Il Testo Unico sulle Rinnovabili, pur essendo un passo avanti verso l’unificazione normativa, presenta ancora molte criticità che rischiano di rallentare lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Il Testo Unico sulle Rinnovabili è stato approvato con l'obiettivo di semplificare e unificare le normative relative alla produzione di energia da fonti rinnovabili in Italia.
Nonostante le intenzioni iniziali, il decreto ha sollevato diverse critiche da parte degli operatori del settore e delle associazioni industriali. Vediamo alcuni dei principali problemi e le possibili soluzioni richieste:
Una delle principali aspettative legate al Testo Unico era la semplificazione dei processi autorizzativi per l'installazione di impianti eolici, fotovoltaici e altre fonti rinnovabili. Alcuni operatori del settore hanno evidenziato che il nuovo testo, anziché semplificare, introduce ulteriori complessità. Ad esempio, il decreto prevede l'obbligo di acquisire un titolo edilizio anche per interventi di ampliamento o potenziamento di impianti già esistenti, rendendo i procedimenti burocratici più onerosi e allungando i tempi di realizzazione dei progetti.
Un altro problema segnalato riguarda la mancanza di una chiara definizione delle aree idonee per ospitare impianti rinnovabili. Questo aspetto è importante per evitare conflitti ambientali e sociali legati alla localizzazione degli impianti. Le associazioni del settore criticano che la mappatura delle aree idonee sia delegata alle singole regioni, aumentando il rischio di incertezze e ritardi a causa della frammentazione normativa e delle differenze regionali.
Il testo non affronta adeguatamente il coordinamento tra le autorizzazioni per gli impianti idroelettrici e le concessioni relative all'uso delle risorse idriche, creando ulteriori incertezze per chi opera in questo settore. Si tratta di una complicazione dei progetti legati all'idroelettrico, una delle fonti rinnovabili più consolidate in Italia.
Molti operatori chiedono al governo di intervenire per migliorare il Testo Unico, introducendo una maggiore chiarezza e riducendo la burocrazia. Le associazioni chiedono di eliminare l'obbligo di titoli edilizi per interventi di potenziamento di impianti esistenti e di rivedere le norme per ridurre la duplicazione delle autorizzazioni, in particolare per i progetti di revamping e repowering, ossia la modernizzazione di impianti già in funzione.
Viene chiesto di creare un quadro normativo nazionale chiaro e unificato, che eviti il rimpallo di responsabilità tra Stato e Regioni, soprattutto per quanto riguarda la definizione delle aree idonee. Una soluzione proposta è l'introduzione di una piattaforma nazionale per la gestione delle concessioni e delle autorizzazioni.
Un altro punto critico è la mancanza di coinvolgimento degli operatori del settore nella stesura delle norme. Gli esperti chiedono un maggiore dialogo tra governo e industria per evitare l'introduzione di norme che complicano inutilmente il settore e per garantire che le leggi siano realmente applicabili e vantaggiose per il sistema energetico nazionale.