oltre il 90% dei flussi e-commerce extra-UE è oggi legato a operatori registrati nell’Ioss. La capacità di monitorare questi flussi con regole fiscali e doganali armonizzate costituisce un passo avanti in termini di sicurezza, efficienza amministrativa e recupero di risorse per i bilanci pubblici. L’obiettivo finale resta quello di creare un contesto commerciale più trasparente e sostenibile, in cui la tassazione sia chiara sia per i venditori sia per i cittadini europei che effettuano acquisti online dall’estero.

Le motivazioni del Consiglio Ecofin trovano riflesso nelle linee guida comunitarie e nei più recenti regolamenti europei (si veda, a titolo di esempio, il Regolamento (UE) n. 2019/1020 relativo alla vigilanza del mercato). L’adattamento continuo della normativa in materia di e-commerce e dogane è ormai un’esigenza strutturale per il mercato unico, soprattutto alla luce della crescita costante delle microspedizioni e dei rischi correlati. La sfida sarà mantenere un equilibrio virtuoso tra tutela dell’apertura al commercio internazionale e protezione del sistema produttivo e sociale UE