Come procedono le trattative per il rinnovo del contratto della sanità privata dopo il grande sciopero di qualche giorno fa
Quali sono gli ultimi sviluppi sulle trattative per il rinnovo del contratto della Sanità privata? Lo scorso 23 settembre si è tenuto un maxi sciopero generale della sanità privata che ha registrato un’altissima partecipazione.
Secondo quanto dichiarato dalle segreterie di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, circa 20.000 manifestanti si sono radunati nelle piazze di tutta Italia per chiedere un giusto riconoscimento contrattuale, che sia dignitoso e rispettoso del lavoro.
I presìdi si sono tenuti in molte città italiane, da nord a sud, coinvolgendo le lavoratrici e i lavoratori che operano in strutture dove si applicano i contratti Aiop e Aris per la sanità privata e le RSA. Vediamo a che punto sono le trattative in corso.
Era il 2012 quando Aiop e Aris siglarono gli accordi, da allora mai rinnovati, e tra ottobre dello scorso anno e gennaio del 2024 Cgil, Cisl e Uil si sono sedute ai tavoli con le due associazioni per siglare un contratto unico.
Ad ottobre è stato fatto un primo passo equiparando i tabellari salariali fra gli accordi delle due associazioni e il passo successivo deve essere quello di sedersi ai tavoli per scrivere il contratto.
L'obiettivo è il riconoscimento di stipendi adeguati e che riconoscano il valore dei lavoratori nonchè il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Stando a quanto riportano le ultime notizie, si attende la convocazione, a breve, di tutte le parti per un tavolo tecnico di confronto tra Sindacati, Conferenza delle Regioni, le parti datoriali e il Ministero della Salute.
Ma, come sottolineato dalle associazioni sindacali, la mobilitazione continuerà fino a quando non sarà riconosciuto il giusto trattamento contrattuale e salariale a tutti i professionisti che, come quelli del pubblico, garantiscono quotidianamente il diritto costituzionale alla salute.
Fino a quando tali lavoratori non vedranno ben riconosciuta la loro professionalità, si andrà avanti con le discussioni e le trattative e, se serve ancora, con gli scioperi in piazza.