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Proroga acconto tasse novembre 2025: novità sull'anticipo e rateizzazione e ultime richieste

di Marcello Tansini pubblicato il
rateizzazione acconto tasse novembre 202

L'acconto delle tasse di novembre 2025 e la richiesta di proroga e rateizzazione animano il dibattito tra Governo, partite IVA e associazioni. Novità, limiti, impatto e possibili scenari fra proposte e misure in evoluzione.

Il tema dell’anticipo fiscale previsto a novembre 2025 continua ad alimentare dibattiti, soprattutto fra i professionisti e le partite IVA. Al momento, non è stata ancora confermata dal Governo alcuna estensione dei vantaggi già applicati negli ultimi due anni, ossia la possibilità di posticipare e frazionare il secondo acconto delle imposte. L’incertezza riguarda quindi la doppia questione: da un lato, la tempistica per il pagamento, dall’altro, la chance di ripartire l’onere fiscale in più rate per agevolare la liquidità dei contribuenti più soggetti a tensioni finanziarie stagionali. In questo contesto si inseriscono numerose richieste da parte delle principali associazioni e ordini professionali, che sollecitano l’adozione di misure strutturali, affinché tali agevolazioni diventino una prassi ordinaria del sistema tributario italiano.

La richiesta di proroga e rateizzazione dell’acconto novembre 2025: chi la chiede e perché

L’Associazione Nazionale Commercialisti (ANC) ha recentemente rilanciato la proposta di consentire la rateizzazione e il rinvio del secondo acconto delle imposte previsto per dicembre 2025. Questa istanza nasce dalle concrete difficoltà riscontrate dagli operatori economici – in particolare, lavoratori autonomi e piccole imprese – che devono spesso sostenere uno dei pesi fiscali più significativi dell’anno proprio in una fase, quella autunnale, caratterizzata spesso da una minore disponibilità di liquidità.

L’ANC, rappresentata dal presidente Marco Cuchel, sottolinea quanto la discrepanza tra il momento del versamento e i redditi effettivamente conseguiti possa mettere in seria difficoltà chi opera con partita IVA. La richiesta mira quindi a:

  • Consentire il differimento del pagamento almeno a gennaio 2026
  • Allargare la platea dei beneficiari della rateizzazione, includendo anche chi negli anni scorsi ha superato i limiti di ricavi fissati in via eccezionale
  • Uniformare le modalità di versamento a quelle già previste per il saldo imposte e il primo acconto
Alla base della domanda c’è anche la volontà di semplificare la pianificazione finanziaria, riducendo il rischio di tensioni sul cash flow per imprese e studi professionali, in linea con le esigenze di una fiscalità più moderna e sostenibile. Va rilevato che la problematica è particolarmente sentita dagli iscritti alle associazioni di categoria e che, con la mancata conferma della misura per il 2025, una platea molto ampia rischia di trovarsi senza strumenti di contenimento rispetto alle scadenze imminenti.

Rinvii e rateizzazioni degli anni precedenti: eccezioni per 2023 e 2024

La questione non nasce oggi: le eccezioni adottate nel 2023 e 2024 hanno rappresentato una novità rilevante nella gestione fiscale dei contribuenti titolari di partita IVA. In quei due anni, infatti, per effetto delle disposizioni del DL n. 155/2024 e delle relative conversioni in legge, a determinate condizioni è stata concessa la possibilità di differire il secondo acconto delle imposte, in scadenza normalmente il 30 novembre, al 16 gennaio dell’anno successivo.

Oltre a poter effettuare il versamento in un’unica soluzione posticipata, era ammesso anche il frazionamento in cinque rate mensili di pari importo, con scadenza dal mese di gennaio a maggio. Sulle rate successive alla prima erano previsti interessi calcolati ai sensi della normativa in vigore (art. 20, D.Lgs. 241/1997).

Tale opportunità, tuttavia, era circoscritta: solo le persone fisiche titolari di partita IVA con ricavi o compensi fino a 170.000 euro annui avevano accesso al rinvio e alla rateizzazione. Ne restavano esclusi sia le società sia chi superava i limiti di reddito, così come le persone fisiche non titolari di partita IVA.

Novità dal decreto fiscale 2025: proroghe, nuovi termini e misure per partite IVA

Il recente decreto legge fiscale approvato a giugno 2025, pur non intervenendo direttamente sulla questione del secondo acconto di novembre, ha portato una serie di novità che interessano in particolare le partite IVA e i lavoratori autonomi. Tra le principali:

  • Proroga dei versamenti relativi a dichiarazioni dei redditi, IRAP e IVA al 21 luglio 2025, senza maggiorazione, estendendo la finestra temporale utile e alleggerendo la pressione sulle scadenze di fine giugno.
  • Estensione delle agevolazioni anche ai soggetti che hanno aderito al Concordato Preventivo Biennale (CPB).
  • Semplificazioni in materia di deducibilità delle spese di rappresentanza per professionisti: a partire dal 2025 sono considerate deducibili solo se sostenute con pagamenti tracciabili, uniformando la disciplina fra imprese e professionisti.
  • Implementazione di minori vincoli e più chiarezza sul regime dei redditi di lavoro autonomo, con la distinzione tra plusvalenze e redditi diversi e nuovi criteri per gli interessi e i proventi finanziari.
  • Semplificazioni per la determinazione e il riporto delle perdite d’impresa e maggiori incentivi all’assunzione grazie alla maxideduzione del costo del lavoro.
  • Abolizione strutturale dello split payment per le società FTSE MIB dal 1° luglio 2025 e ampliamento del reverse charge a settori ad elevato rischio di evasione, come trasporti e logistica.
Nonostante queste innovazioni, resta ancora da definire se e come il Governo interverrà rispetto alla rateizzazione del secondo acconto di novembre 2025. Tuttavia, il provvedimento evidenzia una crescente attenzione verso la semplificazione, l’armonizzazione normativa e l’avvicinamento delle scadenze fiscali ai momenti effettivi di incasso dei redditi.

I limiti e i destinatari delle proroghe: a chi spettano le agevolazioni

L’estensione di misure fiscali agevolative, come il rinvio o la rateizzazione degli acconti, non coinvolge tutta la platea dei contribuenti. In base alla normativa degli ultimi anni, i requisiti previsti hanno delimitato chiaramente chi può beneficiare degli allentamenti nelle scadenze:

  • Persone fisiche titolari di partita IVA
  • Ricavi o compensi dichiarati inferiori o uguali a 170.000 euro nel periodo d’imposta precedente
  • Inclusi anche contribuenti in regime forfetario o di vantaggio
  • Esclusione esplicita per le persone giuridiche (società), enti non commerciali e persone fisiche non titolari di partita IVA
  • Sono inclusi collaboratori familiari e coniugi titolari di partita IVA e reddito agrario cumulatamente a quello d’impresa, se entro i limiti di volume d’affari
Tali criteri sono finalizzati a concentrare l’aiuto sulle realtà più piccole e maggiormente esposte a problematiche di liquidità e pianificazione finanziaria. Non è però escluso che, in caso di conferma o ampliamento della misura per il 2025, vengano rialzate le soglie o rimodulata la platea per rispondere alle nuove esigenze emerse dal confronto con le associazioni professionali.

Le posizioni di Governo e Ministero dell’Economia sulla proroga 2025

Il confronto fra istituzioni e associazioni di categoria sul tema del rinvio e della rateizzazione dell’acconto fiscale di novembre 2025 vede una posizione ufficialmente attendista da parte del Governo e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il titolare del dicastero, Giancarlo Giorgetti, nel corso di una recente audizione parlamentare, ha riconosciuto la validità delle richieste avanzate da ANC e altre associazioni ma ha anche sottolineato la necessità di valutare l’impatto di eventuali misure sul gettito e sui saldi di finanza pubblica.

Al momento, la conferma di una nuova proroga non è stata ufficializzata, ma rimane una possibilità aperta, subordinata all’analisi della sostenibilità delle finanze dello Stato. Il precedente degli anni 2023 e 2024 dimostra che è più probabile l’introduzione di misure eccezionali in concomitanza con criticità legate a contingenze economiche o a richieste ben argomentate da parte dei professionisti.

Anche il Consiglio nazionale dei commercialisti ha espresso apprezzamento per la recente apertura del Governo nella proroga al 21 luglio delle altre scadenze fiscali, vedendo in queste iniziative un segnale di ascolto nei confronti delle richieste di maggiore flessibilità e semplificazione.

Vantaggi e criticità delle misure: impatto su imprese, professionisti e finanze pubbliche

L’introduzione di proroghe e possibilità di pagamento rateale del secondo acconto ha generato effetti sia positivi sia di complessa gestione su diversi fronti. Tra i principali vantaggi emersi si segnalano:

  • Maggiore liquidità a disposizione delle partite IVA e delle piccole imprese in un periodo spesso caratterizzato da rallentamento dei flussi di incasso
  • Più ampia possibilità di pianificare bilanci aziendali e professionali senza subire la pressione di scadenze concentrate a fine anno
  • Allineamento dei versamenti agli effettivi redditi conseguiti, favorendo equità e sostenibilità fiscale
Tuttavia, non mancano alcuni profili critici:
  • Impatto sul gettito delle casse pubbliche, che vedono slittare parte delle entrate previste nel bilancio annuale
  • Gestione amministrativa più articolata per l’Agenzia delle Entrate, chiamata a monitorare una platea più ampia di contribuenti con piani di pagamento diversificati
  • Esclusione di categorie potenzialmente fragili che superano di poco i limiti prefissati

Possibili scenari e appelli delle associazioni per una soluzione strutturale

Vista la situazione di incertezza, le associazioni di categoria – in primis l’ANC – stanno portando avanti una pressante attività di advocacy verso l’Esecutivo affinché l’opzione della rateizzazione venga stabilizzata e trasformata da misura eccezionale a dispositivo strutturale della fiscalità italiana.

Le principali proposte riguardano:

  • Integrazione permanente della facoltà di rinvio e frazionamento dei pagamenti del secondo acconto nel quadro normativo di riferimento
  • Revisione e possibile innalzamento dei limiti di ricavo per ampliare la platea e meglio rispondere all’attuale tessuto economico
  • Valorizzazione della pianificazione fiscale trasparente e coerente con la reale capacità contributiva dei soggetti economici
In attesa delle future determinazioni normative, resta centrale la richiesta che la rateizzazione non sia più una soluzione temporanea ma venga riconosciuta come un elemento di equità e sostenibilità per i titolari di partita IVA e tutte le categorie coinvolte nella gestione delle principali scadenze fiscali annuali.