Il lavoro nei supermercati italiani si tinge di nuovi abusi: salari bassi, turni estenuanti e caporalato colpiscono sia italiani che stranieri, generando gravi ripercussioni sociali e psicologiche sui lavoratori coinvolti.
Dietro la comodità della spesa a qualsiasi ora, si celano turni massacranti e salari bassissimi. Mentre le corsie appaiono ordinate agli occhi dei clienti, si moltiplicano i racconti su lavoratori costretti a turni notturni senza tutele, impegnati a rifornire scaffali spesso nell'ombra e nel silenzio.
Questo fenomeno, in rapida diffusione, assume i connotati di un vero caporalato moderno, in cui i diritti fondamentali risultano compressi o ignorati. L'emergere di nuovi modelli di sfruttamento, apparentemente invisibili, interessa sia lavoratori italiani che stranieri, vittime di un sistema opaco e fragile che necessita attenzione e consapevolezza pubblica.
Le dinamiche che regolano le attività notturne nei supermercati riflettono meccanismi spesso associati a forme di intermediazione illecita della manodopera. Molti lavoratori vengono reclutati tramite agenzie o cooperative che offrono poche garanzie e inquadramenti contrattuali ambigui. La maggioranza di questi addetti viene impiegata fuori dagli orari di apertura, con la richiesta di sistemare i prodotti nei reparti e assicurare la piena funzionalità degli spazi prima dell'arrivo mattutino dei clienti:
L'identikit di chi popola le corsie nella notte mette in luce una platea tutt'altro che omogenea. Non più solo migranti in cerca di un'opportunità, ma anche cittadini italiani spinti dalla necessità di integrare un reddito insufficiente o uscire dallo stato di disoccupazione. Tra questi lavoratori figurano spesso:
I dati confermano che, per un mese di lavoro pieno, il reddito rimane ampiamente sotto la soglia di povertà. Le aspettative di un miglioramento risultano disattese anche a fronte di mansioni impegnative e forti sacrifici personali. L'assenza di rappresentanza sindacale nei punti vendita aperti 24 ore su 24 comporta la difficoltà di far valere qualsiasi richiesta di adeguamento contrattuale.
Alcuni lavoratori si trovano a dover accettare orari spezzati e turni successivi anche durante il fine settimana, con ricadute importanti sulla vita familiare e sociale. In molte situazioni, il carico fisico non è proporzionato alla retribuzione percepita, acuendo la sensazione di marginalità e sfruttamento. Le condizioni igienico-sanitarie, inoltre, lasciano spesso a desiderare per chi opera quando il supermercato è chiuso e poco riscaldato o privo di idonei spazi di riposo:
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Tipologia |
Condizioni rilevate |
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Retribuzione media netta |
5-6 euro/ora |
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Durata media del turno |
6-8 ore continuative di notte |
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Tutele contrattuali |
Assenti o minime |
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Straordinario riconosciuto |
Molto raro |
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Pausa pranzo/notturna |
Limitata, spesso non pagata |
Le ripercussioni per chi vive questa realtà sono molteplici e non si limitano all'aspetto economico. Il lavoro notturno e le condizioni di sfruttamento espongono i lavoratori a stress significativo, isolamento sociale e malessere psicologico. Tra le principali conseguenze si riscontrano:
Questa realtà, spesso invisibile agli occhi dei consumatori, richiede una riflessione ampia sulla responsabilità sociale e la necessità di restituire dignità e visibilità a chi contribuisce ogni giorno - spesso di notte - al funzionamento della grande distribuzione.