Il verbale di una multa rilevata tramite autovelox, per essere giudicato valido ai sensi delle regole aggiornate del Codice della Strada vigenti in Italia nel 2025, deve riportare una serie di indicazioni dettagliate, che garantiscono trasparenza e certificano la correttezza dell’accertamento. La normativa è stata recentemente modificata con il decreto autovelox del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con l'obiettivo di tutelare i conducenti da sanzioni arbitrarie e rendere i controlli stradali strumenti autentici di sicurezza e non solo di introito per gli enti locali. Di seguito, vengono esaminati tutti gli elementi che il verbale deve contenere, le nuove regole su autorizzazione, taratura, segnaletica, installazione dei dispositivi e la procedura di contestazione delle multe rilevate da autovelox nel 2025.
A seguito dell’entrata in vigore del decreto 11 aprile 2024 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il quadro normativo relativo all’installazione e all’impiego degli autovelox è stato profondamente rivisto. Il provvedimento introduce criteri stringenti e uniformi, stabilendo tra l’altro che:
Le nuove disposizioni mirano a garantire una funzione preventiva per la sicurezza stradale, prevedendo la disattivazione e nullità delle multe per postazioni non conformi ai requisiti stabiliti dalla normativa.
Perché una multa rilevata da autovelox sia ritenuta valida, il verbale dell’accertamento deve contenere, ai sensi dell’art. 201 Codice della Strada e in coerenza alle più recenti sentenze della Corte di Cassazione, i seguenti elementi essenziali:
La mancanza anche di uno solo di questi dati può costituire vizio formale, rendendo contestabile la multa secondo le procedure amministrative, come richiamato anche da aggiornamenti giurisprudenziali sul tema.
L’efficacia giuridica delle multe dipende dalla piena conformità tecnica dell’autovelox utilizzato. Dal 2025, la normativa impone:
L’assenza di questi elementi offre fondati motivi per impugnare la sanzione tramite ricorso amministrativo e giudiziario. In particolare, per contestare una multa su questo presupposto, può essere utile affidarsi a professionisti, anche per verificare legittimità e procedure con dettagliata consulenza sul ricorso contro autovelox non omologato.
Le regole sui cartelli di preavviso sono state rese ancora più rigorose dal decreto ministeriale del 2024, richiedendo che ogni postazione sia segnalata in modo inequivocabile:
Le autorità sono tenute a garantire pubblicamente l’aggiornamento e la mappatura delle postazioni tramite portali istituzionali e siti web di Comuni e Polizia Stradale: l’elenco dei dispositivi deve essere facilmente accessibile.
L’installazione e la gestione degli autovelox, sia fissi che mobili, è regolamentata da criteri precisi. Gli autovelox fissi sono installati in zone con rischi statisticamente accertati e devono essere oggetto di autorizzazione prefettizia e comunicazione formale. Quelli mobili vengono impiegati dalle pattuglie in modo temporaneo, ma anch’essi devono rispettare la normativa sulla visibilità e preavviso. Nei casi previsti, la presenza di agenti sul posto è obbligatoria. Entrambe le tipologie devono operare nel rispetto delle condizioni previste dagli articoli 201, 141 e 142 del Codice della Strada e devono adottare criteri di trasparenza e tracciabilità delle operazioni.
Nelle situazioni in cui la contestazione immediata sia impossibilitata di fatto, il verbale deve indicare i motivi ostativi, pena l’annullabilità della sanzione.
Secondo il regolamento di esecuzione del Codice della Strada (art. 345), è prevista una tolleranza sul dato rilevato dall’apparecchio pari a 5 km/h fino a 100 km/h o al 5% oltre questa soglia. Le sanzioni, aggiornate al 2025, variano in funzione dell’eccesso di velocità rilevato:
Per i neopatentati è previsto il raddoppio della decurtazione punti. In particolari condizioni, le sanzioni possono cumularsi secondo le regole aggiornate dal 2025, ma in presenza di infrazioni multiple sulla stessa tratta e nello stesso arco orario viene applicata la sanzione più grave, aumentata di un terzo.
L'attuale normativa, arricchita dalla giurisprudenza e dal decreto autovelox, prevede possibilità di contestazione e ricorso verso le multe irregolari. Le principali motivazioni di ricorso includono:
Chi desidera procedere con il ricorso può rivolgersi sia al Prefetto entro 60 giorni, sia al Giudice di Pace entro 30 giorni, presentando prove documentali dettagliate. È bene verificare attentamente le sentenze cassazione più recenti, specialmente sui casi di autovelox non visibili o irregolari.