Un’analisi recente delle comunicazioni inviate dall’Agenzia delle Entrate in Italia rivela che un numero significativo di avvisi fiscali presenta errori, sia di natura formale che sostanziale.
Secondo dati di monitoraggio e rapporti del MEF riguardanti la gestione dell’Agenzia delle Entrate per il 2024, su circa 3 milioni di lettere spedite ai contribuenti, oltre il 20% delle segnalazioni di presunte irregolarità o sanzioni risulta errato o viziato da difetti di stampa e compilazione. Questo dato si traduce in centinaia di migliaia di contribuenti che ricevono richieste di pagamento, multe o sanzioni basate su dati parzialmente o totalmente non corretti.
Perché una comunicazione su cinque è sbagliata: cause e responsabilità degli errori
Le cause dell'alta percentuale di errori nelle notifiche di atti fiscali possono essere attribuite a diversi fattori:
- Errori tecnici nei processi di stampa e imbustamento: Succede, ad esempio, quando la società incaricata dell’invio commette errori che comportano l’inserimento di dati errati o la sovrapposizione di informazioni di più contribuenti all’interno della stessa comunicazione.
- Anomalie informatiche: Bug nei sistemi gestionali, banche dati non aggiornate o problemi nei software possono causare l’elaborazione e spedizione di avvisi imprecisi.
- Responsabilità indiretta e controllo insufficiente: Come dichiarato dall’Agenzia stessa, talvolta tali irregolarità non dipendono direttamente dall’ente pubblico ma dai soggetti terzi incaricati per servizi di back-office. Tuttavia, il principio della responsabilità oggettiva impone un accurato controllo dei processi affidati a terzi, secondo quanto previsto anche dalle norme in materia di protezione dei dati personali.
- Grado di complessità delle normative fiscali: Le frequenti modifiche legislative e l’elevato numero di dati gestiti aumentano la probabilità di errore nelle attività di accertamento.
- Mancanza di riscontri incrociati: Non sempre vengono attivati tempestivamente controlli incrociati tra informazioni in possesso dell’Agenzia e quelle dichiarate o effettivamente presenti nei sistemi esterni (ad esempio, dati delle dichiarazioni IVA, redditi da lavoro dipendente o locazioni non comunicati correttamente).
Le tipologie più comuni di comunicazioni errate: multe e sanzioni oggetto di errori
Esistono poi
alcune categorie di comunicazioni particolarmente esposte a errori. Tra le più comuni vi sono:
- Avvisi di liquidazione IVA e dichiarazioni dei redditi: Molti destinatari ricevono segnalazioni di mancato invio delle comunicazioni IVA trimestrali o di omissioni nella presentazione delle dichiarazioni dei redditi, anche quando la documentazione risulta regolarmente depositata o gli obblighi sono stati assolti.
- Discrepanze tra incassi e dichiarazioni IVA: Spesso emergono differenze tra quanto incassato tramite pagamenti elettronici e quanto comunicato, ma le segnalazioni automatiche non tengono conto di tutte le variabili (ad esempio, resi, annullamenti, registrazioni tardive), comportando comunicazioni errate.
- Sanzioni per infedeltà dichiarativa o omissione: Un numero consistente di multe viene notificato per presunti errori nei dati ISA (indicatori sintetici di affidabilità fiscale) o per mancate dichiarazioni di redditi e affitti. In molti casi, questi avvisi sono basati su informazioni non aggiornate o su errate interpretazioni dei dati presenti nei sistemi dell’Agenzia delle Entrate.
- Notifiche cartacee e anomalie di stampa: Tra il 19 e il 21 marzo 2025, un’anomala serie di errori nel processo di imbustamento ha portato alla spedizione di avvisi palesemente sbagliati, anche con dati di altri contribuenti presenti nella stessa lettera. L’ente ha esplicitamente invitato a cestinare queste comunicazioni.
- Richieste di chiarimenti e accertamenti: Alcuni destinatari ricevono lettere che evidenziano presunte irregolarità prive di fondamento, o contenenti errori tipografici o di protocollo che le rendono prive di valore.
Cosa fare se si riceve una comunicazione sospetta o errata: procedure e contatti utili
Nel caso in cui una persona riceva una segnalazione errata, deve agire tempestivamente ma con prudenza:
- Analisi approfondita: Valutare i dati riportati sul documento, confrontandoli con la propria posizione fiscale e con le ricevute o le dichiarazioni inviate nei periodi di competenza.
- Consultare il cassetto fiscale: Attraverso l’area riservata del sito dell'Agenzia delle Entrate, è possibile visionare tutte le comunicazioni ufficiali attinenti la propria situazione.
- Contattare il servizio di assistenza: In caso di irregolarità o dubbi, è consigliabile interpellare gli sportelli territoriali, il call center ufficiale o inoltrare un quesito direttamente dalle piattaforme online.
- Richiedere la rettifica: Per errori materialmente riconosciuti dall’Ente, è possibile avviare la procedura di autotutela, allegando la documentazione corretta.
- Cestinare le comunicazioni evidentemente sbagliate: Se la lettera contiene errori macroscopici di stampa, la stessa Agenzia consiglia di non tenere in considerazione l’avviso e di attenderne uno rettificato.
- Tutela della privacy: In caso di dubbio sulla diffusione indebita dei dati personali, è opportuno inviare una segnalazione anche al Garante per la protezione dei dati personali.
Come riconoscere una comunicazione errata e cosa NON fare
Ricevere un avviso di irregolarità fiscale, una multa o una richiesta di pagamento non sempre implica un effettivo debito verso l’Erario. Esistono segnali precisi che consentono di identificare rapidamente una comunicazione errata, limitando la possibilità di errori nella gestione della propria posizione:
- Presenza di evidenti anomalie di stampa: Dati incongruenti, riferimenti a soggetti differenti, errori nei dati anagrafici o fiscali sono campanelli d’allarme da non sottovalutare.
- Richieste di pagamento non supportate dalla situazione reale: È importante verificare la corrispondenza tra quanto richiesto e quanto effettivamente dichiarato o già versato.
- Mittente e modalità di recapito: Verificare che le lettere cartacee provengano dagli indirizzi ufficiali dell’Agenzia delle Entrate o che le PEC siano inviate dai domini istituzionali e non da servizi privati.
Cosa evitare?
- Non effettuare pagamenti senza aver accertato la correttezza della richiesta.
- Non contattare numeri, indirizzi email o siti web presenti nella comunicazione, se non sono quelli ufficiali dell’Ente.
- Non fornire dati personali o riservati su richiesta senza verifica preventiva.
- Non ignorare la comunicazione se appare formalmente regolare, ma non risulta in linea con la propria situazione fiscale: serve sempre una verifica approfondita presso i canali ufficiali.