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Che sono gli Etf non armonizzati? Spiegazione, significato ed esempi

ETF non armonizzati: significato, le differenze rispetto agli ETF armonizzati, la tassazione e alcuni esempi utili per investire consapevolmente nel 2025

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Che sono gli Etf non armonizzati? Spiega

Gli ETF non armonizzati rappresentano una categoria di strumenti finanziari che sta attirando l'interesse di numerosi investitori. Questi prodotti finanziari offrono opportunità di diversificazione in mercati esterni all'Unione Europea, ma comportano considerazioni fiscali e normative specifiche che è importante conoscere prima di includere tali strumenti nel proprio portafoglio.

Cosa sono gli ETF non armonizzati, definizione e caratteristiche

Gli ETF non armonizzati sono strumenti d'investimento che operano in mercati diversi da quello europeo e non seguono le direttive UCITS (Undertakings for Collective Investment in Transferable Securities). In sostanza, si tratta di Exchange Traded Funds quotati in mercati non europei o che, pur essendo disponibili in Europa, non rispettano la normativa comunitaria sugli investimenti collettivi.

La principale distinzione tra ETF armonizzati e non armonizzati risiede nella conformità alle regolamentazioni europee. Mentre i primi seguono le direttive UE e sono quotati nelle borse europee, i secondi operano secondo normative di paesi terzi, principalmente Stati Uniti.

Le caratteristiche generali degli ETF rimangono comunque simili in entrambe le tipologie:

  • Replicano un indice di riferimento (come S&P 500, Nasdaq, ecc.)
  • Possono essere negoziati in borsa come azioni
  • Offrono elevata diversificazione
  • Garantiscono liquidità paragonabile a quella delle azioni
  • Presentano costi di gestione generalmente contenuti

Un investitore che sceglie un ETF non armonizzato accede quindi a mercati extra-europei con la flessibilità tipica di questi strumenti, ma deve considerare attentamente le implicazioni fiscali che questo comporta.

Vantaggi e svantaggi degli ETF non armonizzati

Prima di investire in ETF non armonizzati, è opportuno valutare i pro e i contro di questi strumenti finanziari.

Vantaggi

  • Accesso a mercati internazionali diversificati: permettono di investire in indici e settori non disponibili tramite ETF armonizzati
  • Elevata aderenza all'indice di riferimento: come tutti gli ETF, replicano fedelmente l'andamento del benchmark
  • Quotazione in borsa: garantisce trasparenza e immediata conoscenza del prezzo
  • Flessibilità: possono essere utilizzati sia per strategie a lungo termine che a breve termine
  • Costi contenuti: rispetto ad altri strumenti di investimento, gli ETF generalmente presentano commissioni ridotte

Svantaggi

  • Regime fiscale meno favorevole: la tassazione è più complessa e potenzialmente più onerosa
  • Dichiarazione nel quadro RW: obbligo di segnalare gli investimenti esteri
  • Impossibilità di ottenere overperformance: essendo strumenti passivi, non possono superare il rendimento dell'indice di riferimento
  • Mercato talvolta difficoltoso: alcune banche e piattaforme potrebbero non offrire accesso a questi prodotti
  • Spread tra denaro e lettera: in alcuni casi può essere significativo
  • Assenza di consulenza dedicata: generalmente non è previsto un servizio di consulenza specifico

Questi elementi evidenziano come gli ETF non armonizzati possano rappresentare un'opportunità interessante per diversificare geograficamente i propri investimenti, ma richiedano una comprensione approfondita delle implicazioni fiscali.

Regime fiscale degli ETF non armonizzati

La fiscalità rappresenta uno degli aspetti più delicati quando si tratta di ETF non armonizzati. Il trattamento fiscale di questi strumenti differisce significativamente da quello degli ETF armonizzati, richiedendo maggiore attenzione da parte dell'investitore.

Gli investimenti finanziari indipendenti detenuti da contribuenti fiscalmente residenti in Italia devono essere dichiarati nel quadro RW del modello Redditi Persone Fisiche. Questo adempimento è obbligatorio indipendentemente dal rendimento ottenuto.

Per quanto riguarda i redditi generati, occorre distinguere tra:

  • Redditi di capitale: i dividendi incassati e la differenza tra il NAV (Net Asset Value) del giorno di vendita e quello del giorno di acquisto concorrono a formare il reddito imponibile del sottoscrittore e sono soggetti alla tassazione progressiva IRPEF
  • Redditi diversi: su questi l'intermediario applica una ritenuta a titolo di imposta del 12,5%

È importante sottolineare che l'intermediario è tenuto a operare solo una ritenuta fiscale a titolo di acconto del 12,5% sui redditi di capitale, rendendo necessaria la dichiarazione nel modello Redditi.

Dettagli sulla tassazione

Nel caso di ETF esteri non armonizzati, le imposte vengono pagate dal fondo al momento della ricezione del beneficio. Il soggetto incaricato del collocamento in Italia preleva una ritenuta a titolo di imposta del 12,50% sui:

  • Proventi periodici distribuiti
  • Redditi di capitale compresi nella differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto

Se non viene nominato un soggetto incaricato del collocamento, i proventi concorrerebbero a formare il risultato di gestione, al quale verrebbe applicata un'imposta sostitutiva del 12,5% a titolo di imposta.

La complessità del trattamento fiscale dipende da diversi fattori:

  • Status fiscale dell'investitore
  • Classificazione fiscale del fondo sottostante
  • Tipologia di reddito o guadagni derivati
  • Natura degli investimenti sottostanti nel fondo
  • Interazione dei trattati contro la doppia imposizione
  • Possibilità di applicare crediti d'imposta alla fonte

Questa complessità rende fortemente consigliabile rivolgersi a consulenti specializzati in materia fiscale prima di investire in ETF non armonizzati, per evitare errori nelle dichiarazioni e ottimizzare il carico fiscale in base alla propria situazione personale.

Esempi pratici di ETF non armonizzati

Per comprendere meglio la natura degli ETF non armonizzati, è utile esaminare alcuni esempi concreti disponibili sul mercato. Molti di questi strumenti sono emessi da società di gestione statunitensi e permettono di accedere a indici o settori specifici.

Tra i principali ETF non armonizzati troviamo:

  • ETF su indici americani: molti ETF quotati negli USA che replicano indici come S&P 500, Nasdaq-100 o Dow Jones Industrial Average sono considerati non armonizzati quando acquistati da investitori europei
  • ETF settoriali specifici: fondi che si concentrano su settori come tecnologia, biotecnologie, intelligenza artificiale, spesso non disponibili in versione armonizzata
  • ETF su materie prime: alcuni ETF che investono direttamente in materie prime fisiche anziché in contratti futures possono essere classificati come non armonizzati
  • ETF con leva finanziaria elevata: molti ETF con leva superiore a 2x disponibili sui mercati USA non rispettano i requisiti delle direttive UCITS

Ad esempio, un investitore italiano interessato al settore tecnologico potrebbe considerare l'acquisto di un ETF Attivo, consapevole però delle implicazioni fiscali che questo comporta rispetto all'acquisto di un ETF armonizzato equivalente.

Come operare con gli ETF non armonizzati

Investire in ETF non armonizzati richiede alcuni accorgimenti specifici, sia nella fase di selezione che in quella operativa e fiscale.

Scelta della piattaforma

Non tutte le banche o i broker offrono accesso agli ETF non armonizzati. È importante selezionare una piattaforma che:

  • Permetta l'accesso ai mercati internazionali dove questi ETF sono quotati
  • Fornisca documentazione chiara sulle implicazioni fiscali
  • Offra commissioni competitive per operazioni su mercati esteri

Due diligence prima dell'investimento

Prima di investire, è consigliabile:

  • Studiare attentamente il KIID (Key Investor Information Document) o documentazione equivalente
  • Verificare i costi di gestione (TER - Total Expense Ratio)
  • Controllare la liquidità dello strumento e i volumi di scambio
  • Analizzare la metodologia di replica dell'indice (fisica o sintetica)
  • Comprendere la politica di distribuzione dei dividendi

Considerazioni operative

Durante l'operatività con ETF non armonizzati è importante:

  • Considerare eventuali differenze di fuso orario che potrebbero influenzare gli orari di negoziazione
  • Tenere conto del rischio di cambio se l'ETF è denominato in valuta diversa dall'euro
  • Prestare attenzione alle commissioni di cambio applicate dal broker
  • Monitorare eventuali ritenute alla fonte applicate nel paese di origine dell'ETF

Adempimenti fiscali

Come già menzionato, gli investitori devono:

  • Dichiarare gli investimenti nel quadro RW
  • Riportare correttamente i redditi di capitale nella dichiarazione dei redditi
  • Conservare tutta la documentazione relativa agli acquisti e alle vendite
  • Verificare se esistono convenzioni contro le doppie imposizioni applicabili

Considerata la complessità degli adempimenti, molti investitori preferiscono avvalersi di consulenti fiscali specializzati per assicurarsi di rispettare tutte le normative applicabili.

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