Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Super ricchi e miliardari al mondo crescono tra chi riuscito da solo e chi ha ereditato.

di Marcello Tansini pubblicato il
nuovi miliardari al mondo

L'ascesa dei super ricchi nel mondo si manifesta tra chi ha costruito il proprio impero dal nulla e chi ha ereditato fortune. Analisi delle origini, distribuzione geografica e settoriale della ricchezza globale

I patrimoni miliardari continuano a mostrare una tendenza di crescita sostenuta a livello globale, segno della resilienza e capacità di adattamento dell’alta finanza. Nel corso dell’ultimo anno, il numero dei miliardari è salito, raggiungendo quota 2.919 e registrando un aumento dell’8,8%. Parallelamente, la ricchezza complessiva detenuta da questa élite ha superato i 15.800 miliardi di dollari, segnando una progressione del 13% rispetto al periodo precedente. Tali stime emergono dal più recente "UBS Billionaire Ambitions Report".

Questo incremento si riscontra non solo nei numeri assoluti, ma anche nell’ampiezza dei patrimoni individuali, evidenziando come i super ricchi consolidino e accrescano la propria influenza nonostante uno scenario internazionale caratterizzato da trasformazioni tecnologiche, turbolenze geopolitiche e crescenti rischi finanziari. Le strategie di investimento stanno progressivamente includendo nuovi settori, diversificando l’esposizione ai mercati tra private equity, hedge fund, infrastrutture e asset considerati tradizionalmente più sicuri.

Il fenomeno riflette l’accumulo di risorse globali da parte di un numero selezionato di individui, contribuendo al continuo dibattito pubblico su redistribuzione del capitale, imposte sulla successione e sfide per la coesione sociale. Il tema dell’accrescere dei patrimoni resta al centro dell’attenzione internazionale come elemento chiave per interpretare le dinamiche economiche della contemporaneità.

Origini della ricchezza: self-made miliardari ed ereditieri

Negli ultimi anni, l’origine delle grandi fortune mondiali è oggetto di crescente interesse tra studiosi, economisti e osservatori della società. La distinzione tra chi ha costruito la propria ricchezza "da zero" e chi invece ha beneficiato di rilevanti eredità è fondamentale per analizzare le tendenze della mobilità economica e le prospettive generazionali. I dati riportati dall’indagine UBS per il 2025 indicano che su quasi tremila miliardari, una fetta considerevole - circa 196 individui - sono classificabili come self-made, ovvero persone che hanno creato le proprie fortune grazie a intuizione, investimento e spirito imprenditoriale.

L’incremento delle fortune self-made riflette una dinamicità particolare nei settori innovativi e tecnologici, dove la capacità di identificare nuove opportunità di business e l’attitudine al rischio premiano gli imprenditori. Questo trend si innesta su una struttura sociale che, pur offrendo spazi di crescita individuale, rimane influenzata da meccanismi di concentrazione della ricchezza e da contesti normativi favorevoli.

D’altro lato, l’aspetto ereditario rimane una componente rilevante. Nel 2025, secondo le rilevazioni, 91 miliardari hanno ricevuto ingenti patrimoni, per un totale di oltre 297 miliardi di dollari, manifestando il permanere di forme di trasmissione intergenerazionale della ricchezza. Il fenomeno si prospetta ancora più marcato nel prossimo futuro: gli esperti stimano che, entro il 2040, si assisterà a un passaggio di circa 6.900 miliardi di dollari tra generazioni, con una porzione significativa destinata ai discendenti statunitensi.

L’intreccio tra imprenditorialità e patrimonio ereditato contribuisce ad alimentare riflessioni sulle dinamiche di equità sociale e sulle possibilità di accesso ai capitali. In molti casi, i self-made miliardari sono riusciti a valorizzare expertise, visione e coraggio gestionale, mentre gli eredi dispongono di strumenti e risorse consolidate che permettono di perpetuare e talvolta accrescere i capitali accumulati. È interessante notare come, nella prassi, spesso si assista a forme di collaborazione tra entrambe le categorie, sia nei board aziendali sia nelle strategie filantropiche, accentuando il peso che queste figure esercitano nelle scelte economiche globali.

La dicotomia tra chi "si è fatto da sé" e chi ha ricevuto una dotazione patrimoniale resta centrale per comprendere i processi che sottendono l’evoluzione della ricchezza, sia in termini di snellezza delle strutture sociali sia di impatto sulle politiche fiscali e sugli assetti normativi, come dimostrano, ad esempio, le recenti consultazioni sulla tassazione delle successioni in Paesi a elevata densità di grandi patrimoni.

Distribuzione geografica e settoriale dei miliardari

Lo scenario attuale rivela che la distribuzione dei patrimoni miliardari non è omogenea né per area geografica né per settore d’investimento. Da un’analisi dettagliata, le Americhe emergono come epicentro della ricchezza planetaria, con la presenza di oltre un migliaio di miliardari e patrimoni aggregati superiori a 7.400 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti, nello specifico, continuano a rappresentare la maggiore concentrazione globale, contando 924 super ricchi per un totale di 6.889 miliardi di dollari.

L’Asia-Pacifico si attesta subito dopo, con 1.036 miliardari che controllano oltre 4.200 miliardi di dollari. La Cina continentale e l’India giocano un ruolo di primo piano: la prima presenta 470 miliardari con 1.766 miliardi di dollari, la seconda 188 individui per un totale di 888 miliardi. In Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA), il numero si attesta a 831 miliardari, con sponde importanti in Germania (156 miliardari, 692 miliardi di dollari) e Svizzera (84 miliardari, 518 miliardi).

Regione Numero Miliardari Patrimonio (mld $)
Americhe 1.052 7.464
U.S.A. 924 6.889
Asia-Pacifico 1.036 4.227
Cina continentale 470 1.766
India 188 888
EMEA 831 4.100
Germania 156 692
Svizzera 84 518

Sul piano settoriale, il panorama si complica ulteriormente: il comparto consumer e retail è il primo per volume, con 3.100 miliardi di dollari, seguito dal settore tecnologico, che ha conosciuto la più elevata crescita percentuale (+23,8%), raggiungendo i 3.000 miliardi. L’industria e i servizi finanziari confermano anch’essi importanti dinamiche di sviluppo, rispettivamente con patrimoni di 1.700 miliardi (+27,1%) e 2.300 miliardi (+17%).

  • Consumer e retail: 3.100 miliardi di dollari
  • Tecnologia: 3.000 miliardi (+23,8%)
  • Industriale: 1.700 miliardi (+27,1%)
  • Servizi finanziari: 2.300 miliardi (+17%)
I trend di investimento rivelano come le preferenze stiano cambiando: circa il 49% degli ultraricchi intende rafforzare la propria presenza nei mercati del private equity, mentre le posizioni verso hedge fund, asset infrastrutturali e oro sono in deciso aumento. Le inquietudini maggiori riguardano questioni come i dazi commerciali, le tensioni geopolitiche e l’instabilità politica, evidenziando come la gestione patrimoniale sia sempre più legata all’analisi dei contesti macroeconomici e normativi.

Relativamente alle zone di opportunità, si osserva una progressiva diversificazione geografica: le Americhe restano importanti ma il peso relativo diminuisce, mentre cresce il ruolo dell’Europa occidentale, della Grande Cina e dell’intera regione Asia-Pacifico. Circa il 42% degli intervistati segnala l’intenzione di aumentare l’esposizione verso mercati emergenti, componente rilevante in molte strategie di accumulo patrimoniale.