Sono in programma nei prossimi giorni, il 15 e il 17 ottobre, i nuovi incontri per il rinnovo contrattuale dei Metalmeccanici 2024-2027: sempre più vicini alla firma finale
L’attesa per il rinnovo CCNL Metalmeccanici 2024-2027 in arrivo si inserisce in una fase di profonda evoluzione per l’industria italiana. Più di un milione e mezzo di lavoratori attendono risposte su salari, condizioni lavorative e tutele, mentre il settore continua a essere un pilastro per l’export e l’occupazione. Le trattative, avviate ufficialmente a primavera 2024 hanno visto numerosi incontri tra sindacati e associazioni datoriali e i prossimi appuntamenti fissati per ottobre potrebbero rappresentare un punto di svolta concreto per un’intesa attesa da tempo.
La strada che porta al possibile accordo su questo nuovo contratto nazionale è stata tracciata a partire dalle prime ipotesi di piattaforma sindacale, elaborate da FIM, FIOM e UILM e presentate nel corso di numerose assemblee territoriali.
Dal 26 febbraio al 10 aprile 2024, una capillare consultazione tra le RSU e i lavoratori ha consentito di raccogliere adesioni quasi unanimi, segnalando un’ampia aspettativa di cambiamento e di maggiori tutele.
Conclusa questa fase, la piattaforma unitaria è stata ufficialmente illustrata a Federmeccanica e Assistal, aprendo la stagione negoziale. Da maggio a ottobre, numerosi incontri hanno toccato sia temi economici sia normativi: aumenti retributivi, rimodulazione degli orari, premi di risultato, sicurezza, welfare e formazione.
Tuttavia, nonostante otto incontri ufficiali, la trattativa si è arenata sulle richieste salariali: i sindacati hanno spinto per aumenti strutturali (280 euro al livello C3), mentre le controparti datoriali hanno legato ogni incremento all’andamento dell’inflazione e all’IPCA NEI, stimando possibili incrementi più contenuti.
La rottura e le conseguenti mobilitazioni hanno portato a uno stallo, con blocchi degli straordinari e scioperi su base territoriale. Proprio per questo, gli incontri fissati per il 15 e il 17 ottobre sono ritenuti decisivi: rappresentano l’ultima concreta occasione di confronto prima dell’attivazione di nuove, più incisive azioni sindacali o della possibile riapertura di un dialogo costruttivo.
Tra le novità più discusse nel rinnovo CCNL Metalmeccanici 2024-2027 in arrivo spiccano gli aumenti retributivi e i nuovi strumenti di welfare. I sindacati sostengono la necessità di un incremento stabile dei minimi salariali di 280 euro, motivato dalla perdita del potere d’acquisto registrata negli ultimi anni e dall’inflazione crescente.
Dall’altra parte, Federmeccanica e Assistal propongono una rivalutazione secondo l’IPCA NEI, con una crescita stimata di circa 173 euro nel triennio ma senza aumenti fissi svincolati dall’inflazione.
L’attenzione si concentra inoltre su premi legati ai risultati aziendali. È stata ipotizzata l’introduzione di un bonus annuale di 700 euro lordi per gli addetti nelle aziende con un margine operativo lordo superiore al 10% del fatturato, ridotto a 350 euro per i lavoratori già destinatari di altri premi individuali.
Nel pacchetto economico rientrano anche indennità perequative per le realtà prive di premi di risultato e una maggiore incidenza dei flexible benefit, quali bonus welfare e incrementi contributivi per la previdenza complementare.
A completare il quadro, alcune aziende potranno implementare coperture integrative per la non autosufficienza oltre al miglioramento delle polizze sanitarie, mentre la contrattazione prevede anche l’aggiornamento annuale dei minimi in funzione dell’indice inflattivo, sempre secondo i parametri IPCA NEI.
Un pilastro del confronto per il rinnovo contrattuale riguarda la riduzione dell’orario settimanale di lavoro. La proposta sindacale punta alle 35 ore, contro le tradizionali 40, in linea con gli sforzi europei di miglioramento dell’equilibrio vita-lavoro e del benessere occupazionale. Le ipotesi elaborate prevedono una fase iniziale di sperimentazione in comparti e aziende selezionate, con la possibilità di ampliare la misura dopo la verifica dei primi risultati.
Tra le soluzioni sottoposte al negoziato spicca anche la rimodulazione delle giornate lavorative, ad esempio su quattro giorni da nove ore, sempre entro il monte ore settimanale. Questa iniziativa risponde alla richiesta di una maggiore flessibilità in scenari aziendali segnati da transizione tecnologica, crisi oppure processi di riqualificazione.
Dal punto di vista normativo, i sindacati pongono l’accento sulla stabilizzazione dei contratti precari e sulla revisione degli inquadramenti professionali, punto rimasto in sospeso durante gli incontri precedenti. La materia degli appalti, della formazione continua e l’estensione dei benefit legati ai risultati costituiscono ulteriori elementi in discussione, tutti indirizzati a garantire tutele ai lavoratori e competitività alle aziende.
Fra i temi centrali, la sicurezza nei luoghi di lavoro continua a occupare una posizione di primo piano. Le richieste sindacali puntano a rafforzare le strategie di prevenzione, coinvolgendo i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza anche nelle imprese più piccole e garantendo percorsi formativi più strutturati e aggiornati.
Tra le altre proposte vi sono:
Federmeccanica e Assistal, pur riconoscendo alcune delle criticità sollevate dai sindacati, insistono sulla necessità di collegare ogni progresso economico ai risultati aziendali, valorizzando strumenti come i premi di risultato, il welfare aziendale, la previdenza integrativa e i benefit flessibili. Le proposte delle associazioni datoriali rimangono per lo più vincolate alle stime dell’indice IPCA NEI.
Il recente stallo ha portato a una fase di mobilitazione unitaria dei lavoratori, con scioperi e assemblee, nella consapevolezza condivisa che i prossimi incontri potrebbero segnare una svolta o confermare una persistente distanza fra le parti, con l'auspicio di una firma definitiva entro le prossime settimane.