Il rimborso IVA nel 2026 si rinnova con nuove tempistiche, regole e strumenti digitali. Aggiornamenti normativi, modalità di richiesta, controlli automatizzati e possibili ritardi previsti.
La nuova disciplina inerente al rimborso IVA per il 2026 punta ad accrescere la trasparenza e a garantire tempistiche certe e più brevi rispetto al passato. Questi cambiamenti sono frutto di un progressivo percorso normativo e tecnologico che ha introdotto strumenti di automazione e analisi del rischio nella gestione delle pratiche. Le innovazioni sono particolarmente rilevanti per chi, annualmente, necessita di recuperare il credito d'imposta generato dalla propria attività.
In questa direzione, la digitalizzazione e un maggiore ricorso all'intelligenza artificiale stanno ridefinendo le modalità operative dell'amministrazione fiscale. Le modifiche interesseranno non solo le tempistiche, ma anche le modalità di presentazione delle istanze, la documentazione necessaria e i controlli effettuati dagli uffici competenti, delineando uno scenario più favorevole a coloro che rispettano i requisiti previsti dalla normativa vigente.
La dichiarazione IVA è l'adempimento annuale con cui i titolari di partita IVA determinano la posizione fiscale rispetto all'imposta sul valore aggiunto. L'invio telematico del modello IVA, previsto tra il 1° febbraio e il 30 aprile, riguarda l'anno d'imposta precedente. Dal 2017, il modello IVA va presentato esclusivamente in forma autonoma e per via telematica, come indicato nell'art. 8 del D.P.R. 322/1998. Attraverso l'apposito quadro VX della dichiarazione, è possibile avanzare la richiesta di rimborso annuale; in alternativa, il modello TR permette agli aventi diritto di richiedere il rimborso con cadenza trimestrale.
L'importo risultante a credito, se non richiesto a rimborso, può essere utilizzato tramite compensazione all'interno del modello F24, nei limiti di 2 milioni di euro l'anno e con condizioni specifiche per importi superiori a 5.000 euro, secondo le indicazioni fornite dal DL 50/2017. Gli esonerati dalla dichiarazione IVA sono individuati (regime forfettario, alcuni produttori agricoli e particolari categorie di enti), mentre per tutti gli altri soggetti la corretta compilazione e presentazione rappresenta un passaggio indispensabile per accedere al rimborso dell'eccedenza. In caso di tardività o omissioni, sono previste sanzioni e possibilità di ravvedimento operoso secondo il quadro normativo vigente.
Le statistiche pubblicate dal Dipartimento delle Finanze restituiscono un quadro positivo sull'accelerazione delle procedure di rimborso IVA. Negli anni precedenti, il tempo medio per ottenere il rimborso si era ridotto da 103 giorni per le istanze presentate nel 2017 a 82 giorni nel 2018, con un ulteriore miglioramento negli anni a seguire. Oggi, in almeno metà dei casi, il completamento delle procedure richiede meno di 46 giorni dalla richiesta. Questa evoluzione si deve a una sistematica valutazione del rischio e all'introduzione di controlli automatizzati, che hanno permesso di ridurre le richieste di documentazione aggiuntiva per i soggetti a basso rischio.
Dal 2018, il pagamento avviene tramite l'Agenzia delle Entrate, eliminando i passaggi con l'agente della riscossione e riducendo così i tempi dalla conclusione dell'istruttoria all'erogazione. In base alle più recenti modifiche, il modello presentato oggi offre strumenti aggiornati per il monitoraggio, rendendo il sistema più efficiente. La seguente tabella evidenzia il trend di miglioramento:
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Anno |
Tempo medio rimborso (giorni) |
Tempo minimo (metà dei casi, giorni) |
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2017 |
103 |
~60 |
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2018 |
82 |
46 |
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2023 |
Dato previsto a ~75 giorni |
~40 |
L'obiettivo per il 2026 è garantire una maggiore uniformità tra i territori, semplificare ulteriormente le procedure e mantenere standard qualitativi elevati in linea con le aspettative di imprese e professionisti.
Possono accedere al rimborso IVA coloro che evidenziano un credito annuale di almeno 2.582,28 euro nella dichiarazione. L'istanza si presenta nel quadro VX del modello oppure, in caso di rimborso trimestrale, tramite modello TR. Per importi fino a 30.000 euro, la richiesta è libera e non necessita di visto di conformità; oltre questa soglia, è obbligatoria l'apposizione del visto o la presentazione di specifiche garanzie:
I controlli sono articolati su più livelli: una prima selezione automatizzata classifica il rischio, mentre ulteriori approfondimenti possono essere richiesti per posizioni dubbie o importi elevati. Solo in caso di necessità vengono domandati documenti aggiuntivi (ad esempio, fatture, bilancio o registri contabili). Tale approccio mira a snellire l'istruttoria per i contribuenti trasparenti e a evitare ritardi ingiustificati.
L'Agenzia delle Entrate ha implementato piattaforme digitali che facilitano l'analisi dei dati dichiarati con ricorso crescente all'intelligenza artificiale per incrociare informazioni, anticipare anomalie e indirizzare controlli su fatture e scontrini telematici.
Nonostante i progressi ottenuti negli scorsi anni, il 2025 sta evidenziando un incremento nei tempi di liquidazione dei rimborsi IVA rispetto agli standard recenti. Secondo un'indagine condotta su un campione di professionisti su tutto il territorio nazionale, il 90% degli operatori segnala ritardo nell'accredito dei rimborsi rispetto all'anno precedente. In particolare, una percentuale significativa dei soggetti dichiara di non aver ricevuto, nei termini usuali, neppure le prime richieste di documentazione integrativa da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Le cause appaiono ancora poco chiare e i dati attualmente disponibili non suggeriscono modifiche regolamentari tali da giustificare un rallentamento strutturale. È possibile che si tratti di ritardi fisiologici legati ai primi mesi dell'anno, oppure di assestamenti ai nuovi strumenti digitali e procedure automatizzate. Restano, comunque, alcune certezze: trasparenza e tracciabilità sono ormai garantite dal passaggio all'istruttoria digitale, mentre continuano a valere tutti i presidi normativi volti a contenere i rischi di errore o irregolarità: