Dalla revisione dell’Irpef alle mancate modifiche per le pensioni e la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali: ecco cosa manca nella Manovra 2025 che si attendeva
Quali sono le importanti misure che si attendevano con la nuova Manovra finanziaria ma non ci sono? Si attende in questi giorni, al massimo entro Capodanno, l'approvazione ufficiale della nuova Manovra Finanziaria 2024 dopo le recenti modifiche decise su pensioni, lavoro, tasse e bonus, soprattutto per le famiglie.
Diverse le novità previste ma anche tante le misure saltate che, però, erano particolarmente attese. Vediamo quali sono del dettaglio.
Inizialmente, era stato, infatti, confermato lo schema a tre aliquote per la tassazione Irpef per i lavoratori e i pensionati ma si parlava della possibilità di ridurre dal 35% al 33% l’aliquota del secondo scaglione di reddito, anche con un relativo aumento della soglia.
La tassazione al 35% si calcola sui redditi compresi tra 28.001 euro e i 50mila euro. La nuova aliquota più bassa si sarebbe voluto applicarla su reddito fino a 60mila euro. Ma nulla è stato fatto.
E’ saltato anche l’aumento della soglia di reddito della cosiddetta no tax area. Si tratta di redditi entro cui non si deve pagare alcuna tassa.
E’ fissata a 8.500 euro per lavoratori dipendenti e pensionati (ferma a 5.500 euro per i professionisti e gli autonomi con Partita Iva) ma si sarebbe voluta alzare fino a 12mila euro e sarebbe stato un aumento importante che avrebbe potuto agevolare moltissimi contribuenti. Ma anche questa misura è saltata.
Si attendevano poi diverse novità per le pensioni, da nuovi sistemi per l’uscita anticipata all’aumento delle pensioni minime.
I primi sono saltati a favore di una nuova proroga dei meccanismi sperimentali già vigenti, come quota 103, opzione donna e ape sociale, e il secondo anche.
L’aumento annunciato avrebbe dovuto essere di 8 euro prima, poi 12, poi 20 ma sarà solo di 1,80 euro. Neppure 2 euro. Una grandissima delusione che sta scatenando non poche polemiche e proteste.
Nella Manovra 2025 non c’è spazio neppure per la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali.
Era stato il vicepremier Matteo Salvini a rilanciare la sua definizione per permettere ai cittadini di regolarizzare i propri debiti derivanti dal mancato pagamento di tasse, multe e cartelle esattoriali.
La proposta del Carroccio prevedeva la possibilità di pagamento con 12 rate annuali spalmate su 10 anni, quindi 120 rate, e solo per il capitale senza calcolare gli interessi e le sanzioni.
La nuova rottamazione avrebbe dovuto interessare le cartelle emesse tra il primo luglio 2022 e il 31 dicembre 2023, coinvolgendo, dunque, i tributi come le imposte locali, le sanzioni amministrative e il bollo auto, esclusi dalla rottamazione precedente, che riguardava solo i ruoli affidati tra il primo gennaio 2000 e il 30 giugno 2022.