Gli ETF non armonizzati rappresentano una categoria di strumenti finanziari che sta attirando l'interesse di numerosi investitori. Questi prodotti finanziari offrono opportunità di diversificazione in mercati esterni all'Unione Europea, ma comportano considerazioni fiscali e normative specifiche che è importante conoscere prima di includere tali strumenti nel proprio portafoglio.
Gli ETF non armonizzati sono strumenti d'investimento che operano in mercati diversi da quello europeo e non seguono le direttive UCITS (Undertakings for Collective Investment in Transferable Securities). In sostanza, si tratta di Exchange Traded Funds quotati in mercati non europei o che, pur essendo disponibili in Europa, non rispettano la normativa comunitaria sugli investimenti collettivi.
La principale distinzione tra ETF armonizzati e non armonizzati risiede nella conformità alle regolamentazioni europee. Mentre i primi seguono le direttive UE e sono quotati nelle borse europee, i secondi operano secondo normative di paesi terzi, principalmente Stati Uniti.
Le caratteristiche generali degli ETF rimangono comunque simili in entrambe le tipologie:
Un investitore che sceglie un ETF non armonizzato accede quindi a mercati extra-europei con la flessibilità tipica di questi strumenti, ma deve considerare attentamente le implicazioni fiscali che questo comporta.
Prima di investire in ETF non armonizzati, è opportuno valutare i pro e i contro di questi strumenti finanziari.
Questi elementi evidenziano come gli ETF non armonizzati possano rappresentare un'opportunità interessante per diversificare geograficamente i propri investimenti, ma richiedano una comprensione approfondita delle implicazioni fiscali.
La fiscalità rappresenta uno degli aspetti più delicati quando si tratta di ETF non armonizzati. Il trattamento fiscale di questi strumenti differisce significativamente da quello degli ETF armonizzati, richiedendo maggiore attenzione da parte dell'investitore.
Gli investimenti finanziari indipendenti detenuti da contribuenti fiscalmente residenti in Italia devono essere dichiarati nel quadro RW del modello Redditi Persone Fisiche. Questo adempimento è obbligatorio indipendentemente dal rendimento ottenuto.
Per quanto riguarda i redditi generati, occorre distinguere tra:
È importante sottolineare che l'intermediario è tenuto a operare solo una ritenuta fiscale a titolo di acconto del 12,5% sui redditi di capitale, rendendo necessaria la dichiarazione nel modello Redditi.
Nel caso di ETF esteri non armonizzati, le imposte vengono pagate dal fondo al momento della ricezione del beneficio. Il soggetto incaricato del collocamento in Italia preleva una ritenuta a titolo di imposta del 12,50% sui:
Se non viene nominato un soggetto incaricato del collocamento, i proventi concorrerebbero a formare il risultato di gestione, al quale verrebbe applicata un'imposta sostitutiva del 12,5% a titolo di imposta.
La complessità del trattamento fiscale dipende da diversi fattori:
Questa complessità rende fortemente consigliabile rivolgersi a consulenti specializzati in materia fiscale prima di investire in ETF non armonizzati, per evitare errori nelle dichiarazioni e ottimizzare il carico fiscale in base alla propria situazione personale.
Per comprendere meglio la natura degli ETF non armonizzati, è utile esaminare alcuni esempi concreti disponibili sul mercato. Molti di questi strumenti sono emessi da società di gestione statunitensi e permettono di accedere a indici o settori specifici.
Tra i principali ETF non armonizzati troviamo:
Ad esempio, un investitore italiano interessato al settore tecnologico potrebbe considerare l'acquisto di un ETF Attivo, consapevole però delle implicazioni fiscali che questo comporta rispetto all'acquisto di un ETF armonizzato equivalente.
Investire in ETF non armonizzati richiede alcuni accorgimenti specifici, sia nella fase di selezione che in quella operativa e fiscale.
Non tutte le banche o i broker offrono accesso agli ETF non armonizzati. È importante selezionare una piattaforma che:
Prima di investire, è consigliabile:
Durante l'operatività con ETF non armonizzati è importante:
Come già menzionato, gli investitori devono:
Considerata la complessità degli adempimenti, molti investitori preferiscono avvalersi di consulenti fiscali specializzati per assicurarsi di rispettare tutte le normative applicabili.