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Rinnovo contratti Enti locali e Comuni 2024-2025, muro contro muro. Tutti i problemi della trattativa

di Marianna Quatraro pubblicato il
trattative enti locali

Proseguono a stento le trattative per il rinnovo del Ccnl Enti Locali e Comuni. Il prossimo appuntamento in programma il 17 dicembre

Quali sono i problemi che stanno emergendo nella trattativa di rinnovo del Contratto Enti locali e Comuni? Sembra essersi arenata la trattativa di rinnovo del Contratto Enti locali.

Al centro delle discussioni ci sono non solo gli aumenti salariali, giudicati insufficienti dai principali sindacati, ma anche una serie di criticità irrisolte relative alle condizioni di lavoro. Il prossimo appuntamento in programma il 17 dicembre. Vediamo nel frattempo cosa sta accadendo.

  • E’ muro contro muro sul rinnovo del Ccnl Enti Locali e Comuni 2024-2025
  • Le proposte e le misure in discussione

E’ muro contro muro sul rinnovo del Ccnl Enti Locali e Comuni 2024-2025

Stando a quanto riportano le ultime notizie, dopo il recente incontro tenutosi, ad aver alzato un muro sarebbero la Cigl e la Uil, che nel comparto delle Funzioni locali hanno la maggioranza assoluta delle deleghe dei lavoratori, mentre Cisl e Csa sarebbero pronte a firmare l’accordo.

Cgil e Uil chiedono, però, ulteriori risorse per garantire buoni ed effettivi aumenti di stipendio. 

La proposta del governo prevede, infatti, incrementi salariali medi differenti in base alle mansioni.

Per gli operatori di base, che svolgono compiti operativi quotidiani, è previsto un aumento mensile lordo di 111,45 euro. 

Per gli operatori esperti, con ruoli più specializzati, l’aumento stabilito sarebbe di 116,03 euro, mentre per gli istruttori, responsabili di attività tecniche e gestionali, si arriverebbe a 130,41 euro. 

Infine, per i funzionari e i dirigenti di livello più alto l’incremento sarebbe di 141,5 euro, in riconoscimento delle loro responsabilità di supervisione e coordinamento.

A tali aumenti, si dovrebbero aggiungere 8 euro al mese per ogni dipendente, destinati a coprire i costi legati a modifiche normative, come i nuovi diritti contrattuali.

Le proposte e le misure in discussione

Ma sul tavolo ci sono anche ulteriori richieste, a partire dalla riduzione dell’orario di lavoro da 36 ore a 30 ore per i dipendenti che scelgono su base volontaria di svolgere la propria prestazione lavorativa in quattro giorni invece di cinque. 

Secondo quanto attualmente formulato, invece, sarebbe prevista la possibilità di spalmare le 36 ore di lavoro alla settimana su 4 giorni. 

L’Aran ha, però, espresso contrarietà alla settimana corta a parità di orario.

Punta, invece, su altre misure, come la liquidazione delle festività soppresse non godute a fine anno, il superamento della penalizzazione dei giorni di ferie per i neo assunti, e la cumulabilità del maggior valore dei differenziali stipendiali delle educatrici inquadrate nell’area degli istruttori con la previsione del differenziale per la futura eventuale iscrizione all’albo degli educatori.

Per la Cgil e la Uil ci sarebbe da affrontare anche la questione delle differenze di trattamento tra i lavoratori, con particolare riferimento ai neoassunti che continuano a subire penalizzazioni economiche durante i giorni di ferie.

Secondo le sigle sindacali, tale situazione è in netto contrasto con i principi di equità e parità di trattamento. 

Inoltre, per un buon rinnovo di contratto si chiede l’aggiornamento dell’indennità dei centralinisti non vedenti. Si tratta di un adeguamento considerato indispensabile per garantire loro condizioni lavorative dignitose e paritarie.