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Partite Iva forfettarie, limite a 100mila euro nel 2025 della flat tax si può ancora fare in manovra finanziaria

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Impatto economico e risorse disponibili

Il regime forfettario, così come stabilito nella normativa in vigore, permette ai titolari di partita Iva con un fatturato inferiore a 85.000 euro di accedere a un sistema di tassazione agevolata.

Il regime forfettario è uno dei temi centrali della manovra finanziaria 2025 in Italia, e tra le misure più attese vi è l'eventuale estensione della soglia di reddito per accedere a questo regime agevolato.

Oggi i lavoratori autonomi con partita Iva possono beneficiare del regime forfettario se il loro reddito non supera gli 85.000 euro annui, ma il governo sta valutando di innalzare questo limite a 100.000 euro. Questa modifica, se approvata, potrebbe entrare in vigore a partire dal 1 gennaio 2025 e portare un vantaggio fiscale a professionisti, artigiani, commercianti e piccole imprese. Vediamo meglio;

  • Come potrebbe cambiare il regime forfettario nel 2025
  • Impatto economico e risorse disponibili

Come potrebbe cambiare il regime forfettario nel 2025

Il regime forfettario, così come stabilito nella normativa in vigore, permette ai titolari di partita Iva con un fatturato inferiore a 85.000 euro di accedere a un sistema di tassazione agevolata. Invece di essere soggetti alle aliquote progressive Irpef, i lavoratori autonomi nel regime forfettario pagano una flat tax del 15% sul reddito imponibile, o del 5% nei primi cinque anni di attività per le nuove partite Iva. Questo regime prevede, inoltre, numerose semplificazioni burocratiche, come l'esonero dalla presentazione dell'Iva, l'assenza di contabilità ordinaria e una gestione fiscale più snella.

La proposta di estendere il limite di reddito a 100.000 euro è un tentativo di rendere il regime forfettario accessibile a un numero maggiore di lavoratori autonomi. Questo aumento della soglia consentirebbe a molte piccole imprese e professionisti con fatturati più elevati di continuare a beneficiare della flat tax, senza dover passare al regime di tassazione ordinario, che comporta aliquote Irpef più elevate e obblighi burocratici più complessi.

Oggi se un lavoratore autonomo supera la soglia di 85.000 euro, è obbligato a uscire dal regime forfettario e a passare al regime ordinario a partire dall'anno fiscale successivo. La proposta di elevare il limite a 100.000 euro permetterebbe una maggiore flessibilità e meno incertezze per quei professionisti il cui fatturato oscilla attorno agli attuali 85.000 euro.

Per i lavoratori autonomi, il regime forfettario rappresenta un'opportunità di risparmio fiscale. Con la flat tax del 15%, i titolari di partita Iva pagano una tassa fissa sul reddito imponibile, che viene calcolato applicando un coefficiente di redditività al fatturato. Questo coefficiente varia in base al settore di attività: ad esempio, per i professionisti (come avvocati, consulenti e medici), il coefficiente è del 78%, mentre per le attività commerciali è del 40%. Il resto del fatturato, considerato costi e spese, viene esentato dalla tassazione.

Un altro vantaggio riguarda la gestione semplificata della contabilità: i forfettari non devono presentare l'Iva né tenere la contabilità ordinaria, riducendo il carico amministrativo e i costi di gestione contabile.

Per alcuni lavoratori, la flat tax potrebbe risultare meno vantaggiosa rispetto al regime ordinario, specialmente per coloro che hanno elevate spese deducibili, che non possono essere sottratte nel regime forfettario. La flat tax non permette la deduzione delle spese effettive sostenute dal lavoratore, poiché il reddito imponibile viene calcolato in modo forfettario sulla base del fatturato.

Impatto economico e risorse disponibili

L'estensione del regime forfettario a 100.000 euro dipende dalla capacità del governo di trovare le risorse necessarie per compensare il mancato gettito fiscale che questa misura comporterebbe. La Legge di Bilancio 2025 è già caratterizzata da misure importanti, come la riduzione delle aliquote Irpef, il taglio del cuneo fiscale e la conferma degli sgravi contributivi per i lavoratori dipendenti.

L'adozione di questa misura è vista come un modo per sostenere la crescita delle piccole imprese e dei professionisti, incentivando l'espansione delle attività senza l'ostacolo della tassazione progressiva.

L'introduzione di una flat tax per le partite Iva con un limite di 100.000 euro sarebbe un cambiamento importante per il sistema fiscale italiano. Questa misura potrebbe attrarre un numero maggiore di lavoratori autonomi e piccole imprese, incoraggiandoli a registrarsi e operare in maniera trasparente. Resta da vedere se il governo riuscirà a trovare le risorse necessarie per finanziare questa estensione senza compromettere altre aree della spesa pubblica.

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