Dalla rottamazione quinquies all'aumento del limite di reddito da 85mila a 100mila euro per le partite Iva forfettarie: la ricetta di rilancio fiscale, e non solo, del ministro Salvini
Il contesto politico italiano sta attraversando una fase di grande fermento, con un’instabilità che si riflette sulle strategie dei principali attori di Governo. In quest’ottica, la Lega e il suo segretario Matteo Salvini affrontano una delicata sfida di posizionamento e sopravvivenza, specialmente in vista della Manovra Finanziaria 2026.
Le scelte sull’impostazione delle politiche fiscali, come la cosiddetta pace fiscale e la revisione del regime forfettario per le partite IVA, rappresentano non solo una risposta agli interessi dell’elettorato di riferimento, ma anche una prova di affidabilità e capacità di rispondere alle reali esigenze economico-sociali del Paese.
L’andamento delle preferenze di voto in Italia conferma la competizione serrata tra partiti di maggioranza, con la Lega che deve fronteggiare il dinamismo dei partiti alleati e delle opposizioni. In gioco c'è la sopravvivenza non solo del Carroccio, per non andare sotto Forza Italia e Fratelli d'Italia, ma anche dello stesso Salvni.
Le rilevazioni degli istituti demoscopici evidenziano come il consenso verso la Legai sia legato alla capacità del partito di interpretare i bisogni di piccole imprese, lavoratori autonomi e settori imprenditoriali del Nord Italia. E le strategie, di conseguenza, si focalizzano su politiche fiscali flessibili, come le proposte di "rottamazione quinquies" delle cartelle e l’innalzamento della soglia reddituale per le partite Iva forfettarie.
Un’altra linea di azione riguarda il tentativo di farsi portavoce delle difficoltà riscontrate nel settore produttivo, particolarmente colpito dall’instabilità internazionale e dall’aumento dei costi energetici.
I vertici leghisti hanno individuato nella revisione del sistema fiscale una leva prioritaria per mantenere e rafforzare il proprio posizionamento, soprattutto nel confronto con altre forze della coalizione di Governo. Le proposte sarebbero, dunque, di:
La proposta avrebbe interessato le cartelle relative agli anni dal 2000 al 2023 e mirava a ridurre drasticamente il cosiddetto “magazzino fiscale” accumulato, una somma che secondo i dati ufficiali supera ormai 1.200 miliardi di euro.
I vantaggi della nuova rottamazione sarebbe, secondo la Lega, duplici:
Ma una "vera rottamazione" delle cartelle rappresenterebbe una svolta per una platea di contribuenti spesso impossibilitati a regolarizzare la propria posizione a fronte di regole attuali particolarmente stringenti.
Le partite IVA in regime forfettario rappresentano una componente significativa del lavoro autonomo italiano. Attualmente, il regime garantisce la possibilità di accedere a una flat tax del 15% su ricavi e compensi annui fino a 85.000 euro. Tra gli altri requisiti fondamentali per rimanere nel forfettario si segnalano:
Parametro | Limite attuale | Proposta Lega |
Ricavi e compensi | 85.000 euro | 100.000 euro |
Spese personale | 20.000 euro | Invariato |
Redditi da lavoro dipendente/pensione | 30.000 euro | Ipotesi aumento (40.000 - 50.000 euro) |
Un aspetto rilevante è la differenza fra le soglie: il superamento degli 85.000 euro comporta il mantenimento del regime fino all’anno successivo, mentre sopra i 100.000 euro l’uscita dal forfettario è immediata e comporta la possibilità di deduzione secondo il regime ordinario. L’estensione della soglia sarebbe, dunque, rilevante per moltissimi professionisti e microimprese che oggi si trovano al limite.