Non è sufficiente che un motore parta sempre per essere definito davvero affidabile: occorre che resista al tempo, all'usura e alle variazioni d'uso.
Diversi studi mostrano come la qualità costruttiva dei motori incida sull'esperienza d'uso e sulle spese di manutenzione a lungo termine. Non è raro che un motore progettato con tolleranze elevate e materiali robusti superi agilmente i 300.000 km, senza mai richiedere interventi invasivi. È su queste basi che si consolidano le reputazioni dei marchi, e sono proprio questi dati a orientare le scelte dei consumatori più attenti. Vediamo da vicino:
Altrettanto affidabile risulta la serie K di Honda, soprattutto nella variante 2.0 K20, adottata su modelli come la Civic e l'Accord. Questo motore si distingue per la sua robustezza, la distribuzione a catena che elimina la necessità di sostituire la cinghia e una curva di erogazione fluida anche a regimi elevati. È celebre tra appassionati e meccanici per la sua capacità di resistere agli abusi e per la scarsissima incidenza di guasti strutturali, anche con una manutenzione ordinaria non troppo scrupolosa.
Anche Mazda, negli ultimi anni, ha compiuto un salto di qualità sul fronte della solidità motoristica. I propulsori Skyactiv-G, adottati su modelli come Mazda CX-5 e Mazda3, sono stati progettati per funzionare a rapporti di compressione elevatissimi senza il supporto del turbo, garantendo una combustione efficiente e una lunga vita utile. Il numero ridotto di segnalazioni per problemi al motore, riportato da numerose indagini di affidabilità indipendenti, testimonia la bontà di questa scelta tecnica.
Non può mancare una menzione per i motori Lexus, derivati da quelli Toyota ma raffinati. Il celebre 3.5 V6 (2GR-FKS) utilizzato nella Lexus RX o nella ES 350 è un esempio di potenza unita a durabilità. La combinazione con trasmissioni automatiche fluide e ben tarate riduce lo stress meccanico, allungando la vita utile del gruppo motopropulsore.
Non è sufficiente che un motore parta sempre per essere definito davvero affidabile: occorre che resista al tempo, all'usura e alle variazioni d'uso con la minima manutenzione straordinaria. I propulsori che ottengono i punteggi migliori nei test di durata sono quelli che mostrano costanza nei consumi, assenza di perdite d'olio, mancanza di rumorosità sospetta anche dopo centinaia di migliaia di chilometri, e conservazione della compressione nelle camere anche in età avanzata.
Anche il contesto di utilizzo conta. Alcuni motori si dimostrano longevi solo se sottoposti a un corretto ciclo di manutenzione, mentre altri, come quelli di Toyota e Honda, sembrano progettati per funzionare a lungo anche in presenza di tagliandi non sempre regolari. Un altro fattore decisivo è la disponibilità e il costo dei ricambi: anche il motore più affidabile può diventare un problema se una banale rottura richiede settimane per la sostituzione o spese sproporzionate.
Per questo motivo, quando si cerca un'auto che duri davvero, è utile non fermarsi solo al nome del marchio ma analizzare la specifica sigla motore, verificando esperienze reali, forum di utenti, feedback di officine indipendenti e dati di indagini come quelle di J.D. Power o Consumer Reports. Alcuni motori, pur appartenendo a case note per l'affidabilità, possono rivelarsi punti deboli in alcuni modelli.
Infine, è utile considerare la versatilità del motore nel tempo. Alcuni propulsori non solo durano, ma permettono anche un facile aggiornamento: la possibilità di trasformazione a Gpl, la compatibilità con standard Euro più recenti o la facilità con cui possono essere riparati da officine generiche sono plus strategici nel lungo periodo.