Il tema della qualità della vita per le persone in pensione sta acquisendo crescente rilevanza, non solo tra coloro che si avvicinano all’età pensionabile, ma anche tra le istituzioni che studiano il benessere collettivo su scala globale. Il Global Retirement Index (GRI), elaborato annualmente da Natixis Investment Managers, rappresenta uno strumento imprescindibile per valutare in modo oggettivo e comparativo le condizioni offerte dai principali Paesi a chi vive la terza età. Utilizzando una combinazione di indicatori finanziari, sanitari e di benessere sociale, il GRI offre un quadro dettagliato che permette di identificare quali sono 44 Paesi dove i pensionati vivono meglio rispetto allo scenario internazionale.
I criteri del Global Retirement Index: parametri e metodologia della classifica
La metodologia adottata dal Global Retirement Index si distingue per esaustività e precisione, offrendo una valutazione multidimensionale del contesto in cui le persone affrontano la pensione. Questa classifica non si limita ad analizzare le variabili economiche, ma incorpora una vasta gamma di indicatori che riflettono aspetti materiali, sanitari e qualitativi dell’esistenza nella terza età.
Nel dettaglio, il GRI si fonda su 18 specifici indicatori di performance, raggruppati in quattro principali sotto-indici:
- Finanze in pensione: esamina la sostenibilità finanziaria, la pressione fiscale, il grado di indebitamento pubblico, l’inflazione e la dipendenza dagli anziani sul sistema pubblico.
- Benessere materiale: considera il potere d’acquisto, il tasso di occupazione e la qualità delle condizioni abitative.
- Salute: valuta l’accessibilità e il costo dell’assistenza sanitaria, l’aspettativa di vita e la qualità delle cure disponibili.
- Qualità della vita: integra fattori legati al clima, all’ambiente, alla sicurezza, alla governance e al livello di soddisfazione generale della popolazione.
Attraverso un sistema di punteggi che spaziano da 0 a 100%, ciascun paese ottiene una valutazione complessiva che tiene conto dell’interazione tra questi parametri. Il processo garantisce un approccio comparativo affidabile che permette di individuare non solo le eccellenze, ma anche le criticità strutturali nella gestione del benessere dei pensionati. I risultati del GRI pongono attenzione all’equilibrio tra esigenze economiche e qualità della vita, offrendo un quadro credibile per chi desidera orientare le proprie scelte in modo informato e consapevole.
Le nazioni al vertice: Norvegia, Irlanda, Svizzera e le altre principali destinazioni
La classifica 2024 del Global Retirement Index mette in luce una netta predominanza dei Paesi del Nord e Centro Europa nelle posizioni di vertice. La Norvegia conquista il primato mondiale, ottenendo un punteggio dell’83%, e confermando una tradizione di eccellenza che la vede da anni tra le mete più ambite per la qualità delle condizioni offerte ai pensionati.
A seguire, l’Irlanda sale con decisione al secondo posto (82%), segnando il suo miglior risultato storico grazie al rafforzamento dei parametri finanziari e a un deciso incremento in tre dei quattro sotto-indici. La Svizzera, che aveva guidato la classifica nel 2023, si colloca quest’anno in terza posizione con l’81%, dimostrando comunque una continuità di prestazioni in materia di welfare, sanità e sicurezza del contesto economico-sociale.
All’interno della top 10, si segnalano dinamiche interessanti:
- La Danimarca si distingue con il balzo più significativo, passando dalla nona alla quinta posizione complessiva.
- La Slovenia entra per la prima volta tra le migliori dieci destinazioni, segnale del costante miglioramento nei servizi e nella protezione sociale garantita agli anziani.
- Cipro e Repubblica Slovacca fanno il loro ingresso nella top 25, evidenziando l’apertura del Benessere di qualità anche verso Paesi a più recente consolidamento del welfare state.
A contrastare queste tendenze positive, la Francia arretra al 27° posto (65%), anche a causa della flessione nell’indice salute, e il Canada perde ben sette posizioni, piazzandosi ventesimo. Questi cambiamenti sottolineano come un posizionamento solido non possa mai essere dato per scontato: la qualità della vita dei pensionati è fortemente influenzata dalle politiche pubbliche e dall’equilibrio macroeconomico.
L’analisi dei dati dimostra che quali sono 44 Paesi dove i pensionati vivono meglio dipende da una sinergia tra stabilità finanziaria, servizi sanitari, e ambiente sociale, elementi che risultano particolarmente sviluppati nei paesi nordici e centroeuropei.
L’Italia nel contesto internazionale: posizione in classifica, punti di forza e debolezze
L’Italia si posiziona al 29° posto nel Global Retirement Index, avanzando di due posizioni rispetto all’anno precedente pur mantenendo un punteggio complessivo sostanzialmente stabile. L’analisi dei sotto-indici rivela punti di forza e criticità che contribuiscono a spiegare questa collocazione intermedia rispetto ai paesi più avanzati.
Tra gli aspetti positivi, si segnala il 22° posto nella salute, che testimonia un sistema sanitario ancora capace di offrire servizi di qualità, nonostante alcune difficoltà gestionali o regionali. La qualità della vita raggiunge la 24° posizione, il che evidenzia come l’ambiente, il clima e le relazioni sociali offrano condizioni favorevoli alle persone in pensione.
Tuttavia, i principali ostacoli emergono nell’area delle finanze e della sostenibilità del sistema pensionistico:
- Quarantesima posizione per le finanze in pensione, segnale delle debolezze strutturali della previdenza nazionale e del peso crescente del debito pubblico.
- Quarantaduesimo posto in termini di pressione fiscale e quarantunesimo in quello dell’indebitamento pubblico.
- Elevata dipendenza dal sistema di welfare da parte della popolazione anziana rispetto alle nuove generazioni attive, aggravata dalla bassa natalità e dalle difficoltà di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.
Il report sottolinea l’importanza di una pianificazione previdenziale condivisa e della necessità di politiche pubbliche mirate a contenere il rischio di emigrazione giovanile e a garantire la sostenibilità dei conti pubblici. Il quadro normativo resta in costante evoluzione e richiede attenzione, soprattutto rispetto a eventuali riforme o modifiche dei parametri fiscali.
Posizione in classifica GRI 2024 |
22° (Salute) |
24° (Qualità della vita) |
40° (Finanze in pensione) |
Pressione fiscale |
42° posto |
Indebitamento pubblico |
41° posto |
Dipendenza anziani dal welfare |
41° posto |
Le mete più popolari tra i pensionati italiani: Portogallo, Tunisia, Malta e Madagascar a confronto
L’interesse verso opportunità all’estero si concentra in particolare su mete come Portogallo, Tunisia, Malta e Madagascar, sedi che presentano differenze sostanziali sia sul piano fiscale che sulla qualità della vita e dei servizi. Entrando più nel dettaglio:
- Portogallo: meta prediletta soprattutto dagli ex lavoratori privati, offre un regime di tassazione favorevole al 10% per dieci anni, purché si sia iscritti all’AIRE e si trasferisca la residenza effettiva. Tuttavia, i pensionati ex INPDAP continuano a essere tassati in Italia secondo il regime ordinario.
- Tunisia: consente, anche ai pensionati pubblici, di ricevere la pensione al lordo delle tasse italiane, con una tassazione locale applicata solo sul 20% dell’importo, di cui il 26% è l’aliquota principale. Inoltre, la franchigia fiscale e il basso costo della vita favoriscono una maggiore capacità di spesa rispetto alla media italiana. Occorre però considerare pratiche amministrative complesse e una situazione socioculturale diversa.
- Malta: si caratterizza per una tassazione fissa del 15% sui redditi esteri, ma solo a fronte di pensioni superiori a 50.000 euro annui per ottenere la convenienza fiscale richiesta e con l’obbligo di acquisto o affitto di un immobile di valore minimo prestabilito. Il dinamismo economico locale e la vicinanza culturale all’Italia rappresentano ulteriori vantaggi.
- Madagascar: la peculiarità principale è il costo della vita estremamente ridotto, che consente un tenore di vita dignitoso anche con redditi pensionistici bassi. L’assistenza sanitaria di base è gratuita, seppur con limiti strutturali rispetto agli standard europei, mentre le procedure per la residenza sono gestibili e le spese quotidiane molto contenute.