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Oltre 200 nuovi ETF quotati sulla Borsa Italiana: quali sono, i piů interessanti e come usarli nei propri investimenti

di Marcello Tansini pubblicato il
ETF quotati sulla Borsa Italiana

Nel 2025 la Borsa Italiana si arricchisce con oltre 200 nuovi ETF, tra cui innovativi attivi e multi-fattoriali. L'offerta in crescita ridefinisce le strategie di investimento e le prospettive per il risparmio degli italiani.

Il 2025 segna un punto di svolta per il segmento degli Exchange-Traded Fund, con oltre 200 nuovi strumenti quotati a Piazza Affari e una varietà di prodotti che copre ormai ogni esigenza degli investitori privati e istituzionali. Questa crescita conferma la tendenza degli ultimi anni, dove l'ampliamento dell'offerta ha portato a una maggiore accessibilità, trasparenza dei costi e possibilità di diversificare portafogli anche con piccoli capitali.

L'aumento degli asset amministrati e l'attivismo delle case di gestione rispondono a un mercato che si muove verso una maggiore efficienza e alla ricerca di soluzioni competitive per una platea di risparmiatori attenti ai costi ma desiderosi di accedere a nuove opportunità d'investimento.

ETF ed ETP: crescita dell'offerta e impatto sul risparmio

Sul panorama europeo, la Borsa Italiana si colloca fra i principali hub in termini di offerta di prodotti finanziari quotati, con oltre duemila ETP che rappresentano più della metà dei 3.400 strumenti del gruppo Euronext. L'ampliamento dell'offerta di ETF ed ETP ha effetti diretti su una delle peculiarità storiche del risparmio italiano: il costo delle soluzioni d'investimento. L'ultimo European Fund Fee Study evidenzia che, sebbene le commissioni dei fondi attivi restino elevate in Italia (1,42% di media), la pressione competitiva esercitata dai fondi passivi sta comprimendo il differenziale con il resto d'Europa, favorendo un ambiente più favorevole per il risparmiatore.

Un altro aspetto rilevante riguarda la trasparenza e la liquidità offerte da questi strumenti, che permettono di investire su mercati globali e replicare una varietà di indici, settoriali o tematici, con costi contenuti. In particolare, i comparti quotati negli ultimi mesi sono concepiti per rispondere sia alle esigenze dei portafogli retail sia a quelle degli investitori più sofisticati, attraverso una diversificazione che spazia dalle asset class tradizionali fino a segmenti di nicchia difficilmente raggiungibili con gli strumenti classici.

Il successo degli ETF in Italia è testimoniato dai dati di raccolta e dalla crescita del patrimonio gestito, trainata dalla domanda di strumenti trasparenti e facilmente negoziabili. Gli investitori, spinti dalla ricerca di un maggiore controllo dei costi e dalla crescente consapevolezza finanziaria, stanno progressivamente riequilibrando l'allocazione del proprio capitale verso prodotti a gestione passiva. Tuttavia, la proliferazione di nuove strategie e l'introduzione di ETP attivi e tematici evidenziano una trasformazione significativa del mercato locale, che vede ormai l'Italia allineata con le principali piazze europee nell'offerta e nella sofisticazione degli strumenti disponibili.

L'evoluzione del mercato: dagli ETF passivi tradizionali ai nuovi attivi e tematici

L'evoluzione dell'industria degli ETF non si limita più alla tradizionale replica passiva di indici ampi, ma coinvolge sempre più l'introduzione di soluzioni attive e strumenti tematici, progettati per intercettare nuove opportunità di guadagno. La concorrenza tra società di gestione si traduce in una costante sperimentazione di prodotti, che consentono agli investitori di accedere a segmenti di mercato precedentemente inaccessibili tramite veicoli quotati.

Tra le novità più evidenti vi sono gli ETF che puntano su strategie di selezione titoli (stock picking) o su specifici fattori di rendimento, come il value, la qualità, il momentum, la bassa volatilità o le small cap, permettendo agli investitori di orientare le scelte verso esposizioni più sofisticate e differenti rispetto ai benchmark tradizionali. Il 2025 vede inoltre la diffusione di ETF su indici tematici, come l'alto dividendo europeo o i bond speculativi cosiddetti fallen angel, offrendo nuove possibilità di diversificazione.

Una parte dell'innovazione riguarda la gestione attiva in formato ETF, che porta dentro la quotazione la flessibilità dei fondi comuni, ma mantiene la liquidità tipica dei prodotti passivi. Nuovi comparti attivi, quote ibride di replica fra fisica e sintetica, strumenti che combinano protezione e crescita selettiva dei titoli: la varietà delle proposte rende l'approccio agli investimenti più personalizzabile, pur richiedendo una valutazione attenta delle caratteristiche di ciascun strumento prima dell'ingresso in portafoglio.

Focus sui nuovi ETF attivi: vantaggi, rischi e performance

Il boom degli ETF attivi su Borsa Italiana riflette la volontà, da parte dei gestori, di introdurre prodotti capaci di differenziarsi rispetto alla semplice replica di un indice. Questi strumenti mantengono caratteristiche fondamentali quali liquidità e trasparenza, ma affiancano strategie gestionali tipiche dei fondi comuni, come la selezione discrezionale di titoli e la ricerca di extra-rendimento attraverso scelte attive:

  • Vantaggi principali: possibilità di trarre beneficio dalle inefficienze dei mercati e sfruttare dinamiche non sempre rappresentate negli indici, gestione dinamica del rischio, costi inferiori rispetto ai fondi comuni tradizionali grazie alla distribuzione diretta sul mercato.
  • Flessibilità. Gli ETF attivi possono adattarsi ai cambiamenti del mercato, sfruttando opportunità transitorie non replicabili dai prodotti passivi standard.
  • Focalizzazione su nicchie di mercato. Alcuni prodotti attivi si concentrano su segmenti come le obbligazioni corporate, le CLO o comparti azionari con meccanismi di protezione (buffer) dalle perdite.
Accanto ai vantaggi, permangono i rischi connessi alla gestione attiva, tra cui la possibilità di sottoperformare rispetto al benchmark di riferimento. Secondo dati Morningstar, solo una frazione dei fondi azionari attivi in Europa riesce a superare stabilmente gli ETF indicizzati. I costi, seppur sotto controllo, possono risultare superiori rispetto ai prodotti totalmente passivi. Infine, la scelta di questi strumenti implica un livello di complessità superiore e la necessità di comprendere appieno la strategia perseguita dal gestore e i suoi effetti sul portafoglio.

Le performance storiche di alcuni ETF attivi mostrano risultati positivi soprattutto in ambiti dove la replica passiva risulta meno efficace, come nel settore obbligazionario a bassa copertura degli indici, ma occorre analizzare sempre la coerenza tra aspettative, rischi e costi sostenuti.

ETF multi-fattoriali: come funzionano e quali opportunità

L'ultimo anno ha visto la crescita dei prodotti multi-fattoriali, disponibili anche presso Borsa Italiana. Questi strumenti rappresentano un'innovazione in termini di allocazione, consentendo di combinare diversi stili di gestione per massimizzare l'efficienza del portafoglio:

  • Value
  • Quality
  • Momentum
  • Size
  • Low Volatility
Tali fattori rappresentano le caratteristiche ricercate dalle società di gestione per generare alfa rispetto ai benchmark. La combinazione di strategie multi-fattoriali assicura una maggiore resilienza alle oscillazioni dei mercati nelle diverse fasi economiche, con l'obiettivo di offrire rendimenti superiori e rischi più contenuti rispetto ai prodotti tradizionali. Ad esempio, il quality tende a sovraperformare in contesti recessivi, mentre il momentum brilla nelle fasi espansive.

Dal punto di vista operativo, i prodotti multi-fattoriali risultano particolarmente apprezzati per la loro versatilità, con comparti che si concentrano su aree geografiche specifiche o che applicano mix innovativi di stili, come nel caso dei comparti globali o dei mercati emergenti lanciati recentemente da gestori internazionali. Dati storici sottolineano il potenziale di tali strategie, con performance che, su archi temporali lunghi, hanno spesso evidenziato una volatilità inferiore e rendimenti medi superiori rispetto alle semplici strategie indicizzate.

Le ultime emissioni di ETF su Borsa Italiana e tendenze future

Le nuove emissioni confermano la dinamicità dell'offerta: nell'ultima settimana, tra i debutti più interessanti si trovano strumenti attivi di Janus Henderson su bond euro a breve termine e due soluzioni di J.P. Morgan Asset Management su governativi globali, una in euro e una in dollari. Non mancano le novità lato passivo, come i fondi di State Street sulle obbligazioni dell'Arabia Saudita e comparti tematici su azioni della difesa europea e titoli high yield fallen angel:

Tipo di ETF

Segmento

Gestore

Attivo

Bond euro a breve

Janus Henderson

Attivo

Governativi globali (EUR, USD)

J.P. Morgan

Passivo

Obbligazioni Arabia Saudita

State Street

Passivo

Azioni globali

iShares

Passivo

Difesa europea

Amundi

Il trend suggerisce un'ulteriore diversificazione dell'offerta, con crescente attenzione alle strategie tematiche, alla sostenibilità (ESG) e a nuove soluzioni sulle asset class alternative. La raccolta positiva registrata su scala europea rafforza la centralità di Piazza Affari come piazza di riferimento per l'innovazione degli ETF e lascia prevedere un ulteriore ampliamento dei comparti disponibili sia per investitori retail sia professionali.