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Rinnovato contratto CCNL dirigenti medici e sanitari 2022-2024: di quanto aumentano stipendi, arretrati, indennità e altre novità

di Marianna Quatraro pubblicato il
firmato CCNL dirigenti medici e sanitari

Il rinnovo del CCNL dirigenti medici e sanitari 2022-2024 segna importanti cambiamenti: aumento degli stipendi, arretrati, nuove indennità e criticità sindacali

L’ultima tornata contrattuale per la dirigenza medica e sanitaria, riferita al triennio 2022-2024, rappresenta un passaggio significativo nel panorama della sanità pubblica italiana. Il nuovo accordo coinvolge oltre 137.000 professionisti, tra cui più di 120.000 medici e 17.000 dirigenti sanitari non medici, segnando un cambiamento sostanziale rispetto alle passate edizioni, sia per quanto riguarda le condizioni retributive sia sul fronte delle tutele e del riconoscimento professionale. Le negoziazioni hanno visto un’intensa interlocuzione tra Aran, Regioni e sindacati, con ampie aspettative in merito al recupero del potere d’acquisto perso negli anni recenti a causa dell’inflazione.
Il percorso che ha portato alla firma ha richiesto un forte impegno delle parti sociali, consapevoli dell’importanza di assicurare una maggiore dignità, sicurezza e attrattività alla professione, anche in risposta alle criticità emerse durante la pandemia e alle mutate condizioni del lavoro medico. I punti cardine di questa intesa riguardano aumenti stipendiali, arretrati, indennità di specificità e nuove forme di tutele.

Le principali novità del nuovo contratto: aumenti stipendiali, arretrati e tutele

Il nuovo assetto contrattuale introduce una serie di modifiche che toccano molteplici aspetti della disciplina economico-normativa applicata ai dirigenti medici e sanitari:

  • Aumenti strutturali della retribuzione tabellare: Dal 1° gennaio 2024 tutti i dirigenti vedranno un incremento del compenso fisso di 230 euro lordi mensili per tredici mensilità. Tale cifra assorbe anticipazioni già attribuite come indennità di vacanza contrattuale negli anni precedenti.
  • Nuovo valore dello stipendio annuale lordo: Per i dirigenti il nuovo importo si attesta a 50.005,77 euro lordi, cifra che unifica e semplifica diverse componenti degli assegni retributivi.
  • Aumenti dei fondi aziendali:
    • Retribuzione degli incarichi: il fondo è maggiorato di 1.038,70 euro pro capite annui dal 2024.
    • Condizioni di lavoro: incremento di 533 euro lordi pro capite all’anno, riservati anche alle indennità di pronto soccorso.
    • Retribuzione di risultato: aumento di 481 euro pro capite lordi.
  • Maggiori tutele in caso di aggressione: È introdotto il patrocinio legale gratuito per le spese processuali e la facoltà di avvalersi di un legale personale prescelto dal dirigente, oltre al supporto psicologico e all'eventuale copertura assicurativa tramite polizze aziendali.
  • Pianificazione obbligatoria delle ferie: Le aziende devono concordare e garantire il godimento effettivo delle ferie, con pianificazione entro il primo quadrimestre dell’anno.
  • Incrementi alla retribuzione di posizione: La parte fissa dell’emolumento è aumentata da un minimo di 600 euro annui per i neoassunti, fino a 2.410 euro annui per titolari di strutture complesse, con incrementi in alcune categorie anche superiori al 15%.
  • Revisione e disapplicazione di norme pregresse: Diverse disposizioni precedenti, tra cui quelle su periodo di prova, ricostituzione del rapporto e ferie, vengono sostituite da nuove regole contrattuali.
L’accordo riflette un tentativo di bilanciare limitati margini finanziari con esigenze di valorizzazione professionale. L’incremento medio di poco superiore al 5,5% si integra con nuove misure di tutela e una maggiore attenzione ai giovani dirigenti. Restano tuttavia oggetto di confronto la distribuzione delle risorse tra le diverse voci retributive e la richiesta di un maggior consolidamento sulla parte fissa dello stipendio.

Dettaglio degli incrementi salariali e degli arretrati per i dirigenti medici e sanitari

L’applicazione delle nuove regole ha portato a risultati differenti a seconda dell’incarico:

Tipo di incarico Aumento mensile netto stimato
Incarico iniziale/Professionale/Alta specializzazione 165–186 euro
Direttori U.O.C. Chirurgia circa 305 euro
Direttori U.O.C. Medicina circa 294 euro
Direttori U.O.C. Territorio circa 284 euro

Il computo effettivo degli aumenti deve però tener conto dell’indennità di vacanza contrattuale già erogata negli anni precedenti (2022–2023), che per il 2024 ammontava a circa 134 euro mensili e va sottratta per calcolare il reale incremento percepito.

Gli arretrati saranno dunque calcolati solo sull’ultimo anno di vigenza (2024), considerando che le somme già versate sotto forma di anticipi riducono l’importo effettivamente spettante come differenza retributiva.

Per i neoassunti e per chi riveste incarichi di responsabilità nei reparti a maggiore complessità, l’aumento potrà superare la media, raggiungendo in alcuni casi incrementi del 35% rispetto alla precedente quota fissa. Tuttavia, il valore degli aumenti risulta in generale modesto rispetto alla perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione, stimata tra il 12 e il 14% nel periodo post-pandemico.

L’incremento riguarda anche la retribuzione di posizione legata all’incarico, con miglioramenti annui che vanno da alcune centinaia a diverse migliaia di euro a seconda della funzione svolta.

Analisi delle indennità di specificità e degli altri fondi aziendali

Un’importante innovazione è rappresentata dalla rideterminazione dell’indennità di specificità, componente separata dagli altri aumenti previsti:

  • Per medici e veterinari: indennità fissata a 9.466 euro lordi annui (dal 31 dicembre 2024).
  • Per medici e veterinari ex II livello: 12.570,42 euro lordi annui.
  • Per dirigenti sanitari non medici: indennità fissata a 1.614,46 euro.
Gli altri fondi aziendali hanno visto potenziamenti finalizzati a indennizzare meglio mansioni e condizioni di lavoro:
  • Fondo per retribuzione incarichi: incremento annuo lordo di 1.038,70 euro pro capite.
  • Fondo per condizioni di lavoro: incremento annuo di 533 euro pro capite, utile anche per rivedere le indennità di pronto soccorso.
  • Fondo per risultato: accrescimento di 481 euro lordi l’anno.
Queste modifiche puntano a ridurre le disparità tra aziende e a rendere più appetibili alcuni incarichi, specialmente quelli nei settori in cui i carichi di lavoro risultano più gravosi o espongono a particolari rischi.

Le nuove indennità possono tuttavia risentire di ritardi nell’attuazione, specialmente nel caso delle voci finanziate da fondi extracontrattuali, la cui erogazione dipende da specifiche disposizioni di legge e dalla disponibilità dei bilanci regionali.

Reazioni delle organizzazioni sindacali e criticità emerse

Le trattative hanno registrato pareri contrastanti tra le principali organizzazioni:

  • Le sigle come CIMO-FESMED e UIL FPL hanno espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla rapidità e sulla struttura delle trattative, riconoscendo il merito di aver salvaguardato la valorizzazione delle competenze soprattutto nei confronti dei giovani dirigenti.
  • Diversa la posizione di Cgil Medici e Fassid, che non hanno sottoscritto l’accordo giudicando le risorse “assolutamente inadeguate” e l’incremento economico ben lontano dal recuperare la perdita inflazionistica. In particolare, vengono contestati l’assorbimento dell’anticipo da indennità di vacanza contrattuale, la destinazione di molte risorse a voci accessorie e non fisse, e la mancata attenzione alla distribuzione equa tra tutti i ruoli.
  • Alcune sigle, come Fvm, hanno auspicato uno spostamento della maggior parte dei finanziamenti dalla “retribuzione di risultato” alla quota tabellare, ritenendo che solo così si rafforzerebbe la base futura anche ai fini previdenziali.
  • Persistono richieste di chiarezza sul reale stanziamento dei fondi e sulle modalità di erogazione degli aumenti, alla luce di dinamiche che sembrano privilegiare la rapidità della firma piuttosto che una piena equità redistributiva.
Tra le questioni ancora aperte, sono oggetto di discussione anche la gestione delle ore di lavoro aggiuntive, la riduzione delle sperequazioni tra attività intra ed extramoenia e la mancata piena copertura dei costi per tutti i livelli di responsabilità.

Prospettive future e impatto sul potere d’acquisto

Una questione chiave emersa è il recupero solo parziale del potere d’acquisto. Gli aumenti ottenuti per il 2024 non compensano integralmente quanto eroso dall’inflazione negli anni precedenti. Fattori come l’assorbimento dell’indennità di vacanza contrattuale rendono ancora più contenuto l’impatto reale in busta paga, con una perdita stimata del potere d’acquisto tra 12% e 14% che rimane in parte non colmata.

Le organizzazioni sindacali manifestano la necessità di un rapido avvio della contrattazione per il nuovo triennio 2025-2027, puntando a un allineamento tra dinamiche contrattuali e contesto economico. Importante rilevare come una parte significativa delle risorse sia già stata percepita negli anni precedenti come anticipo, e che lo spazio di manovra per incrementi effettivi resta limitato.

In prospettiva, si prevede che prossimi accordi possano introdurre correttivi maggiori, con richieste di una maggiore equità tra i diversi incarichi, valorizzazione di carriera per i giovani e una revisione dei meccanismi degli incarichi aggiuntivi. Oltre all’aspetto economico, i lavori puntano anche ad una maggiore tutela normativa, ponendo attenzione alla qualità della vita lavorativa, alle condizioni nei presidi territoriali e all’attrattività a lungo termine della professione sanitaria pubblica. Le strategie di valorizzazione previste dalle Regioni e dalle aziende potranno dunque incidere su sostenibilità e competitività del sistema.