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Regime de minimis e aiuti di Stato alle aziende: che cos'è, come funziona, importi, procedure e regole

di Marcello Tansini pubblicato il
Importi, procedure e regole

Il regime de minimis rappresenta uno strumento negli aiuti di Stato per le imprese, definendone limiti, procedure, criteri di accesso e novità normative. Benefici, casi pratici e strategie operative.

Nel contesto europeo, le imprese italiane si trovano a interfacciarsi con norme che regolano la concessione degli aiuti pubblici per evitare distorsioni della concorrenza. Il regime de minimis si distingue poiché permette l'ottenimento di agevolazioni di modesto importo attraverso una procedura semplificata.

Questa particolare disciplina consente agli enti pubblici di supportare l'attività imprenditoriale, mantenendo al contempo l'equilibrio competitivo tra le realtà economiche attive nel mercato interno.

Cosa sono il regime de minimis e gli aiuti di Stato: definizione, origine e ratio

I cosiddetti aiuti di Stato, in base alla normativa europea, sono tutte le forme di sostegno pubblico concesse ad aziende che potrebbero alterare la competizione nel mercato unico. L'Unione Europea, per tutelare la concorrenza, stabilisce regole stringenti e prevede, in linea generale, che le sovvenzioni superiori a determinate soglie necessitino di autorizzazione preventiva da parte della Commissione Europea (art. 107(1) TFUE). Tuttavia, il regime de minimis costituisce una deroga: aiuti di piccola entità che, date le loro dimensioni, vengono considerati ininfluenti rispetto alla libera concorrenza e quindi esentati da obblighi di notifica.

Sul piano storico, l'istituzione di tale disciplina risponde all'esigenza di conciliare la necessità di sostegno pubblico, in particolare verso le PMI e i settori innovativi, con l'imperativo di evitare squilibri nel sistema competitivo europeo. Il termine de minimis deriva dal latino e indica ciò che è di minima importanza. Dal 1° gennaio 2024, il Regolamento (UE) 2023/2831 ridisegna la materia, sottolineando l'importanza di un accesso agevolato agli incentivi pubblici volti a stimolare innovazione, occupazione e sviluppo locale, senza appesantire la burocrazia o compromettere la trasparenza delle procedure:

  • Finalità: supportare la crescita delle imprese più vulnerabili e favorire investimenti tramite canali rapidi e meno onerosi rispetto ad altre forme di aiuti statali.
  • Ambito: il regime interessa gran parte dei comparti produttivi, con alcune eccezioni legate a specifiche discipline settoriali.

Requisiti, beneficiari e limiti del regime de minimis: massimali e casi di esclusione

L'accesso a sostegni economici tramite questa disciplina è consentito a una platea di beneficiari, inclusi artigiani, professionisti e ditte individuali. La regola è il massimale per impresa unica, entro cui rientrano tutte le società collegate o controllate, così come definiti dalla normativa europea. I massimali in vigore dal 1° gennaio 2024 sono:

Settore

Massimale triennale

Settore generale

300.000 euro

Servizi di interesse economico generale (SIEG)

750.000 euro

Pesca e acquacoltura

40.000 euro

Agricoltura

50.000 euro (dal 16 dicembre 2024)

A partire dal 2024, il settore del trasporto merci su strada non presenta più un massimale specifico e si applica il limite generale:

  • Beneficiari tipici: tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica o dimensione, escluse specifiche attività legate all'esportazione, selezione di prodotti nazionali o altri settori regolamentati da regimi differenti.
  • Casi di esclusione: produzione primaria di prodotti agricoli (salvo plafond dedicato), settori regolamentati da aiuti esenti, attività connesse a esportazioni o preferenze di prodotto nazionale.
Eventuali superamenti dei limiti esposti comportano la restituzione dell'aiuto irricevibile e potenziali sanzioni per l'impresa e per l'ente erogante.

Come funziona il calcolo del plafond e il concetto di impresa unica

La gestione della soglia massima è fondata sul criterio del triennio mobile, calcolato per l'impresa unica. Quest'ultima comprende tutte le aziende fra le quali sussistono rapporti di controllo, partecipazione o collegamento (sia di diritto sia di fatto, anche tramite persone fisiche). La normativa si rifà ai criteri UE, onde evitare somme di aiuti plurimi a gruppi aziendali.

Il monitoraggio avviene su base mobile: si tiene conto degli aiuti ricevuti nei tre anni precedenti la data di concessione di un nuovo contributo, considerando esclusivamente la data di diritto all'aiuto e non quella di erogazione. In questo modo, ogni impresa o gruppo è responsabilizzato a controllare il plafond residuo disponibile prima di presentare ulteriori domande di agevolazione:

  • Esempio di calcolo: se un'azienda ha ricevuto 120.000 euro il 10 maggio 2022 e 90.000 euro il 5 giugno 2023, potrà ricevere nel maggio 2024 ulteriori aiuti fino a un massimo di 90.000 euro.
Sono esclusi dal computo quegli incentivi che non rappresentano un aiuto di Stato secondo il TFUE oppure che beneficiano di regimi alternativi.

Procedura, obblighi e documentazione per accedere agli aiuti de minimis

Per richiedere un contributo, ogni soggetto deve fornire una dichiarazione degli aiuti de minimis ottenuti nei tre anni precedenti, consentendo così alle amministrazioni di verificare il rispetto della soglia. Dal 2024, la procedura si svolge tramite:

  • Modulistica telematica aggiornata attraverso i portali dei principali enti (es. INPS, Portale delle Agevolazioni),
  • Documentazione cartacea apposita per agevolazioni prive di modulo digitale.
Ai fini di trasparenza e chiarezza, la dichiarazione deve contenere dettagli su importi, date e enti concedenti gli aiuti ricevuti. Gli enti erogatori sono obbligati a verificare la posizione tramite il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (RNA), strumenti automatizzati o chiedendo ulteriori informazioni al beneficiario. Le imprese devono inoltre riportare i dati nella nota integrativa del bilancio secondo quanto stabilito dalla Legge 124/2017 e dai principi contabili OIC 12.

Nuovi massimali, regolamenti settoriali e aggiornamenti normativi

L'ultimo aggiornamento regolamentare recepisce l'adeguamento dei massimali per contrastare l'inflazione e incrementare le risorse disponibili per investimenti e progetti di sviluppo. La novità centrale è l'elevazione del massimale generale a 300.000 euro e del limite SIEG a 750.000 euro. I settori pesca, acquacoltura e agricoltura hanno soglie dedicate. Gli incentivi sotto queste soglie restano svincolati dall'obbligo di notifica UE e seguono una gestione amministrativa notevolmente semplificata.

Un ulteriore aggiornamento nella nuova regolamentazione è l'inclusione esplicita delle imprese connesse tramite controllo di persone fisiche nella definizione di impresa unica. Cambia quindi la struttura dei controlli e aumenta il numero di imprese chiamate a monitorare con precisione i propri dati anagrafici e societari.

Vantaggi, cumulabilità e strategie per sfruttare il regime de minimis

Questo strumento si caratterizza per rapidità di accesso e iter amministrativi semplificati. I benefici includono:

  • Accesso agevolato a incentivi e contributi pubblici anche per PMI e microimprese,
  • Tempi di istruttoria ridotti,
  • Cumulabilità con altri regimi, purché vengano rispettate le soglie massime previste e le regole di intensità dell'aiuto non siano superate.
Per massimizzare il vantaggio è decisivo:
  • Mantenere un archivio aggiornato degli incentivi ricevuti,
  • Consultare regolarmente il plafond disponibile nel RNA,
  • Valutare con attenzione se avvalersi del regime de minimis o di regimi alternativi (es. GBER) per progetti di maggior rilevanza economica o finanziaria,
  • Verificare la posizione di tutte le imprese collegate e i possibili rapporti di controllo (anche tramite persone fisiche).
Nella prassi, le aziende utilizzano questa disciplina per accedere a:
  • Bandi pubblici e gare d'appalto: molti avvisi regionali nazionali esplicitano il requisito di plafond residuo;
  • Garanzie pubbliche su finanziamenti bancari, dove il vantaggio riconosciuto si calcola sull'equivalente sovvenzione lorda e non su tutto l'importo erogato;
  • Formazione finanziata, sostenendo lo sviluppo delle competenze interne senza impattare eccessivamente sui budget;
  • Incentivi per l'innovazione, digitalizzazione e ammodernamento produttivo.
Le imprese devono verificare il plafond disponibile consultando il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato e documentare ogni incentivo nella propria contabilità. L'utilizzo consapevole e pianificato del regime, associato a un attento controllo documentale e a corretta compilazione della nota integrativa di bilancio, garantisce sia la trasparenza sia la possibilità di programmare nuovi investimenti nei limiti previsti dalla legge.