La concorrenza non manca e se Spotify resta il più utilizzato per comodità e algoritmi di raccomandazione.
Dal mese di giugno 2025 Spotify applicherà un nuovo aumento dei prezzi, il secondo in meno di 12 mesi. Il piano Individuale passerà da 10,99 euro a 11,99 euro al mese, mentre lo Student, pensato per gli universitari, subirà un rincaro di 1 euro a 6,99 euro. Anche chi condivide l'abbonamento con un partner o la famiglia dovrà fare i conti con il rincaro: il piano Duo salirà a 15,99 euro, il Family a 18,99 euro.
L'aumento, annunciato in concomitanza anche in altri Paesi europei e sudamericani, rientra in una strategia del gruppo Spotify, che punta ad aumentare la marginalità in un contesto di crescenti pressioni dell'industria musicale, accresciuti costi operativi e obiettivi di sviluppo tecnologico. Gli utenti italiani riceveranno comunicazione ufficiale via email e attraverso l'app nelle prossime settimane. L'aumento scatterà automaticamente dal primo rinnovo utile dopo il mese di giugno, salvo disdetta dell'abbonamento. Entriamo nei dettagli:
Un altro elemento chiave è la volontà della piattaforma svedese di sviluppare nuovi contenuti e funzionalità avanzate, come l'integrazione di intelligenza artificiale nella personalizzazione dei brani, il potenziamento dei podcast originali e la diffusione dell'offerta audiolibri. Ed è in fase di test un nuovo piano definito Super Premium che dovrebbe offrire audio lossless, accesso anticipato alle nuove uscite e addirittura prevendite per concerti ed eventi esclusivi.
Infine, va ricordato che Spotify si trova a competere con piattaforme che, oltre alla musica, offrono ecosistemi integrati con video, e-commerce e servizi cloud. Per non restare indietro, è obbligata a reinvestire nella propria infrastruttura.
La concorrenza non manca e se Spotify resta il più utilizzato per comodità e algoritmi di raccomandazione, la fedeltà degli utenti non è garantita, soprattutto in un periodo di attenzione crescente ai costi familiari e abitudini digitali sempre più flessibili.
Tra i concorrenti c'è Apple Music, che ha una libreria comparabile, alta qualità audio e forte integrazione con l'ecosistema iOS. Il suo prezzo, simile a quello di Spotify, viene però giustificato da un'interfaccia elegante e da funzionalità curate, come le playlist editoriali. Poi c'è Amazon Music Unlimited, gratuito (nella versione base) per i clienti Amazon Prime e molto competitivo sul piano economico. La sua interfaccia è meno raffinata, ma i contenuti sono di qualità e la libreria è ampia.
Un'opzione più visuale è YouTube Music, apprezzata da chi ama integrare audio e videoclip, anche se penalizzata da una gestione meno ordinata delle playlist personali. I più esigenti in termini di qualità audio possono rivolgersi a Tidal, che propone streaming lossless e HiFi, spesso promosso da artisti come alternativa etica a Spotify. Infine c'è Deezer, che offre una buona qualità del suono, una gestione dei brani fluida e piani accessibili.
Per chi invece cerca una soluzione a costo zero, pur rinunciando alla musica mainstream, restano le piattaforme indipendenti e gratuite come SoundCloud, Bandcamp e Jamendo, che danno spazio a produzioni emergenti e creative, ideali per scoprire nuova musica e supportare artisti alternativi.