Il presupposto centrale è che l'indennità può essere revocata al primo rifiuto di un'offerta di lavoro ritenuta idonea. Questa condizione vincolante emerge dalle norme.
La Naspi è un sostegno economico rivolto a chi perde involontariamente l'occupazione, erogato dall'INPS al fine di garantire una continuità reddituale temporanea. La sua funzione è duplice: fornire un ammortizzatore sociale e al contempo promuovere il reinserimento lavorativo attivo del beneficiario.
Negli ultimi mesi il legislatore ha introdotto una poderosa stretta sui requisiti di mantenimento dell'indennità di disoccupazione. Il decreto approvato in autunno 2025, nell'ambito della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ha previsto che i percettori della Naspi debbano rispettare nuovi obblighi digitali e comportamentali. I nuovi adempimenti riguardano, tra l'altro, la registrazione sulla piattaforma SIISL (Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa), la sottoscrizione del Curriculum Vitae digitale, la firma del Patto di attivazione digitale e la verifica della disponibilità ad accettare offerte di lavoro congrue.
Il beneficiario della Naspi non è più solo un soggetto passivo che attende un'offerta, ma diventa un attore tenuto a rispettare alcuni obblighi. L'errore procedurale, il rifiuto di un'offerta valutata idonea, oppure l'inadempimento agli obblighi digitali possono comportare la decadenza o la decurtazione dell'assegno.
Il presupposto centrale è che l'indennità può essere revocata al primo rifiuto di un'offerta di lavoro ritenuta idonea. Questa condizione vincolante emerge dalle norme: se l'offerta rispetta i criteri fissati (stesso settore o affine, mansioni equivalenti, retribuzione almeno pari, sede entro 20 km) e viene rifiutata, scatta la decadenza. Tale rigore segna un punto di svolta: non più una serie di tentativi, ma un solo no può determinare la perdita dell'assegno.
Quando l'offerta non raggiunge pienamente i requisiti viene considerata meno conveniente ma pur sempre accettabile. In questi casi sono ammessi due rifiuti, ma al terzo la decadenza scatta comunque. Per queste ipotesi, invece, è possibile che l'assegno non venga cancellato ma ridotto o sospeso, salvo che non intervengano ulteriori violazioni.
Accanto alla dinamica delle offerte di lavoro, esistono obblighi procedurali che, se disattesi, producono sanzioni: la mancata registrazione sulla piattaforma SIISL, il mancato caricamento del CV digitale, la mancata partecipazione al Patto di attivazione in tempi stabiliti (ad esempio 45 giorni) possono determinare una decurtazione pari al 25% della prima mensilità, oppure la perdita totale della prestazione in caso di persistenti omissioni. Un inadempimento prolungato nel tempo, in pratica, equivale a una decadenza simile a quella derivante dal rifiuto dell'offerta.
Una terza branca riguarda i casi classici della Naspi: la comunicazione tardiva di un nuovo lavoro subordinato o autonomo, il mancato adeguamento del reddito agli obblighi dell'INPS, il cumulo erroneo di redditi possono comportare la riduzione dell'indennità oppure la cancellazione del diritto. La normativa non è nuova, ma con la stretta 2025-2026 assume maggiore rilevanza: anche in questi casi è fondamentale agire tempestivamente per evitare sorprese.
La decadenza o la riduzione della Naspi non sono automaticamente inoppugnabili. Il beneficiario ha la possibilità di presentare un ricorso se ritiene che vi sia stata una valutazione errata dell'offerta di lavoro o un mancato rispetto dei suoi diritti procedurali. In particolare può far valere che l'offerta non rispettava uno dei requisiti previsti (settore diverso, mansioni non equivalenti, retribuzione inferiore, sede troppo distante). Il rifiuto può essere considerato giustificato se sussistono motivi validi come gravi problemi di salute, necessità di cura di un familiare, impossibilità di raggiungere la sede per mancanza di mezzi oppure convocazioni mal notificate.
Dal punto di vista operativo, il ricorso si presenta in via amministrativa presso l'INPS. La comunicazione dell'atto di decadenza o riduzione dell'assegno deve contenere l'indicazione del termine per ricorrere (generalmente 90 giorni dalla notifica). Il disoccupato accede al portale tramite SPID, CIE o CNS e seleziona la sezione apposita Ricorsi amministrativi. Nel modulo deve indicare i dati del provvedimento contestato, la motivazione, gli eventuali allegati (certificati medici, contratti, comunicazioni, screenshot) e indicare in che modo ritiene che l'INPS o il servizio per l'impiego abbia errato nella valutazione. È opportuno allegare documenti che dimostrino l'esistenza di motivi giustificati.
Il termine ordinario per il ricorso amministrativo è di 90 giorni dalla notifica del provvedimento. Se l'INPS non decide entro 90 giorni, può considerarsi silenzio-rigetto e il beneficiario potrà passare al ricorso giudiziario. In via giudiziaria davanti al Tribunale del lavoro il termine utile è generalmente di un anno dal provvedimento amministrativo o dal silenzio rigetto. In caso di perdita del ricorso, e nel caso specifico del rifiuto di offerta idonea, scatta un periodo di attesa di due mesi prima di poter fare nuova domanda per un sostegno al reddito.
Con queste modifiche la Naspi non viene più vista soltanto come semplice cuscinetto per il disoccupato, ma assume una dimensione di patto attivo: il beneficiario si impegna concretamente nella ricerca e accettazione di una proposta di lavoro congrua.
Da un lato la stretta normativa rafforza la disciplina e potenzialmente migliora l'efficienza del sistema; dall'altro rischia di penalizzare i soggetti più fragili: chi abita in zone svantaggiate, chi ha difficoltà di mobilità, chi presenta problemi di salute o di cura familiare. In queste situazioni, il rischio di decadenza non va sottovalutato.
Nel caso concreto di un beneficiario che riceve un'offerta dall'INPS per l'impiego tramite SIISL, prima di respingerla conviene verificare se sussistono tutte le condizioni previste per essere considerata idonea. Se manca almeno una delle condizioni (settore, mansioni, retribuzione, distanza), la contestazione può essere fondata. Se invece l'offerta rispetta i parametri, occorre valutare se sussistono motivi giustificati per il rifiuto e prepararne la documentazione. In caso di comunicazione di decadenza o riduzione, agire con prontezza, raccogliere tutto il dossier e depositare il ricorso entro termine.