Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Sempre più poveri, le bugie sull'aumento degli stipendi spiegate da Milena Gabanelli sul Corriere della Se

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Come cambiano le buste paga

Le buste paga degli italiani sono al centro di una interessante inchiesta giornalistica sul reale aumento degli stipendi.

Le buste paga degli italiani sembrano crescere secondo le promesse governative, ma la realtà racconta una storia diversa. Una inchiesta di Milena Gabanelli per il Corriere della Sera evidenzia come, nonostante gli interventi sul cuneo fiscale e i presunti aumenti salariali, il potere d’acquisto di molti lavoratori stia diminuendo. Attraverso i dati e gli esempi concreti analizzati da Dataroom, emerge un quadro preoccupante che sfida le dichiarazioni ottimistiche. Vediamo i dettagli:

  • Buste paga in aumento? L’inganno dell’inflazione
  • Esempi concreti su come cambiano le buste paga

Buste paga in aumento? L’inganno dell’inflazione

Gli interventi promessi dal governo, come il taglio del cuneo fiscale e la rimodulazione delle aliquote Irpef, avrebbero dovuto garantire buste paga più consistenti. Ma l’effetto dell’inflazione ha neutralizzato o addirittura invertito questi benefici. Con un tasso di inflazione che in alcuni mesi del 2023 ha superato il 6%, gli aumenti nominali degli stipendi si sono rivelati insufficienti a coprire il costo in aumento di beni e servizi essenziali.

Per esempio, un lavoratore che percepisce un incremento del 3% del suo stipendio nominale perde potere d’acquisto se i prezzi aumentano del 4% nello stesso periodo. Questo fenomeno, definito illusione monetaria, porta molti a credere di guadagnare di più mentre, in realtà, il denaro disponibile consente di acquistare meno rispetto al passato. Secondo i dati di Dataroom, questa dinamica interessa non solo i lavoratori a basso reddito, ma anche categorie tradizionalmente più tutelate, come i dipendenti pubblici.

Esempi concreti su come cambiano le buste paga

Come si apprende dall'inchiesta, a gennaio 2023, la retribuzione di un metalmeccanico è pari a 30.000 euro lordi all’anno, distribuiti su 13 mensilità. Da questa cifra vanno sottratti 2.247 euro di contributi (pari al 7,5% del reddito lordo) e 4.641 euro di Irpef, portando il reddito netto a 23.112 euro annui, ovvero 1.778 euro netti al mese.

A marzo 2023 scatta un aumento di stipendio di 119 euro al mese, seguito da un aumento di 88 euro al mese previsto da gennaio 2024. Questi incrementi generano 2.691 euro lordi in più all’anno, portando la retribuzione annua lorda a 32.691 euro da gennaio 2024.

Con la nuova retribuzione, cambiano anche le trattenute fiscali e contributive. I contributi scendono a 1.144 euro grazie al taglio dal 7,5% al 3,5% introdotto dalla Legge di bilancio 2024 per i redditi compresi tra 25.000 e 35.000 euro. Le imposte, invece, aumentano a 6.079 euro a causa dell’applicazione della nuova aliquota del 23% sui redditi tra 15.000 e 28.000 euro, ridotta rispetto al precedente 25%. Il reddito netto del metalmeccanico sale così a 25.468 euro annui, pari a 1.959 euro netti al mese.

Nonostante il beneficio apparente di 2.356 euro netti in più all’anno, l’inflazione accumulata tra il 2022 e il 2024, pari a un aumento dei prezzi del 17%, pesa notevolmente sul potere d’acquisto del metalmeccanico. Questo aumento inflattivo corrisponde a una perdita di 3.700 euro annui sul valore reale della retribuzione, che non viene compensata dagli incrementi salariali. Il saldo finale è quindi negativo: il lavoratore si trova con 1.344 euro in meno in termini di potere d’acquisto.

Il problema va cercato nel sistema fiscale, che tassa i redditi nominali senza considerare l’effetto erosivo dell’inflazione. Questo fenomeno, noto come fiscal drag, comporta che il metalmeccanico paghi imposte basate su uno stipendio che, in termini reali, ha perso valore. In concreto, il Fisco "mangia" 1.169 euro della busta paga a causa di questa mancata correzione, rendendo di fatto inefficaci gli aumenti contrattuali rispetto al costo della vita.

Leggi anche