Allemandi, storica casa editrice italiana, attraversa una straordinaria rinascita. Fra ingresso di nuovi soci e strategie vincenti, si distingue per innovazione e crescita in un settore difficile, consolidando il suo ruolo culturale.
L’editoria d’arte italiana vive una fase di profondo rinnovamento grazie all’esperienza di una delle sue realtà più storiche e apprezzate. Nei dodici mesi appena trascorsi, Allemandi ha saputo incarnare uno slancio di rinascita sorprendendo analisti e osservatori: un percorso segnato da nuovi assetti societari, strategie mirate e risultati finanziari che testimoniano la solidità delle scelte compiute. L’azienda torinese si è ritagliata un posto di primo piano tra i medi editori, puntando non solo sull’eccellenza editoriale, ma anche su una rinnovata capacità di dialogo con i lettori e i professionisti della cultura. L’evoluzione di questa casa editrice rappresenta un segnale positivo per il comparto culturale nazionale, proponendo nuovi modelli di gestione e valorizzazione dei contenuti d’arte.
Fondata nel 1983 a Torino, Allemandi ha sempre manifestato una vocazione specialistica per le arti figurative, decorative e per il patrimonio culturale italiano. Negli anni, la casa editrice ha costruito una precisa identità trasformandosi progressivamente in una piattaforma culturale multiforme: dal settore librario, con oltre 80 titoli pubblicati annualmente, al coordinamento di aree tematiche che spaziano dall’arte antica all’editoria contemporanea.
Nell’ultimo anno la casa editrice ha vissuto una delle fasi più trasformative della propria storia con l’ingresso di nuovi importanti azionisti quali Intesa Sanpaolo, Fondazione 1563 e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. L’acquisizione dei rami industriali, finalizzata a dicembre 2024, ha portato un radicale rinnovamento degli assetti societari e gestionali. Michele Coppola, presidente e Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, insieme all’Amministratore Delegato Luigi Cerutti, ha introdotto un modello di governance orientato sia alla sostenibilità economica che al rinnovamento culturale. L’arrivo di figure di spicco come Pietro Della Lucia nel settore libri e Luca Zuccala alla guida del Giornale dell’Arte ha segnato un passo decisivo nel riposizionamento competitivo della casa editrice. L’approdo del nuovo azionariato ha determinato la stesura di un innovativo Piano Industriale finalizzato a espandere la platea di lettori, arricchire l’offerta editoriale e rafforzare la presenza nella galassia digitale. Le prospettive condivise tra soci e management si traducono in strategie mirate a valorizzare l’heritage, promuovere la qualità e la valorizzazione dell’informazione culturale. Esperienza gestionale ed entusiasmo professionale hanno animato tutto il percorso del rilancio di Allemandi, contribuendo a rinsaldare i rapporti con enti pubblici, musei e partner privati. La condivisione di visione tra i protagonisti ha permesso di imprimere un ritmo nuovo e una maggiore inclusività: oggi la casa editrice si configura come un ponte tra la cultura specialistica e un pubblico più ampio, ponendo al centro la formazione di una community culturale coesa.
L’esercizio 2025 si conclude per Allemandi con indicatori economici senza precedenti. Secondo gli ultimi dati approvati dal Consiglio di Amministrazione, i ricavi hanno superato quota 5,5 milioni di euro, registrando un incremento dell’80% rispetto al budget fissato prima del nuovo assetto societario, e del 30% rispetto alle più ottimistiche previsioni dell’inizio anno. L’area libri ha segnato una crescita del 105%, Il Giornale dell’Arte si attesta a +36%. Ne deriva una progressione che ha permesso a Allemandi di entrare nella fascia dei cosiddetti “medi editori” tra i 5 e i 15 milioni di fatturato. La seguente tabella riassume i principali dati economici:
| Voce | 2024 (pre-acquisizione) | 2025 | Variazione |
| Ricavi totali | 3,5 mln € | 5,5 mln € | +80% |
| Utile | 190.000 € | 400.000 € | +110% |
| Area libri | - | +105% | - |
| Il Giornale dell’Arte | - | +36% | - |
L’espansione della base di lettori e l’aumento della domanda libraria hanno contribuito al conseguimento di utili più che raddoppiati, con un +110% rispetto al budget pre-acquisizione e +30% rispetto all’ultimo piano aziendale. Tali risultati, sottolineano i vertici, sono il frutto di una sapiente gestione, attenzione ai costi ed elevata qualità editoriale.”
Il Giornale dell’Arte resta il fiore all’occhiello della produzione editoriale torinese. Fondata anch’essa nel 1983, la testata pubblica in media 180 pagine mensili e raggiunge una diffusione di oltre 20.000 copie per numero, offrendo ai lettori notizie tempestive e approfondite sia a livello nazionale sia internazionale. La spinta all’innovazione ha coinvolto soprattutto l’infrastruttura digitale, con il sito ilgiornaledellarte.com che supera 1,5 milioni di visualizzazioni mensili. Da settembre 2025, inoltre, è stata resa disponibile un’area riservata – con contenuti premium – e l’intero archivio storico digitalizzato: ad oggi sono più di 200 i numeri del periodico già online, per un totale di circa 55.000 pagine consultabili gratuitamente.
Il 2025 ha rappresentato anche dal punto di vista progettuale un momento di espansione considerevole. Tra le iniziative spicca la gestione del bookshop e la realizzazione del catalogo della mostra "Tesori dei Faraoni" ospitata alle Scuderie del Quirinale. L’evento, inaugurato con la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha dimostrato la capacità di Allemandi di operare efficacemente nel settore delle grandi manifestazioni culturali. Ulteriori successi sono stati riscontrati con la pubblicazione, in occasione delle ATP Finals di Torino, di un libro fotografico per Ray Giubilo, che ha riscosso apprezzamenti per qualità e originalità. Le attività 2025 si sono caratterizzate per:
Guardando oltre il successo conseguito nel 2025, le strategie per i prossimi anni puntano al rafforzamento della leadership italiana e all’ingresso tra gli attori di peso del circuito editoriale europeo. Michele Coppola e gli altri soci ribadiscono la volontà di presidiare la qualità dei prodotti librari e di continuare a investire sia nell’informazione culturale sia nella digitalizzazione degli archivi. Il nuovo Piano Industriale in via di definizione prevede: