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Pensioni anticipate con Tfr, fondi pensione che succede? Possono ancora rientrare in manovra finanziaria o esclusione definitiva?

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Saltano nella Manovra, al momento, le novitŕ per una tassazione agevolata dei rendimenti dei fondi pensione o per ricorrere al Tfr per andare in pensione anticipata a 64 anni. Cosa potrebbe ancora cambiare

Le novità previste nella Manovra finanziaria 2026 offrono un nuovo quadro per il sistema pensionistico, in un momento in cui la sostenibilità delle finanze pubbliche e i vincoli europei impongono precise scelte.

Temi come i fondi pensione, il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e il meccanismo delle pensioni anticipate diventano oggetto di dibattito politico ed economico, particolarmente rilevanti per lavoratori, imprese e futuri pensionati. Spicca il tentativo di conciliare le esigenze di flessibilità in uscita dal lavoro con l’equilibrio finanziario del sistema previdenziale, cercando soluzioni innovative.

Cosa prevede la prima versione della manovra finanziaria 2026 sulle pensioni anticipate e sui fondi pensione

La prima approvazione della manovra finanziaria del 2026 non ha incluso misure innovative per i fondi pensione né per l’utilizzo del TFR nelle pensioni anticipate. Il documento programmatico stabilisce un contenimento della spesa pubblica, in linea con gli obiettivi europei di riduzione del deficit, e riserva attenzioni principalmente ad altre priorità: alleggerimento della pressione fiscale sul ceto medio, nuova rottamazione dei debiti con il Fisco e perequazione delle pensioni legate all’inflazione. 

Non sono state introdotte al momento modifiche di rilievo per la previdenza integrativa o l’impiego del TFR per l’anticipo pensionistico, ma si punterebbe ancora sulla proroga di Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale per permettere a chiunque ne raggiungesse i requisiti di anticipare il momento dell'uscita dal lavoro rispetto ai normali requisiti richiesti dalla pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi) e, chiaramente, sulla rivalutazione annua delle pensioni secondo l’indice IPCA, con meccanismo a scaglioni.

Nessuna disposizione specifica è stata inserita nella bozza di legge per consentire una tassazione agevolata dei rendimenti dei fondi pensione o per facilitare il ricorso al TFR come rendita finalizzata alla pensione anticipata.

Le proposte sul TFR per la pensione anticipata: meccanismi previsti e funzionamento

L’attenzione sarebbe ancora puntata sulle proposte che consentirebbero di accedere alla pensione anticipata trasformando il TFR in una rendita integrativa, superando così alcuni limiti dell’attuale sistema. La proposta prevede una modalità volontaria, destinata ai lavoratori che non riescono a raggiungere la soglia minima di assegno richiesta, pari a tre volte l’assegno sociale, circa 1.616 euro lordi al mese, con la sola pensione maturata, prevedendo le seguenti condizioni:

  • Per poter accedere alla pensione anticipata a 64 anni, il lavoratore dovrebbe avere almeno 25 anni di contributi.
  • Con la nuova proposta, la platea verrerebbe ampliata ai cosiddetti "misti", ovvero coloro che hanno periodi sia nel sistema retributivo sia in quello contributivo.
  • Il TFR, maturato durante il rapporto di lavoro e accantonato presso l’INPS (per aziende con almeno 50 dipendenti) o in azienda/fondi pensione, potrebbe essere trasformato, su richiesta, in una rendita erogata mensilmente, che si somma alla pensione per raggiungere la soglia di uscita anticipata.
Di seguito una tabella che esemplifica, su base ipotetica, quanto TFR servirebbe per colmare il gap tra pensione maturata e soglia minima:
Pensione stimata a 64 anni Differenza da integrare (mensile) TFR necessario (36 mesi)
1.500 € 116 € 4.176 €
1.300 € 316 € 11.376 €
1.100 € 516 € 18.576 €
  • L’opzione resterebbe volontaria e mirata a chi non raggiunge la soglia minima; il lavoratore potrebbe scegliere tra liquidazione immediata del TFR oppure conversione in rendita mensile.
  • Prevista anche la possibilità di una tassazione agevolata sulla parte di TFR trasformata in rendita, analogamente alle prestazioni di previdenza complementare.
Una parte della discussione riguarda inoltre il meccanismo del “silenzio-assenso”: i nuovi assunti dal 2026, salvo diniego esplicito entro sei mesi, vedrebbero il TFR accreditato in fondi di previdenza complementare integrativa, potenziando così la funzione di accumulo pensionistico privato.

Possibili novità nei passaggi finali: fondi pensione, tassazione agevolata e modifica dei requisiti

La fase parlamentare della manovra può introdurre diversi cambiamenti rilevanti prima del testo definitivo. Al centro restano i seguenti punti:

  • Si discute una possibile estensione della tassazione agevolata per i rendimenti dei fondi pensione, con ipotesi di aumento della deducibilità rispetto all’attuale soglia di 5.160 euro annui e allineamento della fiscalità sulla rendita a quanto previsto per altre forme pensionistiche.
  • Per il TFR, le ipotesi più avanzate permetterebbero la conversione volontaria in rendita anche per chi ha periodi lavorativi pre-1996 (misti), non solo ai contributivi puri, ampliando così la platea dei potenziali beneficiari della nuova opzione di anticipo.
  • Al vaglio anche criteri più elastici per l’accesso, come soglie ISEE per esenzioni e modulazioni che facilitino la fruizione delle nuove misure ai lavoratori con carriere discontinue.
Ancora pendenti, invece, questioni politiche e tecniche:
  • Il quantum esatto della penalizzazione sull’assegno in caso di anticipo tramite TFR (la pensione sarebbe ricalcolata col sistema contributivo, con riduzione dell’importo rispetto al metodo misto/retributivo).
  • La compatibilità della misura con le esigenze di liquidità delle piccole e medie imprese, che spesso utilizzano il TFR accantonato per autofinanziarsi.
  • La definizione di strumenti di garanzia per proteggere lavoratori e imprese nel trasferimento del TFR ai fondi integrativi e nella sua eventuale conversione in rendita.
La discussione parlamentare può quindi aprire la strada sia a una maggiore deducibilità fiscale per i fondi pensione, sia a soluzioni più inclusive per l’anticipo pensionistico con TFR.

 

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