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Quando anche l'ecommerce va in crisi, il caso di Yoox e i licenziamenti improvvisi in Italia

di Marcello Tansini pubblicato il
Il caso di Yoox

Quando anche il colosso Yoox affronta una crisi, emergono i limiti dell'e-commerce italiano: calo dei ricavi, licenziamenti, timori tra i lavoratori e nuove strategie aziendali ridisegnano il settore moda online.

L'annuncio relativo a una riduzione del personale da parte di Yoox rappresenta un evento senza precedenti nel panorama dell'e-commerce italiano, generando riflessioni sulle reali difficoltà affrontate dal settore. Con oltre duecento posizioni interessate, concentrate soprattutto tra Bologna e Milano, la società simbolo dello shopping digitale affronta una delicata fase di trasformazione che coinvolge non solo la dimensione aziendale, ma anche il tessuto economico, sociale e occupazionale delle regioni coinvolte.

L'episodio testimonia come le piattaforme digitali, pur artefici di crescita rapida, siano sensibili a dinamiche di mercato globali e a una serie di sfide sistemiche che oggi mettono a rischio occupazione e stabilità nei territori storicamente legati a questi poli produttivi.

La parabola di Yoox: dalla nascita come unicorno alla ristrutturazione

Originata nel 2000 sotto la guida dell'imprenditore Federico Marchetti, Yoox ha rivoluzionato la commercializzazione online di moda e design di alta gamma. Sfruttando le potenzialità della distribuzione digitale, la società ha conquistato rapidamente lo status di "unicorno", superando una quotazione di un miliardo di dollari senza approdare in Borsa. Nel 2015 la fusione con la britannica Net-à-Porter ha dato vita a un gigante nel settore del lusso digitale, capace di influenzare profondamente le abitudini di acquisto mondiali.

Nel triennio 2018-2024 il gruppo ha visto il passaggio dal controllo svizzero di Richemont - noto per i marchi come Cartier - all'acquisizione, completata nella primavera 2025, da parte della tedesca Mytheresa e della capogruppo LuxExperience B.V. Ogni transizione societaria ha inciso sulle strategie operative, fino ad arrivare all'attuale piano di ristrutturazione che mira a rispondere alle mutate condizioni di mercato. Ciò ha comportato un ripensamento radicale della struttura organizzativa, con un impatto diretto su centinaia di lavoratori e su interi comparti regionali connessi alle sedi operative italiane.

Le motivazioni della crisi: calo dei ricavi, perdite e trasferimenti societari

La decisione di Yoox di procedere con una riduzione della forza lavoro ha origini in una serie di difficoltà economiche e strategiche che si sono acuite negli ultimi esercizi. Nel più recente bilancio, la società ha registrato una diminuzione dei ricavi quantificata in 191 milioni di euro rispetto all'anno precedente, a cui si aggiungono perdite pluriennali che oltrepassano i due miliardi nell'ultimo biennio.

Questi dati riflettono un contesto di crisi che ha colpito l'intero comparto della moda digitale, caratterizzato dall'aumento della concorrenza diretta e da una rinnovata organizzazione dei brand globali, i quali hanno attuato una gestione autonoma dei canali e-commerce. La fusione e le successive acquisizioni hanno portato a una frammentazione e a successivi accentramenti delle funzioni principali, incidendo tanto sulla governance quanto sull'operatività nei territori storici.

In parallelo, il trasferimento di asset rilevanti, come la migrazione di 40 dipendenti dall'hub di Landriano a Milano, ha evidenziato la volontà della nuova proprietà di perseguire una ridefinizione della presenza sul territorio per razionalizzare i costi e massimizzare l'efficienza gestionale. Le difficoltà operative lamentate dalle rappresentanze del lavoro sono state spesso minimizzate dai vertici, rendendo inattesa la comunicazione delle eccedenze, segno di una strategia comunicativa poco trasparente e scarsamente partecipativa. L'insieme di questi fattori ha condotto a una situazione di insostenibilità finanziaria e gestionale che ha motivato la scelta dei licenziamenti collettivi.

I licenziamenti collettivi: numeri, tempistiche e impatto sulle sedi di Bologna e Milano

L'attivazione della procedura di licenziamento, annunciata tramite comunicazione formale ai sindacati lo scorso 2 settembre, coinvolge 211 dipendenti sugli oltre 1.090 attivi in Italia. Il peso maggiore di questa decisione ricade su Bologna, dove sono in esubero circa 160 lavoratori, mentre a Milano il taglio interessa 51 addetti. In parallelo, un gruppo di lavoratori subisce un trasferimento obbligato da Landriano. Le riduzioni non sono limitate al territorio nazionale, ma si inseriscono in un piano globale che coinvolge circa 700 posizioni a livello internazionale.

L'impatto sulle due principali sedi italiane è particolarmente rilevante: a Bologna la presenza di Yoox ha rappresentato per anni un fattore di sviluppo economico e innovazione, mentre l'area milanese costituisce un polo strategico per le relazioni con il mercato e i partner internazionali. Secondo fonti sindacali, la rapidità e la modalità di comunicazione hanno favorito un clima di incertezza e preoccupazione tra il personale.

I lavoratori, molti dei quali legati da anni all'azienda, si trovano ora di fronte all'impossibilità di una ricollocazione senza una rete di sicurezza adeguata. Le sigle rappresentative hanno sottolineato che la scelta aziendale è stata attuata senza il previo utilizzo di strumenti di protezione, come la cassa integrazione o altre forme di sostegno, creando un vuoto di tutele sociali in territori abituati a livelli elevati di garanzia occupazionale.

Le reazioni dei sindacati e delle istituzioni: richieste di ammortizzatori sociali e confronto

Di fronte alle decisioni unilaterali della proprietà, le organizzazioni sindacali - Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs - hanno espresso contrarietà e preoccupazione, chiedendo l'attivazione immediata di ammortizzatori sociali e l'apertura di un tavolo di confronto. Pur avendo in più occasioni sollecitato informazioni circa l'andamento aziendale e la continuità lavorativa, i rappresentanti dei lavoratori hanno ricevuto rassicurazioni formali fino all'annuncio degli esuberi. Il confronto è stato richiesto non solo per individuare misure conservative, ma anche per garantire la trasparenza nella comunicazione delle crisi e il rispetto delle norme intervenute in tema di comunicazioni preventive (Legge 223/1991).

Le istituzioni locali e regionali, in particolare dalla Regione Emilia-Romagna, hanno sottolineato come la modalità adottata da Yoox non sia conforme agli strumenti di tutela previsti nei Patti per il lavoro e per il clima. Nel dialogo tra i diversi attori, emerge la richiesta di coinvolgimento attivo del Ministero del Lavoro, con una valutazione delle soluzioni migliori a tutela della stabilità sociale ed economica del territorio. Da parte sindacale viene inoltre ribadita la necessità di allineare la gestione delle crisi industriali ai principi di responsabilità sociale d'impresa, anche attraverso l'impiego graduale e concertato di strumenti di sostegno al reddito e percorsi di ricollocazione, evitando shock improvvisi al tessuto lavorativo.

Ripercussioni sui lavoratori e sulle famiglie: timori e prospettive per il futuro

La scelta di attuare dei licenziamenti collettivi, senza il ricorso iniziale a misure di tutela previste dal quadro normativo, ha avuto immediate conseguenze sugli equilibri sociali ed economici dei dipendenti Yoox e delle loro famiglie. Molti degli interessati hanno radicato la propria esperienza professionale nella società, vivendo la transizione da start-up innovativa a colosso digitale. L'incertezza riguardo le prospettive di reinserimento professionale, insieme al timore per la perdita di reddito e di stabilità lavorativa, si riflette su numerosi nuclei familiari, specie nelle aree economicamente più legate alla presenza industriale della piattaforma.

Sotto il profilo psicologico, la comunicazione improvvisa dei tagli ha generato preoccupazione e senso di vulnerabilità, soprattutto tra coloro che negli anni precedenti avevano percepito rassicurazioni circa la solidità aziendale. Le organizzazioni sindacali hanno posto l'accento sulla necessità di attivare reti di sostegno per favorire la formazione, la riqualificazione e percorsi di ricollocazione.

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