L'anno scolastico 2026-2027 segnerà l'avvio di una trasformazione per il sistema educativo italiano, con l'introduzione di nuovi indirizzi scolastici nelle scuole superiori di secondo grado. Questa revisione si inserisce all'interno delle politiche di modernizzazione promosse dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e in un periodo di grande informazione con gli open day organizzate dalle scuole e il via alle iscrizioni già nel mese di maggio.
Il Decreto Legge n. 45 del 7 aprile 2025 rappresenta il quadro normativo di riferimento, ponendo al centro la necessità di una maggiore coerenza tra formazione e mercati del lavoro, innovazione, sostenibilità e digitalizzazione. L'impatto atteso si estende oltre gli istituti tecnici, con il coinvolgimento del primo ciclo e dei licei, in uno scenario in cui le competenze, l'orientamento e la personalizzazione degli studi acquisiscono nuova centralità. Le riforme si rivolgono sia agli studenti che si avvicinano alla scelta delle scuole superiori sia alle famiglie e agli operatori scolastici, delineando un percorso più dinamico, orientato alle prospettive occupazionali e aperto alle esigenze dei diversi territori.
La riforma degli istituti tecnici: principali novità e obiettivi dei nuovi indirizzi
L'emanazione del cosiddetto “Decreto scuola” ha dato il via al riordino dell'istruzione tecnica, una delle azioni per accrescere la qualità e la rilevanza del sistema scolastico italiano. A partire dal 2026-2027, gli istituti tecnici vedranno ridefiniti gli indirizzi formativi, i quadri orari e i risultati di apprendimento. La riforma prevede che la revisione avvenga in progressione dalla prima classe fino all'ultimo anno, completando la transizione nel 2030-2031:
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Allineamento con Industria 4.0 e transizione digitale: il nuovo modello intende basarsi su curricula aggiornati che rispondano agli sviluppi dell'industria 4.0 e alle prospettive della futura “industria 5.0”, dando particolare rilievo alle discipline tecnologiche, digitali e ambientali.
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Struttura in due settori: la suddivisione resta tra settore economico e tecnologico-ambientale, mentre ciascun percorso integra un'area di istruzione generale nazionale e una di indirizzo flessibile, quest'ultima aperta all'influenza dei fabbisogni locali di professionalità.
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Flessibilità e personalizzazione: maggiore autonomia per gli istituti che potranno modificare il 20% del curricolo per rispondere alle esigenze territoriali e aziendali. Anche la progettazione dell'ultimo anno prevede il 30% di orario modificabile.
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Valorizzazione delle competenze trasversali: l'approccio mira a rafforzare la capacità degli studenti di adattarsi, apprendere in modo continuo e collaborare. Le attività trasversali si affiancano a quelle tecniche per favorire una formazione integrale.
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Certificazione delle competenze: i nuovi istituti tecnici potranno rilasciare, su richiesta, attestati intermedi che valorizzano le competenze maturate durante il percorso, facilitando il raccordo con il mondo del lavoro e con l'istruzione superiore tecnico-professionale.
In questa cornice, il profilo educativo, culturale e professionale (P.E.Cu.P.) dello studente guida la revisione dei percorsi, garantendo coerenza tra didattica, innovazione e prospettive occupazionali, in conformità agli standard nazionali ed europei. L'obiettivo primario è formare diplomati pronti a inserirsi in contesti lavorativi sempre più dinamici, adattandosi ai cambiamenti continui del mercato.
Nuovi indirizzi scolastici nelle regioni: esempi di percorsi approvati e in fase di avvio
La nuova offerta scolastica superiore prevista per il 2026-2027 si sta concretizzando in molteplici realtà locali, con novità che rispondono sia alla domanda di nuovi profili professionali sia a una visione culturale arricchita. La Città Metropolitana di Venezia, ad esempio, ha approvato cinque nuovi percorsi destinati a istituti come il Liceo Foscarini di Venezia (Liceo Musicale e Coreutico), l'Istituto Pacinotti di Mestre (Grafica e Comunicazione), il Liceo Majorana di Mirano (Scienze Umane), l'Istituto Tecnico Levi Ponti di Mirano (corso serale in Manutenzione e assistenza tecnica) e la Scuola Dieffe di Spinea (Operatore di servizi di impresa). Tali percorsi sono stati ideati per rispondere alle trasformazioni del tessuto sociale e alle richieste dei distretti produttivi.
Anche nelle Marche, la Provincia di Ascoli Piceno ha approvato sei nuovi indirizzi in quattro istituti superiori, tra cui itinerari dedicati alla meccatronica, energia, informatica, amministrazione e marketing, ricettività turistica, oltre ai licei musicali e coreutici. Particolarmente significativa l'attenzione agli ambiti tecnologico-professionali e alla valorizzazione delle filiere legate all'innovazione.
In Lombardia, tra le proposte discusse a Mantova emergono il liceo Made in Italy (indirizzo tecnico-umanistico per la promozione e la gestione delle imprese orientate ai prodotti nazionali), nuovi licei scientifici sportivi, percorsi in agraria, agroalimentare e finanza. Le decisioni finali sono in attesa del via libera regionale, ma testimoniano una crescente attenzione all'aggiornamento dell'offerta in sintonia con le esigenze di giovani e territorio.
Le iniziative regionali, spesso sostenute da accordi con distretti produttivi e università, rappresentano un esempio di come la riforma sostenga la flessibilità e la personalizzazione, favorendo la nascita di indirizzi che sappiano integrare la dimensione culturale con le prospettive lavorative locali ed europee.
Struttura dei nuovi percorsi: aree generali, indirizzi flessibili e innovazioni del curricolo
I nuovi percorsi per le scuole superiori si basano su una struttura rinnovata, ispirata ai principi della coerenza tra sapere teorico e operatività tecnica. La riformulazione del curricolo si articola in due aree principali:
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Area di istruzione generale nazionale: questa componente assicura una solida base culturale comune a tutti gli studenti, con insegnamenti trasversali come italiano, matematica, storia, lingue straniere e scienze. Mira a favorire la crescita personale e il senso civico, valorizzando allo stesso tempo competenze chiave per la cittadinanza attiva.
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Area di indirizzo flessibile: personalizzabile dalle singole istituzioni scolastiche, questa area raccoglie discipline tecnico-professionali, scientifiche e giuridico-economiche, e può includere insegnamenti specifici ispirati ai fabbisogni locali e alle richieste del tessuto imprenditoriale. In questo modo, la progettazione formativa può accogliere anche un'eventuale area territoriale, promuovendo modelli virtuosi di collaborazione con le aziende.
Una significativa innovazione riguarda la gestione della quota di autonomia, pari al 20% dell'orario complessivo, che consente agli istituti di introdurre insegnamenti aggiuntivi, moduli interdisciplinari o laboratori co-progettati con imprese e università. Nel quinto anno, fino al 30% dell'orario può essere riservato a spazi flessibili per favorire l'apprendimento esperienziale e il contatto diretto con il mondo produttivo.
Questi elementi sottolineano una svolta verso sistemi formativi capaci di accogliere diversità, personalizzazione e sperimentazione, in cui lo studente diventa protagonista di un percorso orientato tanto alla crescita culturale quanto all'integrazione efficace nel mercato del lavoro contemporaneo.
Competenze, certificazioni e rapporto con il mercato del lavoro: cosa cambia per gli studenti
L'adeguamento dei percorsi scolastici agli standard richiesti dal mercato del lavoro rappresenta uno degli snodi strategici della riforma. Gli studenti che frequenteranno i nuovi indirizzi dal 2026-2027 potranno beneficiare di:
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Certificazione delle competenze: in linea con il modello europeo delle qualifiche, sarà possibile ottenere attestazioni periodiche, valorizzando sia le abilità acquisite nei diversi livelli intermedi sia il diploma finale, che avrà una riconoscibilità maggiore presso aziende e università.
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Focus sulle discipline STEM e digitali: grande rilievo è dato a scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, con l'introduzione di attività legate alla robotica, intelligenza artificiale e sostenibilità. Questo aspetto rafforza la spendibilità dei diplomati negli ambiti produttivi più innovativi.
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Rapporti costanti con il tessuto industriale e territoriale: le scuole potranno stipulare partnership con imprese, ospitare esperti esterni e valorizzare stage, apprendistati, alternanza scuola-lavoro e Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento (PCTO). Le attività saranno progettate per accrescere la conoscenza diretta dei settori produttivi e facilitare l'inserimento post-diploma.
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Internazionalizzazione e multilinguismo: grazie al potenziamento delle lingue straniere, scambi e progetti Erasmus, i diplomati saranno preparati ad affrontare un panorama internazionale, facilitando così la loro competitività su scala europea.
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Sviluppo di soft skills e apprendimento permanente: il nuovo impianto valorizza l'acquisizione di autonomia, capacità di problem solving, lavoro in team e autoapprendimento, fornendo agli studenti strumenti concreti per l'aggiornamento continuo nel corso della vita lavorativa.
L'integrazione tra sapere teorico e competenze operative, sostenuta da un sistema di certificazione moderno e riconosciuto, costituirà un importante valore aggiunto nel percorso degli studenti, rafforzando il collegamento tra formazione, occupabilità e crescita personale.