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Cassaintegrazione per il troppo caldo. Come funziona e condizioni per cui si ha diritto in basi circolari INPS

di Chiara Compagnucci pubblicato il
aggiornato con informazioni attualizzate il
Cassa integrazione 2024

Le alte temperature estive sono un rischio concreto per molti lavoratori, soprattutto quelli che operano all'aperto..

Le normative italiane prevedono diverse misure di protezione per i lavoratori esposti alle alte temperature. Le aziende hanno l'obbligo di valutare i rischi termici e implementare interventi preventivi per garantire la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro. Tra queste misure rientrano la fornitura di acqua potabile, pause regolari in aree ombreggiate e la modifica degli orari lavorativi per evitare le ore di picco termico.

L'INPS ha chiarito che in situazioni di temperature estreme, le imprese possono accedere anche alla cassa integrazione per sospendere temporaneamente le attività lavorative. Questo strumento permette di tutelare i lavoratori fragili senza perdita di retribuzione, mentre l'azienda può riprendere le attività una volta normalizzate le condizioni climatiche. Le domande devono essere adeguatamente motivate e documentate, dimostrando l'impossibilità di proseguire il lavoro in condizioni di sicurezza.

Come funziona la cassa integrazione per temperature eccessive

Le temperature elevate rappresentano un rischio concreto per numerosi lavoratori, in particolare per coloro che operano all'aperto o in ambienti non climatizzati. L'INPS ha specificato che le aziende possono richiedere la cassa integrazione per i lavoratori subordinati quando le temperature superano i 35 gradi, sia reali che percepite.

Questo strumento offre una protezione importante nelle situazioni a rischio, come:

  • Attività svolte in ambienti esterni non protetti dal sole
  • Lavorazioni in presenza di materiali che amplificano il calore (come asfalto o metalli)
  • Mansioni che richiedono sforzo fisico intenso
La cassa integrazione consente alle imprese di interrompere temporaneamente le operazioni senza penalizzare economicamente i dipendenti, garantendo sia la tutela della salute che il sostegno al reddito.

Requisiti e condizioni per accedere alla cassa integrazione per caldo eccessivo

L'INPS ha stabilito che l'istituto ha competenza decisoria sulle domande di integrazioni salariali ordinarie. Ha precisato che temperature eccezionalmente elevate, superiori a 35 gradi, costituiscono un valido motivo per richiedere la cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO).

Le temperature percepite, calcolate in base ai bollettini meteorologici ufficiali, sono considerate rilevanti quando superano la temperatura reale. È importante sottolineare che la cassa integrazione viene riconosciuta quando:

  • Il datore di lavoro, su indicazione del responsabile della sicurezza, dispone la sospensione o riduzione delle lavorazioni per motivi di sicurezza e salute
  • Le cause della sospensione o riduzione non sono imputabili al datore di lavoro o ai lavoratori stessi
  • L'azienda dimostra l'impossibilità di proseguire le attività a causa delle condizioni climatiche estreme
L'INPS chiarisce inoltre che l'elevato tasso di umidità, che aumenta la temperatura percepita, e la tipologia di lavorazione sono fattori determinanti per valutare la necessità della cassa integrazione anche quando le temperature reali sono inferiori ai 35 gradi.

Documentazione necessaria per la richiesta

Per ottenere la cassa integrazione per caldo eccessivo, le aziende devono presentare una domanda completa e dettagliata. Le richieste di CIGO devono includere:

  • Una relazione tecnica dettagliata che specifichi le giornate di sospensione o riduzione dell'attività
  • Informazioni sul tipo di lavorazione in corso durante il periodo interessato
  • Evidenze meteorologiche che attestino le temperature elevate (bollettini meteo ufficiali)
  • Documentazione che dimostri che lo stop o la riduzione sono dovuti esclusivamente all'eccessivo calore
È fondamentale che l'azienda dimostri il nesso causale tra le temperature elevate e l'impossibilità di proseguire le attività lavorative in condizioni di sicurezza, fornendo tutti gli elementi necessari per consentire all'INPS di valutare correttamente la richiesta.

Casi pratici e applicazione della cassa integrazione per caldo

L'applicazione pratica della cassa integrazione per temperature elevate varia in base al settore e alla tipologia di attività. Ecco alcuni esempi concreti:

Settore edile

Nel settore delle costruzioni, le aziende possono richiedere la CIGO quando le temperature elevate rendono impossibile o pericoloso lo svolgimento delle attività, come:

  • Lavori su coperture o facciate esposte direttamente al sole
  • Operazioni di scavo o getto di cemento
  • Montaggio di strutture metalliche che possono surriscaldarsi
In questi casi, l'impresa deve documentare le temperature rilevate in cantiere e specificare perché le attività non possono essere riorganizzate o svolte in sicurezza.

Settore agricolo

Per le aziende agricole, la cassa integrazione può essere richiesta quando le temperature elevate non consentono lo svolgimento delle attività di raccolta, semina o altre operazioni che richiedono la presenza dei lavoratori nei campi durante le ore diurne.

È particolarmente rilevante per:

  • Raccolta di frutta e verdura
  • Operazioni di potatura
  • Lavori nelle serre non adeguatamente ventilate
Anche in questo caso, è necessario dimostrare l'impossibilità di modificare gli orari di lavoro o adottare altre misure per garantire la sicurezza dei lavoratori.

Settore manifatturiero

Nel settore manifatturiero, la CIGO può essere richiesta quando le temperature elevate all'interno degli stabilimenti, nonostante l'adozione di misure di mitigazione (ventilatori, sistemi di raffrescamento), superano le soglie di sicurezza, in particolare per:

  • Lavorazioni che prevedono l'utilizzo di forni o macchinari che generano calore
  • Attività in capannoni non sufficientemente isolati o ventilati
  • Processi produttivi che richiedono sforzo fisico intenso
In questi casi, l'azienda deve dimostrare di aver tentato di adottare misure alternative prima di ricorrere alla sospensione delle attività.

Misure alternative alla cassa integrazione

Oltre alla cassa integrazione, esistono altre soluzioni che le aziende possono adottare per gestire i periodi di caldo intenso:

Riorganizzazione dei turni di lavoro

L'INAIL suggerisce la riorganizzazione dei turni lavorativi per concentrare l'attività nelle ore più fresche della giornata. Questa soluzione è particolarmente indicata per:

  • Imprese edili
  • Lavoratori che operano all'esterno (come quelli impegnati nella stesura del manto stradale)
  • Attività agricole
Molte aziende adottano orari spezzati con inizio attività alle prime ore del mattino (5:00-6:00), pausa nelle ore centrali della giornata, e ripresa dell'attività nel tardo pomeriggio/sera quando le temperature si abbassano.

Ordinanze regionali e comunali

A livello locale, diverse regioni italiane stanno introducendo misure specifiche per vietare il lavoro nelle ore più calde dei giorni critici, sia nei campi che nei cantieri. Alcuni esempi includono:

  • In Puglia, un'ordinanza vieta il lavoro all'aperto sotto il sole dalle 12:30 alle 16:00 nelle aree agricole durante i giorni con un livello di rischio alto
  • In provincia di Verona, durante i periodi di allerta caldo, le aziende possono modificare i turni di lavoro in deroga al contratto collettivo
  • A Roma, con migliaia di cantieri attivi, alcune aziende edili stanno spostando gli orari di lavoro dalle 5:00 alle 14:00
Queste iniziative locali rappresentano un importante complemento alle misure nazionali, consentendo di adattare gli interventi alle specifiche condizioni climatiche del territorio..

Misure preventive obbligatorie per i datori di lavoro

Indipendentemente dalla possibilità di accedere alla cassa integrazione, i datori di lavoro sono tenuti ad adottare specifiche misure preventive per proteggere i lavoratori dalle alte temperature, in conformità con il D.Lgs. 81/2008 sulla sicurezza sul lavoro:

  • Valutazione dei rischi legati all'esposizione a temperature elevate
  • Fornitura di acqua potabile fresca in quantità sufficiente
  • Predisposizione di aree ombreggiate per le pause
  • Installazione, ove possibile, di sistemi di ventilazione o condizionamento
  • Fornitura di dispositivi di protezione individuale adeguati (cappelli, abbigliamento traspirante, protezioni solari)
  • Organizzazione di pause programmate durante la giornata lavorativa
  • Formazione e informazione dei lavoratori sui rischi legati al caldo e sulle misure preventive
La mancata adozione di queste misure può comportare sanzioni per il datore di lavoro e, nei casi più gravi, responsabilità penali in caso di infortuni o malattie professionali
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