Gli stage e i tirocini sono una tappa sempre più diffusa nel percorso d'inserimento lavorativo in Italia. Dati aggiornati su assunzioni post-stage, differenze regionali e settoriali, fattori individuali e criticità del sistema.
Il percorso di transizione dallo studio al lavoro è una delle fasi più complesse e determinanti nella vita di ogni giovane italiano. Nel contesto nazionale, strumenti come stage e tirocini sono utilizzati sia dagli studenti in formazione sia dai neodiplomati e neolaureati che cercano la prima esperienza professionale.
Questi percorsi offrono l'opportunità di acquisire competenze operative e di confrontarsi con le dinamiche reali del mondo del lavoro, spesso facilitando l'ingresso nella posizione lavorativa desiderata. Tuttavia, anche le imprese, attraverso l'attivazione dei tirocini, beneficiano di un contatto diretto con potenziali futuri collaboratori, investendo nel capitale umano e riducendo il rischio di una selezione inadeguata. Il panorama italiano si caratterizza per un utilizzo ampio e variegato di queste esperienze, tanto che la domanda "quante persone assunte dopo uno stage o tirocinio in media" è una delle questioni centrali nelle politiche occupazionali e formative.
L'evoluzione degli stage in Italia riflette profondi cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro e nell'approccio delle imprese alla formazione professionale. Dopo il picco di attivazioni registrato nel periodo antecedente la pandemia, il 2024 ha visto la conferma del trend in calo: circa 280.000 tirocini sono stati avviati, una cifra inferiore rispetto ai 350.000 stagisti degli anni migliori e in ulteriore lieve diminuzione rispetto al biennio precedente.
È emersa una polarizzazione territoriale, con la Lombardia al primo posto (oltre 57.000 attivazioni), seguita da Campania (30.176) e Lazio (29.545). Diversamente dalla tendenza nazionale, in Campania si registra un notevole incremento di stage (+30% rispetto all'anno prima). In termini settoriali, la maggior parte delle attivazioni riguarda il comparto terziario, con rilevanza per “trasporti, comunicazioni, attività finanziarie e altri servizi alle imprese” e per il commercio e le riparazioni. Il segmento industriale ha segnato un calo nell'ultimo esercizio. Emergono allora alcuni trend:
Il sistema italiano distingue due principali tipologie di stage:
L'analisi delle percentuali di ingresso nel lavoro stabile a seguito di uno stage o tirocinio conferma significative variabilità dovute a età, titolo di studio, settore di inserimento e condizioni territoriali. I dati ufficiali riportano che circa il 50% dei tirocini si conclude con l'attivazione di un contratto di lavoro entro un mese dalla fine del percorso formativo. La probabilità di ottenere un impiego è strettamente correlata al livello di istruzione: il 58% dei giovani con laurea o titolo terziario viene assunto, contro poco più del 33% tra coloro che hanno conseguito solo la terza media. I dati sono i seguenti:
Periodo post-stage |
% di assunzione |
Entro 1 mese |
48,6% |
Con titolo terziario |
58% |
Con titolo fino a terza media |
33,7% |
Under 29 |
52,1% |
Over 50 |
19,1% |
Le aziende più attente alla formazione reale e all'attivazione di contratti stabili dopo lo stage possono beneficiare di incentivi e di possibilità di ampliamento sul contingente di stagisti – un aspetto che sottolinea il valore dato alla formazione di qualità nel tessuto produttivo nazionale.
L'esito dello stage in termini di inserimento lavorativo muta sulla base della localizzazione regionale e del settore produttivo. Le aree settentrionali, in particolare la Lombardia, continuano a offrire il maggior numero di opportunità grazie a un mercato del lavoro più dinamico e strutturato. La Campania, tuttavia, mostra segnali di inversione di tendenza, soprattutto nel settore pubblico allargato (istruzione e sanità). Altri territori come Calabria, Basilicata, Sardegna e Puglia evidenziano una contrazione significativa nelle attivazioni di stage. Per riassumere:
Fra le variabili che influenzano maggiormente l'esito positivo della transizione dallo stage al lavoro si annoverano l'età del tirocinante, il livello di istruzione e, in maniera interessante, il genere. Nel 2023, il 52,1% degli under 29 attiva un contratto al termine del tirocinio, percentuale che scende al 19,1% per gli over 50, per i quali invece cresce la probabilità di un nuovo stage anziché un'assunzione stabile. L'incidenza del titolo di studio resta particolarmente elevata: le persone con formazione terziaria ottengono rapporti di lavoro nell'immediato post-stage in quasi 6 casi su 10, mentre invece i livelli più bassi di scolarità sono un elemento di svantaggio competitivo: