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Risparmio in Italia, chi riesce a mettere via, quanto e per quali obiettivi secondo studio Banca Intesa-Einaudi

di Marcello Tansini pubblicato il
Quanto si riesce a risparmiare

Un viaggio nel risparmio degli italiani tra dati, differenze generazionali, motivazioni personali e nuove tendenze. Chi riesce a mettere da parte, quanto e per quali obiettivi, il profilo del risparmiatore oggi.

Il comportamento finanziario della popolazione italiana è da tempo oggetto di attenzione e studio, specialmente nell'ambito del risparmio. Secondo le rilevazioni più recenti del Centro Einaudi in collaborazione con Intesa Sanpaolo, la propensione al risparmio ha raggiunto livelli mai toccati negli ultimi vent'anni.

Quasi sei italiani su dieci hanno messo da parte una quota del proprio reddito, evidenziando una particolare cautela nell'affrontare le incertezze del contesto socioeconomico. Questa tendenza rappresenta non solo una risposta a fattori economici e sociali attuali, ma anche un indice di una crescente maturità finanziaria e di una cultura del risparmio orientata sia alla sicurezza sia alla progettualità familiare.

Chi riesce a risparmiare: dati demografici, istruzione e profilo dei risparmiatori italiani

L'analisi dei dati dimostra un quadro articolato dei soggetti che riescono effettivamente a risparmiare. Il 58% degli italiani, una percentuale in costante aumento, si distingue per la capacità di accantonare risorse. Questo fenomeno evidenzia una relazione diretta tra livello di istruzione, genere e possibilità di risparmio. Gli uomini risparmiano con una frequenza superiore rispetto alle donne (61% contro 57%), mentre il titolo di studio avanzato rappresenta un fattore determinante: oltre il 90% dei laureati dichiara una completa indipendenza finanziaria, ben al di sopra della media nazionale dell'84,2%. I bullet point sono:

  • Il titolo di studio elevato favorisce una maggiore consapevolezza nelle scelte finanziarie e una gestione più attenta del patrimonio.
  • Le regioni del Centro-Nord mostrano una percentuale superiore di risparmiatori rispetto al Mezzogiorno, confermando il divario economico-territoriale storico.
All'interno dei nuclei familiari, la fascia di età che più si distingue per capacità di accumulo è quella compresa tra i 45 e i 64 anni, accompagnata da una crescente adesione di giovani adulti alla casa di proprietà (60% nel 2024 contro il 49,2% dell'anno precedente). Questa tendenza favorisce una cultura della responsabilità e dell'autonomia finanziaria, andando a ridurre la forbice intergenerazionale sull'indipendenza economica.

Motivazioni del risparmio: dal risparmio precauzionale agli obiettivi intenzionali

Le motivazioni che spingono a risparmiare sono molteplici e si evolvono parallelamente al mutare delle condizioni sociali e personali. Due grandi direttrici guidano l'accantonamento delle risorse: la prudenza e la pianificazione. Il 36% degli intervistati adotta un approccio precauzionale, destinando risorse a copertura di futuri imprevisti come malattie, perdita del lavoro o spese straordinarie. Emerge quindi:

  • Timore per la sostenibilità della previdenza pubblica e per le spese mediche future contribuisce a rafforzare la tendenza al risparmio difensivo.
  • La cultura assicurativa, seppur lentamente crescente, rimane ancora marginale (meno del 18% è coperto per le spese sanitarie).
Accanto a questo atteggiamento difensivo, emerge con sempre maggior forza una nuova categoria: il risparmio intenzionale, adottato dal 38% dei risparmiatori. Qui la decisione di mettere da parte risorse è guidata da obiettivi ben definiti e pianificati:
  • Acquisto di beni immobili, soprattutto la prima casa o un'abitazione per i figli (80% degli italiani vive in casa propria).
  • Pianificazione della pensione e preparazione alla cosiddetta Silver Age (29%).
  • Investimento nel futuro delle nuove generazioni (oltre l'11,7% accumula per sostenere gli studi o progetti dei figli).
  • Creazione di un patrimonio destinato a generare opportunità o copertura reddituale nel medio-lungo periodo.
L'evoluzione dal risparmio “di difesa” verso scelte più progettuali testimonia un'esperienza crescente e una maggiore educazione finanziaria. Tuttavia, permane il rischio di eccessiva prudenza, che può portare a un sottoutilizzo delle opportunità offerte dai mercati.

Destinazione del risparmio: preferenze tra casa, strumenti finanziari e assicurativi

L'allocazione delle risorse da parte delle famiglie riflette una tendenza consolidata verso investimenti a basso rischio. La proprietà immobiliare resta al primo posto nella gerarchia delle preferenze, rappresentando il 63% del patrimonio medio familiare. La casa non solo simboleggia sicurezza, ma anche un bene da trasmettere alle future generazioni e un'opzione di sostegno concreto per i figli. Ecco allora che:

  • L'attitudine all'investimento immobiliare rimane evidente anche tra gli over 60, con il 7% di essi intenzionati a un nuovo acquisto.
  • La destinazione dei risparmi in strumenti finanziari vede le obbligazioni preferite, con circa il 20% delle famiglie che le possiede, mentre la partecipazione diretta al mercato azionario risulta marginale (4,6%).
  • Forme di previdenza complementare raggiungono solo il 24,5% della popolazione, nonostante la loro utilità nella pianificazione a lungo termine.
  • Assicurazioni sanitarie e Long Term Care trovano scarsa diffusione, segnando una barriera nella protezione da rischi specifici.
Solo una quota limitata adotta strategie diversificate, preferendo investimenti che privilegiano la sicurezza sulla redditività. Questa tabella sintetizza le principali destinazioni delle risorse:

Destinazione

Percentuale

Beni immobili

80%

Obbligazioni

20%

Azioni

4,6%

Previdenza complementare

24,5%

Assicurazioni sanitarie/LTC

17,9%

La centralità della pianificazione finanziaria, anche con la consulenza bancaria (oltre il 60% delle preferenze), sembra ormai acquisita; tuttavia, rimane spazio per una maggiore cultura della diversificazione e una migliore conoscenza degli strumenti disponibili.

La Silver Age: ruolo degli over 60 nel risparmio e nella progettualità familiare

La cosiddetta Silver Age si configura come una delle dinamiche più rilevanti per l'economia del risparmio italiano. Gli individui con più di 60 anni non solo continuano ad accantonare risorse in misura elevata, ma si rivelano veri protagonisti del welfare familiare. Quasi due terzi degli appartenenti a questa fascia anagrafica sostengono attivamente figli e nipoti, sia economicamente sia dedicando tempo ed energia. I dati parlano chiaro:

  • Un significativo 59,7% degli uomini tra i 61 e i 70 anni mantiene un'attività lavorativa, così come il 44,4% delle donne; percentuali ancora importanti nei decenni successivi.
  • I progetti degli over 60 si articolano tra viaggi, benessere psicofisico e investimenti nel patrimonio immobiliare (il 7% intenzionato a nuovi acquisti).
  • Circa il 22% degli acquisti immobiliari effettuati dagli over 55 ha una finalità intergenerazionale: la trasmissione del patrimonio familiare rimane un tema centrale.
Il risparmio non assume più solo la funzione di scudo contro l'incertezza, ma diventa strumento di autonomia e di realizzazione personale anche nella terza età.

Negli ultimi anni sono emerse novità nella gestione delle risorse finanziarie da parte delle famiglie. L'evoluzione demografica, l'incertezza sullo Stato sociale e la volatilità dei mercati hanno innescato una maggiore consapevolezza nei confronti della previdenza integrativa e delle polizze assicurative.

Le recenti indagini evidenziano una maggiore diversificazione dell'allocazione degli investimenti, seppur ancora timida. Il peso degli immobili nel patrimonio è in lieve diminuzione, mentre cresce la quota destinata agli strumenti obbligazionari (dal 28% al 34% del portafoglio tra 2023 e 2024). Parallelamente, la consulenza bancaria viene identificata come risorsa chiave soprattutto nella fascia di età 45-64 anni, nella quale il 67% si affida all'istituto di credito per le decisioni d'investimento.

Le tendenze attuali suggeriscono uno spostamento graduale verso una maggiore pianificazione, sostenuta dall'emergere di strumenti gestiti professionalmente e da una maggiore educazione finanziaria.