Quante colonnine di ricarica per auto elettriche ci sono in Italia nel 2025? Un’analisi aggiornata esplora distribuzione geografica, caratteristiche, ostacoli normativi ed economici, e le prospettive future fino al 2030.
L’infrastruttura per la ricarica delle auto elettriche nel Paese sta vivendo una fase di espansione significativa. Attualmente, nel 2025, sono attivi oltre 70.000 punti pubblici di ricarica, sintomo di un impegno notevole del settore energia e automotive nella transizione verso forme di mobilità più sostenibili.
Questa crescita è sostenuta da investimenti superiori a 1,8 miliardi di euro, ma il quadro generale rimane complesso: le installazioni aumentano rapidamente, eppure permangono disomogeneità territoriali e alcune criticità normative
Stando agli ultimi dati, a settembre 2025 i punti di ricarica pubblici installati in Italia raggiungono quota 70.272. Il ritmo di crescita rimane sostenuto – solo nell’ultimo trimestre sono stati aggiunti oltre 2.700 nuovi punti, mentre rispetto all’anno precedente l’aumento è di quasi 10.000 unità.
| Regione | Punti di ricarica | Incremento anno su anno |
| Lombardia | 14.242 | +2.255 |
| Lazio | 7.447 | +1.230 |
| Piemonte | 6.777 | +742 |
| Veneto | 6.408 | +718 |
| Emilia-Romagna | 5.489 | +543 |
Roma si distingue come area metropolitana con la rete più estesa: oltre 5.800 punti di ricarica. Seguono Milano (4.970), Napoli (3.120), Torino (3.075) e Brescia (1.843).
Nonostante il notevole avanzamento, circa il 14% delle colonnine è installato ma non ancora collegato alla rete, indice di un miglioramento rispetto al 18% dell’anno precedente ma anche segnale di iter autorizzativi ancora da ottimizzare.
Anche il network autostradale mostra segnali incoraggianti: sono 1.274 i punti attivi, di cui una buona parte offre servizi di ricarica veloce, supportando così la mobilità a lungo raggio.
Oggi la rete nazionale si compone di una varietà di soluzioni, sia in termini di potenza che di modalità d’accesso. Tra i principali operatori si segnalano Enel X, Plenitude (BeCharge), Ewiva e Free to X, responsabili di oltre la metà della potenza installata. I punti di ricarica possono essere così suddivisi:
Investimenti e sviluppo infrastrutturale si scontrano ancora con una serie di ostacoli strutturali. Il costo dell’approvvigionamento energetico risulta superiore rispetto a molti altri paesi europei, principalmente a causa della struttura tariffaria e delle accise vigenti. La ricarica ultrafast può arrivare a 0,73 €/kWh, mentre quella lenta si attesta spesso tra 0,50 e 0,56 €/kWh, valori che pesano sulla convenienza percepita. Oltre alla questione economica, la frammentazione normativa e la lentezza degli iter autorizzativi penalizzano la tempestività nell’attivazione di nuovi punti: nonostante i progressi, il 14% delle infrastrutture installate resta ancora in attesa di allaccio.
Considerando la quota di veicoli elettrici e l’estensione delle infrastrutture, emerge una situazione di ritardo rispetto ai principali partner continentali. In Italia le auto full electric rappresentano circa il 5,2% del mercato, mentre in Francia e Germania la quota si colloca oltre il 15%. La rete nazionale mostra ancora livelli di potenza mediamente inferiori e una copertura meno omogenea, soprattutto nei piccoli comuni e nei territori extra-urbani.
Secondo il regolamento europeo AFIR, ogni Stato membro dovrà raggiungere obiettivi minimi sull’installazione di punti HPC e sulla pianificazione delle reti pubbliche di ricarica. Di seguito una panoramica semplificata della situazione:
| Paese | Punti di ricarica pubblici | Quota BEV |
| Germania | >120.000 | 16% |
| Francia | >110.000 | 15% |
| Italia | 70.272 | 5,2% |
I prezzi italiani restano superiori alla media continentale, rallentando l’adozione della mobilità elettrica. Tuttavia, il mercato vede segnali positivi, con una decisa crescita delle immatricolazioni BEV (+28,7% nel 2025) e una progressiva maturazione degli investimenti.
Il futuro del settore si giocherà sulla capacità di installare oltre 4,7 GW di potenza aggiuntiva per raggiungere l’obiettivo dei 6,3 GW al 2030, così come prefigurato dal PNIEC. Le previsioni stimano che il parco circolante full electric possa superare i 6 milioni di unità entro quell’anno, ma ciò richiederà una pianificazione integrata tra rinnovamento infrastrutturale, incentivi e reti energetiche locali. Tra le principali azioni indicate dagli stakeholder vi sono: