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Report Covip 2023 su rendimento fondi pensione 2023

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Fondi pensione, qual č il rendimento

Gli investimenti previdenziali devono essere valutati su orizzonti temporali piů lunghi, in linea con la pianificazione pensionistica. Ecco quanto rendono.

Come si stanno comportando i fondi pensione in questo prolungato periodo di incertezza? Quali sono i rendimenti reali? La Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip) ha pubblicato durante questo mese di Ottobre 2023 una sintesi delle performance di tutte le forme di previdenza integrativa, dalla previdenza complementare riservata ai lavoratori dipendenti nei Fondi Negoziali di categoria, ai Fondi Aperti e ai Piani Individuali Pensionistici (Pip).

La stessa Covip sottolinea che il 2023 è stato un anno eccezionalmente difficile per i mercati finanziari: l'indice delle obbligazioni governative dell'area euro è diminuito del 10%, mentre gli indici azionari globali hanno subito una caduta del 12,3%. Di conseguenza, è inevitabile che la maggior parte delle forme di previdenza integrativa abbia registrato cali nel corso del 2023.

Le variazioni medie delle performance variano da un calo del 5,2% nei comparti obbligazionari dei Pip a una contrazione del 13,2% nei comparti azionari sempre dei Pip. In termini di performance media, le differenze tra i tre principali strumenti di investimento sono contenute, con un calo del 9,8% nei fondi negoziali e del 11,5% nei Pip. Vediamo tutto nel dettaglio:

  • Fondi pensione, qual è il rendimento
  • Statistiche e risultati 2023 sui fondi pensione

Fondi pensione, qual è il rendimento

Gli investimenti previdenziali devono essere valutati su orizzonti temporali più lunghi, in linea con la pianificazione pensionistica. La Covip fornisce dati relativi ai rendimenti netti medi annuali a 10 e 20 anni. È fondamentale sottolineare che la performance passata non è una garanzia di rendimenti futuri. Inoltre, questi dati rappresentano solo il rendimento per chi avesse iniziato a investire esattamente l'1 gennaio di 5, 10 o 20 anni fa, fino al 31 dicembre 2023.

La media dei rendimenti netti annui per le linee azionarie di tutte le forme di previdenza integrativa nel periodo quinquennale 2023 è stata di circa il 2%, dimostrando una capacità di resistenza al contesto negativo del 2023. Nel decennio 2023, quasi tutte le linee di investimento hanno registrato rendimenti annuali positivi, con valori che variano dal -0,2% nei comparti obbligazionari dei Pip (unica eccezione negativa) al 4,9% nei comparti azionari dei fondi aperti. La media complessiva per tutte le linee di investimento si colloca tra il 2,2% dei fondi negoziali e il 2,9% dei Pip.

All'aumentare dell'orizzonte temporale e del profilo di rischio, cresce la probabilità di ottenere rendimenti mediamente superiori. Questa tendenza è confermata anche nelle statistiche a venti anni (2003-2023), disponibili solo per Fondi Negoziali e Fondi Aperti. Qui, i rendimenti medi netti annuali vanno dall'1,1% nei comparti obbligazionari puri dei Fondi Negoziali al 4,2% nelle linee azionarie dei fondi di categoria. È importante notare che questi rendimenti sono mediamente superiori a quelli del Trattamento di Fine Rapporto in un periodo di vent'anni.

Statistiche e risultati 2023 sui fondi pensione

Nel contesto della pianificazione previdenziale, è fondamentale considerare il profilo di rischio degli investimenti in base agli anni rimanenti fino al pensionamento. Per ridurre il rischio di perdite importanti che potrebbero non essere recuperabili prima della pensione, è consigliabile ridurre il livello di rischio man mano che ci si avvicina alla data di pensionamento. Al contrario, i giovani dovrebbero concentrarsi su linee di investimento più bilanciate e azionarie per beneficiare dei rendimenti dei mercati.

Le abitudini di investimento degli italiani nei fondi pensione variano notevolmente. Nei fondi negoziali, che coinvolgono i lavoratori dipendenti di categorie specifiche, la maggioranza (53%) ha optato per linee bilanciate. Circa un quarto (26%) ha scelto linee garantite, mentre solo il 4% ha preferito linee azionarie, indicando che molti giovani non stanno investendo in modo congruente con i loro orizzonti temporali, forse a causa della precarietà occupazionale.

Nei Fondi Aperti e nei Pip, aperti a tutti i lavoratori indipendentemente dall'occupazione, l'approccio appare più equilibrato. Nel caso dei Fondi Aperti, la metà degli aderenti (52%) ha scelto linee bilanciate, mentre poco più di un quinto (22%) ha optato per linee azionarie. Seguono le linee garantite (14%) e quelle obbligazionarie (12%). Nei Pip, due terzi dei lavoratori (66%) hanno invece scelto linee in gestione separata, caratterizzate da rendimenti stabili. Altri (18%) hanno preferito linee bilanciate, mentre una minoranza ha optato per linee azionarie (9%) e obbligazionarie (7%).

Quando si pianifica la propria pensione, è importante considerare un approccio per obiettivi. Si inizia definendo il tenore di vita desiderato durante gli anni di pensionamento in termini di euro mensili. Si sottrae il valore della pensione pubblica prevista e altre risorse previdenziali accumulate. Quindi, si valuta l'importo mensile da investire per raggiungere l'integrazione desiderata. I risultati delle simulazioni mostrano gli importi necessari in base all'età e al profilo di rischio. Ad esempio, un 35enne dovrebbe investire tra 143 euro al mese (profilo a basso rischio) e 85 euro al mese (profilo ad alto rischio). Per i più giovani, i mercati offrono un vantaggio significativo nel lungo termine.

Invece, un 45enne dovrebbe accantonare cifre comprese tra 269 e 192 euro al mese, mentre un 55enne dovrebbe investire tra 529 e 454 euro al mese. L'indice di efficienza finanziaria a vita media è utile per valutare il rapporto tra quanto investito e i rendimenti ottenuti, considerando inflazione, costi e fiscalità. In situazioni in cui l'importo da investire è superiore alle disponibilità, è consigliabile consultare un consulente previdenziale per adattare il profilo di rischio, abbassare gli obiettivi o pianificare investimenti iniziali inferiori, con l'opzione di aggiornare le strategie previdenziali nel tempo.

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