Quanto tempo ci impiega in media lInps per la liquidazione del Tfr-Tfs ai coniugi superstiti nel caso di morte del lavoratore titolare
Il trattamento di fine rapporto o di fine servizio rappresenta una somma significativa per i dipendenti pubblici, accumulata durante gli anni di servizio. Quando un lavoratore statale viene a mancare, questo importo deve essere corrisposto ai familiari superstiti secondo precise disposizioni normative. Nel 2025, l'INPS ha rivisto le tempistiche di liquidazione, introducendo procedure più rapide per i coniugi superstiti. Esaminiamo in dettaglio come funziona questo meccanismo, quali sono i nuovi tempi di attesa e chi ha diritto a ricevere queste somme.
L'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha recentemente aggiornato i tempi medi per l'erogazione del trattamento di fine rapporto o di fine servizio ai familiari superstiti di dipendenti pubblici deceduti. Rispetto agli anni precedenti, si registra un significativo miglioramento nelle tempistiche di liquidazione.
Secondo le nuove disposizioni in vigore per il 2025, i tempi di attesa per vedovi e vedove si sono ridotti notevolmente, passando dai precedenti 32 mesi a circa 10 mesi dall'apertura della pratica. Questa accelerazione rappresenta un importante passo avanti per i familiari che si trovano ad affrontare non solo il lutto ma anche le relative complicazioni burocratiche ed economiche.
Nonostante questo miglioramento, il periodo di attesa rimane comunque considerevole, soprattutto in un momento di particolare fragilità emotiva ed economica per i superstiti. La questione dei pagamenti del Tfr-Tfs continua a rappresentare una criticità del sistema previdenziale italiano, sia per i familiari di dipendenti deceduti sia per i lavoratori in pensionamento, che in alcuni casi devono attendere fino a 5 anni per ricevere quanto loro spettante.
Il quadro normativo che regola l'erogazione del trattamento di fine rapporto o di fine servizio in caso di morte del dipendente pubblico è definito dal Codice Civile italiano. Questa normativa stabilisce con precisione l'ordine di priorità dei beneficiari e le condizioni necessarie per accedere a questo diritto.
In base alle disposizioni legislative, quando un lavoratore statale viene a mancare, l'importo accumulato di Tfr-Tfs viene destinato prioritariamente:
Il trattamento di fine rapporto o di fine servizio rappresenta una componente significativa della retribuzione differita dei dipendenti pubblici. Si tratta di una somma accantonata progressivamente durante l'intera carriera professionale del lavoratore, che viene liquidata solo al momento della cessazione del rapporto di impiego.
Nel settore statale, questo istituto presenta caratteristiche particolari che lo differenziano dal TFR del settore privato, soprattutto per quanto riguarda le modalità di calcolo e i tempi di erogazione. Per i dipendenti pubblici assunti prima del 2001, il trattamento prende il nome di TFS (Trattamento di Fine Servizio), mentre per quelli assunti successivamente si parla di TFR (Trattamento di Fine Rapporto).
Una peculiarità importante del Tfr-Tfs dei dipendenti pubblici è che, in caso di decesso del lavoratore, questa somma non rientra nell'asse ereditario. Si tratta infatti di un diritto che si trasferisce automaticamente agli aventi titolo, indipendentemente dalle normali procedure successorie. Di conseguenza, i beneficiari ricevono questo importo anche qualora decidessero di rinunciare all'eredità del defunto.
Per ottenere la liquidazione del trattamento di fine rapporto o di fine servizio spettante ai superstiti di un dipendente pubblico deceduto, è necessario seguire una specifica procedura amministrativa. I passaggi principali prevedono:
Nel 2025, l'INPS ha inoltre introdotto alcune semplificazioni nella procedura di richiesta, con l'obiettivo di ridurre ulteriormente i tempi di lavorazione delle pratiche e di alleggerire il carico burocratico per i familiari in lutto.
Nonostante i miglioramenti introdotti nel 2025, il sistema di liquidazione del Tfr-Tfs per i dipendenti pubblici continua a presentare alcune criticità significative. La più evidente è certamente rappresentata dai tempi di attesa ancora considerevoli, che comportano disagi economici per i beneficiari.
La Corte Costituzionale è intervenuta sulla questione con una sentenza che ha dichiarato irragionevole il differimento prolungato della liquidazione. In seguito a questo pronunciamento, si attende una riforma legislativa che potrebbe ulteriormente modificare le tempistiche e le modalità di erogazione di questi trattamenti.
Tra le possibili evoluzioni del sistema che potrebbero essere introdotte nei prossimi anni, figurano: