Via libera alla firma del rinnovo del Contratto degli Statali: le modifiche approvate tra gli aumenti degli stipendi, l'estensione dello smart working e la settimana corta
Cosa prevede e per chi il rinnovo ufficiale del contratto degli Statali 2024-2025? E' stato firmato dall'Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) il rinnovo del contratto 2022-2024 degli Statali delle Funzioni centrali, che interessa circa 195mila dipendenti.
L'ipotesi (al momento) di rinnovo è stata sottoscritta da Cisl-Fp e dai sindacati autonomi Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp senza Cgil e Uil.
L’intesa firmata deve, infatti, passare ora dalla vidimazione della Ragioneria di Stato e della Corte dei Conti prima di arrivare alla firma definitiva.
Bisognerà capire anche quali saranno le prossime mosse dei rappresentanti di Cgil e Uil, che hanno tra l’altro già proclamato un nuovo sciopero generale per il 29 novembre.
Il rinnovo stabilisce gli aumenti medi a regime di importo pari a 165,85 euro lordi al mese.
Per quasi la metà dei dipendenti, tali incrementi sono stati anticipati per il 2024 dalla super-indennità di vacanza contrattuale pagata alla fine dello scorso anno.
Sono previsti, inoltre, arretrati per circa 850 euro, anch’essi ridotti per l’anticipo già riconosciuto lo scorso dicembre.
Il nuovo contratto estende la possibilità dello smart working, soprattutto per i neo assunti e per chi è in condizioni di particolare necessità.
Per i lavoratori che hanno determinate esigenze di salute o che assistono i familiari con disabilità che hanno la Legge 104, o per i genitori con bambini piccoli e per le altre casistiche individuate in sede di contrattazione integrativa, è possibile estendere il numero di giorni di lavoro svolti in smart working rispetto a quelle previste per il resto del personale.
Il rinnovo contrattuale prevede, inoltre, il riconoscimento dei buoni pasto per i giorni passati in lavoro agile e collegati a un orario convenzionale.
Il nuovo contratto amplia poi i permessi per effettuare le visite specialistiche e gli esami.
Apre, infine, alla sperimentazione della settimana a quattro giorni, ma mantenendo inalterato l’orario ordinario di lavoro di 36 ore settimanali e il livello di servizi resi all’utenza.
Ciò significa che la misura sarà comunque limitata, perché gli sportelli che prevedono il rapporto diretto con il pubblico per la garanzia di determinati servizi non possono rimanere chiusi un giorno a settimana.
Bisognerà, quindi, capire come e per chi potrà essere organizzata la settimana lavorativa ridotta.