Da richieste di aumenti a miglioramento del welfare, misure per la sicurezza e la salute e la formazione: quali sono le richieste presentate dai sindacati per il rinnovo del Ccnl Lavanderie industriali 2026-2028
Il percorso verso il rinnovo contrattuale per i circa 25.000 addetti del comparto lavanderie industriali in Italia rappresenta un nodo chiave per il futuro del settore, fortemente orientato alla tutela dei diritti e al miglioramento delle condizioni lavorative. Nel triennio preso in esame, la discussione si focalizza sulle richieste delle rappresentanze sindacali e sulle risposte delle imprese, in un contesto in cui è prioritaria la ricerca di equilibrio tra sostenibilità economica, benessere dei lavoratori e crescita competitiva.
Le lavanderie industriali giocano un ruolo centrale nei servizi collegati agli ambiti sanitario e turistico-alberghiero e sono chiamate a rispondere a nuove sfide poste dalla trasformazione tecnologica, dalla gestione della forza lavoro e dalle normative in costante aggiornamento.
Gli addetti, prevalentemente occupati negli ambiti della sanità e del turismo, si trovano ad affrontare carichi di lavoro diversificati e, spesso, condizioni di impiego che necessitano di maggiore protezione, adeguamento dei trattamenti economici e rafforzamento dei diritti sociali.
Le richieste sindacali, presentate sulla piattaforma rivendicativa, riguardano gli incrementi retributivi e il rafforzamento delle tutele sociali. Le organizzazioni di categoria hanno richiesto un adeguamento del trattamento economico complessivo pari a 225 euro per il triennio di riferimento, con la volontà di ridurre gli squilibri generati dalla progressiva perdita del potere d’acquisto.
Nell’ambito delle migliorie economiche, si sottolinea la richiesta di elevare l’elemento perequativo per le aziende prive di contrattazione di secondo livello, portandolo da 350 a 500 euro annui.
Oltre agli aumenti salariali, le sigle sindacali pongono l’accento su una serie di misure per il welfare contrattuale. Tra queste, l’innalzamento al 2,5% del contributo aziendale al fondo pensione integrativa Previmoda e l’elevazione della quota mensile del contributo aziendale al fondo sanitario Fasiil fino a 16 euro. Sono, inoltre, richieste:
Un passaggio centrale riguarda l’attivazione di protocolli che permettano percorsi lavorativi meno gravosi per chi, nella fase più avanzata del percorso professionale, opera in attività particolarmente impegnative. Le richieste si estendono, inoltre, a:
Inoltre, è stato richiesto il rafforzamento del ruolo dell’organismo paritetico nazionale e maggiori ore per la formazione oltre all’aumento dell’indennità di malattia con relativa retribuzione al 100% nei primi 3 giorni in caso di malattia o infortunio.
Un’altra direttrice fondamentale delle richieste per il triennio 2026-2028 riguarda, infatti, proprio la formazione e la crescita delle competenze. Le organizzazioni sindacali propongono che il nuovo CCNL preveda almeno 8 ore retribuite aggiuntive per la formazione, in aggiunta a quelle obbligatorie per legge, nell’ottica di sostenere la riqualificazione professionale anche in risposta alle sfide poste dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie.
Viene anche chiesto di rafforzare le clausole sociali, con l’obiettivo di tutelare anche i lavoratori operanti nella sanità privata e di favorire l’inclusione delle nuove competenze in tutte le aree produttive.
Da parte datoriale si rimarca la volontà di dialogo costruttivo, ma viene evidenziata l’importanza di valutare attentamente le ricadute degli aumenti salariali e delle nuove tutele sociali, tenendo in considerazione le dinamiche del mercato di riferimento e l’impatto degli investimenti su ricerca, digitale e sostenibilità. Alcune aziende, in particolare, manifestano la necessità di mantenere competitività e flessibilità organizzativa anche attraverso la differenziazione dei trattamenti in funzione delle specificità aziendali.