Il tradimento coniugale può avere conseguenze legali complesse. Quando è possibile ottenere un risarcimento, quali prove servono e quali diritti spettano al coniuge tradito
Il tradimento, oltre al suo impatto emotivo, può generare conseguenze legali rilevanti. La violazione dell'obbligo di fedeltà non solo influisce sulla sfera intima delle relazioni, ma può comportare l’addebito della separazione e, in casi specifici, anche la richiesta di risarcimento per danni materiali o morali. Queste conseguenze sono chiaramente definite nel quadro giuridico, sottolineando i diritti costituzionalmente garantiti, come la dignità e la salute del coniuge tradito.
L’obbligo di fedeltà coniugale è sancito dall’articolo 143 del Codice Civile, il quale stabilisce che i coniugi devono rispettare una serie di doveri reciproci, tra cui coabitazione, assistenza morale e materiale, collaborazione nell’interesse della famiglia e, appunto, fedeltà. Questo obbligo non si limita alla sfera sessuale, ma riguarda anche la lealtà, il rispetto del legame emotivo e la fiducia tra i coniugi.
La trasgressione di tale dovere può comportare conseguenze rilevanti, come l’addebito della separazione al coniuge infedele. Tale pronuncia viene emessa dal giudice quando il comportamento contrario all’obbligo di fedeltà viene riconosciuto come causa della crisi coniugale. Questo significa che il tradimento deve essere provato e deve aver influito negativamente sulla continuità del rapporto matrimoniale.
La giurisprudenza italiana ha ampliato l’interpretazione dell’obbligo di fedeltà, considerando rilevanti non solo le relazioni extraconiugali fisiche, ma anche quelle platoniche o virtuali che rappresentano una violazione della fiducia e del rispetto tra i coniugi.
Inoltre, la violazione del dovere di fedeltà può portare all’azione civile autonoma per ottenere un risarcimento, qualora essa abbia generato una lesione di diritti costituzionalmente protetti, quali la dignità, l’onore o la salute del partner tradito.
Va sottolineato che la giurisprudenza ha stabilito che non è possibile per il coniuge tradito ottenere un risarcimento dal terzo che ha avuto una relazione extraconiugale con il proprio partner, anche se questi ha contribuito alla rottura del vincolo matrimoniale.
Il risarcimento danni per tradimento coniugale è riconosciuto in determinate circostanze quando la violazione dell’obbligo di fedeltà comporta conseguenze gravi che ledono diritti costituzionalmente garantiti. La giurisprudenza, soprattutto con la sentenza n. 18853/2011 della Corte di Cassazione, ha chiarito che tale risarcimento può essere richiesto autonomamente anche in assenza di una pronuncia di addebito durante la separazione.
I presupposti principali per ottenere un risarcimento includono:
Sono stati riconosciuti risarcimenti in diversi casi, tra cui: