Quando l'annullamento di una multa autovelox non basta: condizioni per chiedere il risarcimento danni, quadro giuridico, responsabilità dei Comuni, sentenze, conseguenze e procedure per tutela.
Negli ultimi anni, l'uso di apparecchi per la rilevazione elettronica della velocità installati sulle strade italiane è stato oggetto di vaste controversie. L'attenzione si è focalizzata in particolare sugli autovelox non omologati, dispositivi che, secondo quanto stabilito dal Codice della Strada (art. 142, comma 6), possono portare alla nullità delle sanzioni amministrative se privi della prescritta certificazione tecnica.
Diverse sentenze, culminate nelle pronunce della Cassazione, confermano che l'omologazione è condizione essenziale perché la rilevazione della velocità sia fonte di prova valida e legittima. Da queste decisioni emergono profili di responsabilità a carico delle amministrazioni che insistano nell'utilizzo e nella difesa in giudizio di strumenti privi di tale requisito, aprendo nuovi scenari sia per i cittadini che per gli enti coinvolti.
L'annullamento dei verbali emessi con autovelox non omologati non rappresenta necessariamente la conclusione della vicenda per i cittadini. In numerosi casi, l'attenzione si sposta dal semplice annullamento della sanzione alla richiesta di un risarcimento danni. Questo avviene quando il comportamento dell'ente risulta particolarmente lesivo o caratterizzato da mala fede o colpa grave, come nei casi di insistenza nel difendere sanzioni già dichiarate nulle dai giudici:
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Tipologia di Danno Risarcibile |
Descrizione |
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Spese di giudizio |
Costi sostenuti dal ricorrente per difesa e procedure amministrative |
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Prejudice morale e materiale |
Disagio derivante dal protrarsi della controversia |
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Risarcimento ex art. 96 c.p.c. |
Somma aggiuntiva a titolo sanzionatorio in caso di lite temeraria |
I presupposti per ottenere questi risarcimenti si rinvengono nella dimostrata conoscenza da parte dell'amministrazione comunale dell'illegittimità della propria posizione, e nella sua ostinazione nel proseguire l'azione giudiziaria nonostante l'orientamento consolidato della giurisprudenza.
L'Art. 96 del Codice di procedura civile disciplina la cosiddetta lite temeraria, ovvero l'azione o la resistenza in giudizio caratterizzata da mala fede o colpa grave. Se un Comune insiste a difendere multe derivate da autovelox non omologati, davanti a sentenze di Cassazione ormai ripetutamente favorevoli agli automobilisti, può esporsi a questa tipologia di responsabilità:
Inoltre, la Corte dei Conti può rivalersi sui dirigenti responsabili dell'ente locale, chiamando questi ultimi al risarcimento del danno erariale creato dal contenzioso infruttuoso.
Tante amministrazioni locali hanno difeso, negli anni, la legittimità dei verbali elevati tramite autovelox sostenendo la presunta equivalenza tra l'approvazione ministeriale e la vera e propria omologazione. Tuttavia, la Suprema Corte di Cassazione, con diverse sentenze, ha ribadito che si tratta di due concetti giuridici e tecnici differenti:
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Procedura |
Caratteristiche |
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Approvazione |
Valutazione amministrativa, preliminare; non prevede verifica tecnica approfondita |
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Omologazione |
Certificazione tecnica approfondita, essenziale per correttezza dell'accertamento |
Riferendosi all'art. 142 C.d.S., la Cassazione e la giurisprudenza di merito hanno confermato che solo dispositivi debitamente omologati possono essere utilizzati per elevate sanzioni. La semplice presenza di un decreto di approvazione non basta a rendere valida la rilevazione della velocità. Nelle sentenze più recenti si sottolinea, inoltre, che eventuali circolari ministeriali non possono derogare al Codice, in quanto fonte primaria del diritto.
Vari tribunali, tra cui quello di Imperia, hanno emesso verdetti di rilievo contro i Comuni che hanno utilizzato autovelox non conformi alla normativa. In particolare, a Imperia, il giudice ha invitato l'amministrazione comunale a non insistere in appello dopo una sentenza sfavorevole in primo grado, ritenendo la resistenza giudiziaria non più sostenibile:
L'impatto della nullità delle multe emesse tramite dispositivi non conformi si estende su più fronti. Le amministrazioni locali vedono mettere in discussione la loro affidabilità contabile, poiché devono spesso restituire quanto percepito indebitamente e sostenere i costi legati alla lite giudiziaria, comprese le spese legali di centinaia di ricorrenti:
Coloro che ritengono di aver subito un danno a causa di una multa illegittima possono intraprendere una serie di passi procedurali ben definiti. Il primo accesso avviene con la richiesta di annullamento della multa, cui può seguire la domanda di rimborso delle somme già pagate e, nei casi più gravi, l'azione per il risarcimento ulteriore del danno: