Quali sono le tasse che si devono pagare suii terreni agricoli, le imposte ordinarie annuale e qualle straordinare che sorgono in determinate condizioni.
I terreni agricoli nel 2025 devono pagare delle tasse che possiamo definire "annue" che si devono versare all'Erario per il solo semplice fatto di possere un appezzamento e altre imposte particolari che sorgono solo in determinati casi come ad esempio l'acquisto o la vendita
Essere proprietari di un terreno agricolo comporta l'obbligo di versare diverse imposte, il cui importo varia in base a diversi fattori, tra cui il valore del fondo e la redditività dell'attività svolta. Scopriamo nel dettaglio quali sono questi tributi e come vengono calcolati.
La tassazione ordinaria che grava sui proprietari di terreni agricoli è principalmente legata all'IRPEF. Il regime di imposizione prevede l'applicazione delle aliquote vigenti, che variano in base agli scaglioni di reddito del contribuente.
L'imposta si calcola sui redditi catastali dei terreni, che devono essere rivalutati dell'80% per il reddito dominicale e del 70% per quello agrario rispetto ai valori risultanti dalle visure catastali. I contribuenti che non possiedono qualifiche agricole specifiche, oltre a queste rivalutazioni, devono applicare un ulteriore incremento del 30%.
È importante sottolineare che per il 2025 è ancora prevista l'esenzione IRPEF dei redditi dominicali e agrari per i terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti nella previdenza agricola. Questi redditi non concorrono quindi alla formazione della base imponibile ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.
Sono considerati imprenditori agricoli professionali (IAP) i soggetti che possiedono competenze e conoscenze professionali specifiche nel settore agricolo e che dedicano alle attività agricole almeno il 50% del proprio tempo lavorativo, ricavando dalle stesse almeno il 50% del proprio reddito globale.
È inoltre prevista una tassazione progressiva IRPEF per il corrispettivo percepito a fronte della costituzione di un diritto di superficie su terreni agricoli, una pratica sempre più diffusa nel settore delle energie rinnovabili.
Dal Modello 730/2025 è stato introdotto un nuovo regime agevolativo per i redditi dominicali e agrari di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. In particolare, questi redditi concorrono alla formazione del reddito complessivo in percentuali diverse:
Oltre all'IRPEF, i proprietari di terreni agricoli devono considerare anche altre imposte locali, come l'IMU e la TARI, che hanno regole specifiche di applicazione.
L'Imposta Municipale Unica (IMU) va pagata annualmente sui terreni agricoli, a meno che non rientrino in specifiche categorie di esenzione. Sono esenti dal pagamento dell'IMU:
Per calcolare l'IMU sui terreni agricoli è necessario considerare il valore catastale, ottenuto moltiplicando il reddito dominicale rivalutato al 25% per il moltiplicatore catastale di 135. A questo valore si applica l'aliquota IMU stabilita dal Comune, che parte dal 7,6 per mille con possibilità di variazione del 3 per mille in aumento o diminuzione.
Per quanto riguarda la TARI (Tassa sui Rifiuti), la legislazione vigente prevede che le aree e i fabbricati adibiti alla lavorazione, trasformazione, conservazione e stoccaggio di prodotti agricoli siano esenti dal pagamento. Questo significa che i terreni agricoli non sono soggetti a questa imposta.
Le operazioni di compravendita di terreni agricoli sono soggette a un regime fiscale specifico, che varia in base alle caratteristiche dell'acquirente e del venditore.
L'acquisto di un terreno agricolo comporta generalmente il pagamento delle seguenti imposte:
Per comprendere meglio l'impatto fiscale, possiamo analizzare un caso pratico di vendita di un terreno agricolo da un privato a un coltivatore diretto o IAP, con un prezzo di vendita di 50.000 euro. In questo scenario, le imposte da pagare ammonterebbero a circa 990 euro, così suddivise:
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una novità importante per i proprietari di terreni agricoli: la possibilità di rivalutare il valore fiscale è diventata permanente, eliminando la necessità delle proroghe annuali. Questa misura permette di ridurre significativamente le plusvalenze tassabili in caso di vendita.
Con la rivalutazione, è possibile assumere come base per il calcolo della plusvalenza non più il costo storico di acquisto, ma il valore del terreno alla data del 1° gennaio dell'anno, determinato mediante perizia giurata. L'imposta sostitutiva da pagare è pari al 18% del valore periziato (aumentata rispetto al 16% degli anni precedenti) e può essere versata in un'unica soluzione entro il 30 novembre o rateizzata in tre rate annuali.
Questa opportunità è particolarmente vantaggiosa per chi ha acquistato terreni a valori molto inferiori rispetto a quelli attuali, poiché consente di pagare un'imposta sostitutiva inferiore alla tassazione ordinaria che si applicherebbe sulla plusvalenza realizzata. La scadenza per effettuare la rivalutazione per i terreni posseduti al 1° gennaio 2025 è fissata al 30 novembre 2025.
Ecco un esempio pratico che illustra la convenienza della rivalutazione:
Ipotizziamo un terreno acquistato a 100.000 euro e venduto a 250.000 euro senza rivalutazione. La plusvalenza di 150.000 euro sarebbe tassata al 26%, comportando un'imposta di 39.000 euro. Se invece il terreno viene rivalutato a 200.000 euro, la plusvalenza si riduce a 50.000 euro e l'imposta sostitutiva (18%) ammonterebbe a 9.000 euro, con un risparmio significativo.
Un aspetto particolarmente rilevante per il settore agricolo, soprattutto in relazione agli impianti fotovoltaici, riguarda la tassazione del diritto di superficie. L'Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 23/E del 3 aprile 2025, ha confermato che agli atti di costituzione del diritto di superficie su terreni agricoli si applica l'aliquota del 9% anziché quella del 15%.
Questa chiarificazione si allinea con l'orientamento della Corte di Cassazione, che con l'ordinanza n. 27293 del 22 ottobre 2024 aveva stabilito che l'aliquota del 15% è applicabile solo al trasferimento e non alla costituzione di un diritto reale di godimento. La decisione è particolarmente rilevante per gli operatori nel settore delle energie rinnovabili, che spesso ricorrono alla costituzione del diritto di superficie per realizzare impianti fotovoltaici su terreni agricoli.
Se si beneficia delle agevolazioni fiscali previste per l'acquisto di terreni agricoli, è fondamentale prestare attenzione alle cause di decadenza per non perdere i vantaggi ottenuti.
Si decade dalle agevolazioni fiscali nei seguenti casi:
Non si incorre nella decadenza dai benefici fiscali nei seguenti casi: