Uno dei punti più controversi delle recensioni italiane riguarda i tempi di consegna e la gestione dei resi.
Chi si avvicina a Shein per la prima volta è quasi sempre colpito dalla ricchezza del catalogo e dalla comunicazione. Ogni pagina del sito sembra progettata per incuriosire, stimolare la voglia di cliccare e concludere un ordine. Il design semplice, i filtri intuitivi e la presenza continua di sconti e promozione sono una combinazione potente, soprattutto per una clientela giovane e con capacità di spesa limitata. Per molti acquirenti italiani, Shein è un punto di riferimento per rinnovare il guardaroba spendendo poco.
Il fascino digitale non sempre si ritrova in ciò che arriva a casa. Moli utenti italiani segnalano discrepanze tra quanto ordinato e quanto ricevuto. Emergono lamentele nelle recenioni su taglie errate, materiali di bassa qualità e cuciture approssimative. La delusione aumenta quando si constata che, anche restituendo il capo, il rimborso non è sempre immediato o facile da ottenere.
La percezione è dunque ambivalente: da una parte l'euforia di poter acquistare un abito a pochi euro, dall'altra il rischio che il pacco ricevuto non corrisponda alle aspettative, sia per estetica che per qualità. Alcuni commentatori parlano di lotteria dello shopping, dove ogni ordine può risultare vincente o un completo fallimento.
La struttura di assistenza clienti è uno dei punti più deboli della piattaforma. Mentre in fase di acquisto tutto sembra efficiente e reattivo, nel momento in cui si verifica un problema, l'utente si ritrova a confrontarsi con procedure complicate, link ridondanti, documenti da caricare, e in alcuni casi l'obbligo di stampare etichette o compilare moduli poco chiari. Chi non ha dimestichezza con l'inglese o con l'informatica rischia di abbandonare il processo di reso e rinunciare al rimborso.
Anche la questione tracciabilità dei pacchi solleva perplessità. Alcuni utenti segnalano una mancanza di aggiornamenti nel tracking per giorni, oppure informazioni confuse sui corrieri incaricati della consegna. Quando il pacco arriva, può essere lasciato in portineria, in un punto di ritiro improvvisato o addirittura sul pianerottolo, con il rischio di furti o smarrimenti.
Se c'è un tema che divide le opinioni su Shein, è quello della qualità effettiva dei capi. Molti recensori sottolineano la natura variabile dei materiali, passando da vestiti ben confezionati e fedeli alle foto ad articoli mal rifiniti, trasparenti o con stampe sbiadite. Questa variabilità è legata al modello industriale di Shein: produrre in tempi rapidissimi, con costi minimi, un'enorme varietà di articoli. È una logica che privilegia la quantità alla qualità, ma che genera scarti, errori e diseguaglianze.
A queste considerazioni pratiche si affiancano quelle più profonde sul valore etico del marchio. L'azienda è stata più volte al centro di polemiche per presunte violazioni dei diritti dei lavoratori, sfruttamento nelle catene produttive e mancanza di trasparenza. Diversi report internazionali, tra cui quelli di Public Eye, hanno lamentato turni di lavoro estenuanti in alcune fabbriche cinesi che riforniscono il brand.
In Italia, una parte del pubblico inizia a interrogarsi sul proprio ruolo in questo sistema. Alcuni utenti dichiarano di voler ridurre gli acquisti dal sito per ragioni etiche, altri lo fanno solo in occasioni particolari o per articoli specifici, come accessori o oggetti per la casa.