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Come funzionano i permessi per diritto allo studio per preparazione esami universitari 2025

Occorre valutare contratto per contratto le norme di riferimento per comprendere il funzionamento dei permessi per diritto allo studio per preparazione esami universitari.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Come funzionano i permessi per diritto a

I permessi per diritto allo studio rappresentano un importante strumento per conciliare attività lavorativa e formazione accademica. Per gli studenti lavoratori, la normativa italiana prevede specifiche agevolazioni che permettono di frequentare corsi universitari, sostenere esami e prepararsi adeguatamente, senza che questo comprometta il rapporto di lavoro.

Il sistema di permessi è articolato e prevede diverse tipologie di agevolazioni: dalle 150 ore di permesso studio concesse in 3 anni, ai permessi giornalieri per gli esami, fino ai giorni consecutivi aggiuntivi per la preparazione della tesi.

Come funzionano i permessi per il diritto allo studio nel 2025

Quando parliamo di permessi per diritto allo studio per preparazione esami universitari, è importante comprendere che esistono diverse tipologie di cui poter usufruire. La principale agevolazione consiste nelle 150 ore di permesso studio concesse nell'arco di 3 anni agli studenti lavoratori, ma non è l'unica: sono previsti anche permessi supplementari - generalmente fino a 10 giorni - per sostenere gli esami e 10 giorni consecutivi aggiuntivi per la preparazione della tesi.

I permessi devono essere compatibili con le esigenze dell'azienda e vanno richiesti con un adeguato preavviso per evitare rifiuti da parte del datore di lavoro. Questo bilanciamento tra diritto allo studio e necessità aziendali è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema.

Possono beneficiare di questi permessi i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, sia a tempo pieno sia parziale, contemporaneamente iscritti a un'università. I permessi per la preparazione agli esami universitari sono retribuiti, rappresentando quindi un reale supporto economico per chi decide di investire nella propria formazione.

Nel caso di corsi universitari e post-universitari, i permessi possono essere fruiti in qualsiasi periodo dell'anno, a partire dall'inizio dell'anno accademico e fino all'ultima sessione utile per sostenere gli esami dell'anno di corso frequentato.

Gestione delle ore residue e modalità di fruizione

Le eventuali ore di permesso non utilizzate nell'anno di riferimento vengono generalmente annullate se viene concesso per l'anno successivo un ulteriore permesso di 150 ore. Questo principio evita l'accumulo di ore da un anno all'altro, incentivando i lavoratori a pianificare attentamente la fruizione dei permessi.

Se i permessi sono concessi per sostenere un esame e la tesi o solo la tesi, le ore devono essere fruite entro la data di conseguimento del diploma di laurea. La tempistica è quindi legata all'effettivo percorso di studi del lavoratore.

I permessi possono essere richiesti in diverse modalità:

  • Per una giornata intera
  • A ore
  • Per periodi continuativi

In tutte queste ipotesi, il permesso può coprire l'orario corrispondente alle fasce minime obbligatorie giornaliere oppure l'orario teorico giornaliero standard. È importante notare che, salvo per motivate ragioni di servizio, non è consentita la fruizione di permessi a cui preceda o segua una prestazione lavorativa inferiore a un'ora. Questa regola serve a garantire una programmazione efficiente del lavoro e a evitare frammentazioni eccessive dell'orario.

Normativa di riferimento per i permessi studio 2025

La normativa sui permessi per il diritto allo studio trova fondamento negli articoli 33 e 34 della Costituzione della Repubblica Italiana, che garantiscono universalmente il diritto all'istruzione. Per i lavoratori dipendenti, questo diritto è regolato dalla legge n. 300/1970, nota come Statuto dei Lavoratori, promulgata a seguito di importanti lotte sindacali tra gli anni '60 e '70.

L'articolo 10 dello Statuto dei Lavoratori riconosce al lavoratore studente vari diritti, tra cui:

  • Permessi giornalieri retribuiti per gli esami
  • Turni di lavoro che facilitino la preparazione degli esami e la frequenza dei corsi
  • Esonero dal lavoro straordinario o durante i riposi settimanali

Nel 1973, grazie al contratto collettivo nazionale di lavoro del settore metalmeccanico, furono introdotte per la prima volta le 150 ore di diritto allo studio, beneficio che negli anni è stato esteso anche ad altre categorie di lavoratori.

Per il 2025, le disposizioni rimangono sostanzialmente invariate, con i CCNL (Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro) che disciplinano la durata del permesso e le modalità di richiesta in base al settore specifico. È quindi fondamentale consultare il proprio CCNL per conoscere le disposizioni esatte applicabili alla propria situazione lavorativa.

Permessi studio per categorie specifiche di lavoratori

Per quanto riguarda i lavoratori a tempo determinato, la situazione è più articolata. Nonostante l'art. 6 del D.lgs. n. 368/2001 stabilisca il principio di non discriminazione tra personale a tempo determinato e indeterminato, l'agevolazione delle 150 ore non è riconosciuta automaticamente ai lavoratori con contratto a termine, a meno che il contratto non abbia una durata superiore ai 6 mesi continuativi.

Ai lavoratori a tempo determinato sono comunque concesse agevolazioni riguardanti l'orario di lavoro ordinario e straordinario, oltre a 8 giornate all'anno di permesso retribuito per sostenere gli esami.

In sintesi, le 150 ore di diritto allo studio spettano principalmente a:

  • Lavoratori con contratto indeterminato full-time
  • Lavoratori con contratto indeterminato part-time verticale (in questo caso, si applica la regola della proporzionalità)
  • Lavoratori con contratto determinato di durata non inferiore a sei mesi continuativi, comprensivi di eventuali proroghe

Modalità di richiesta dei permessi per esami universitari

Per richiedere i permessi studio è necessario presentare una domanda formale al datore di lavoro. Quest'ultimo ha facoltà di richiedere documentazione dettagliata che comprenda:

  • Informazioni sul soggetto che eroga la formazione
  • Indicazioni sul numero di ore e giorni di permesso necessari per partecipare agli esami e ai corsi
  • Attestato di frequenza che dimostri la sovrapposizione delle lezioni e degli esami con l'orario di lavoro

È importante sottolineare che in assenza di tale documentazione si rischia di perdere il diritto alla retribuzione. Molte aziende forniscono ai dipendenti un modulo specifico da compilare e inviare alla direzione o al reparto delle risorse umane. Alcune organizzazioni hanno anche implementato sistemi digitali per semplificare questa procedura.

Per il 2025, molti uffici scolastici e pubbliche amministrazioni hanno fissato al 15 novembre 2024 la scadenza per la presentazione delle domande relative ai permessi dipendenti pubblici per figli. Quali sono, quanti all'anno e per quali motivi vengono concessi è una questione che interessa molti lavoratori con comunicazione degli esiti generalmente entro il 15 dicembre 2024.

Permessi studio e università telematiche

Un tema di particolare interesse riguarda i permessi studio per chi frequenta università telematiche. Il Dipartimento della Funzione Pubblica, con nota nr. 79983 del 14/12/2020, ha analizzato la questione della fruizione dei permessi per il diritto allo studio da parte del personale di pubblico impiego iscritto a università online.

In generale, i lavoratori che richiedono questi permessi devono produrre un attestato redatto dall'università telematica che comprovi:

  • Orario e durata delle connessioni web del lavoratore verso la facoltà di riferimento, che devono coincidere con l'orario di lavoro
  • Certificazione della facoltà attestante che le lezioni possono essere seguite esclusivamente nell'orario di servizio e nella giornata per la quale il dipendente ha richiesto il permesso

Come chiarito dalla Circolare nr. 12 del 2011 del Dipartimento della Funzione Pubblica: "Le clausole (contrattuali) nel disciplinare le agevolazioni non contengono specifiche previsioni sui corsi tenuti dalle università telematiche e, pertanto, la relativa disciplina deve intendersi di carattere generale, non rivenendosi in astratto preclusioni alla fruizione del permesso da parte dei dipendenti iscritti alle università telematiche".

Secondo l'ARAN, i permessi possono essere concessi se il dipendente è in grado di presentare la documentazione prescritta per la generalità dei lavoratori, inclusa la certificazione dell'università che attesti in quali giorni il dipendente ha seguito personalmente le lezioni trasmesse telematicamente, in orari coincidenti con le ordinarie prestazioni lavorative.

Casi particolari e limitazioni nei permessi per diritto allo studio

È necessario valutare contratto per contratto le norme di riferimento per comprendere il funzionamento dei permessi per diritto allo studio per preparazione esami universitari. In molti CCNL, nelle ipotesi di corsi di studio universitario, viene riconosciuto il diritto ai permessi a seguito della partecipazione ad almeno 2 esami, oppure 1 esame e la tesi, o esclusivamente la tesi.

Alcuni contratti non considerano come esami sostenuti le prove di conoscenza delle lingue straniere e delle competenze informatiche, limitando quindi l'accesso ai permessi in questi casi specifici.

Il dipendente che ottiene il diritto a usufruire del permesso di studio deve concordare con il proprio responsabile le modalità di fruizione annuale delle ore di assenza. In particolare, la fruizione dei permessi di durata superiore a una giornata lavorativa deve essere concordata in anticipo, e il permesso può essere negato per gravi esigenze di servizio.

In caso di cessazione dal servizio in corso d'anno, le ore di permesso concesse per motivi di studio sono ridotte in proporzione ai mesi effettivamente lavorati dal dipendente. Analogamente, in caso di assenza dal servizio per lunghi periodi, le ore di permesso sono proporzionalmente ridotte in relazione ai mesi di effettivo servizio, con l'eccezione generalmente del congedo ordinario e delle malattie dovute a infortunio sul lavoro.

Criteri di priorità e graduatorie per l'assegnazione dei permessi

In ambito pubblico, in particolare nel settore scolastico, sono previsti criteri di priorità per l'assegnazione dei permessi quando le richieste superano il limite del 3% della dotazione organica. Le graduatorie vengono stilate considerando questi criteri:

  • Frequenza di corsi finalizzati al conseguimento del titolo di studio proprio della qualifica di appartenenza
  • Frequenza di corsi per il conseguimento di un titolo di studio di istruzione primaria, secondaria o di laurea
  • Frequenza di corsi per il conseguimento di un titolo di studio di qualifica professionale o attestati professionali
  • Frequenza di corsi per il conseguimento di titoli di studio post-universitari
  • Frequenza di corsi per il conseguimento di altri titoli di studio di pari grado a quello già posseduto

A parità di condizioni, sono ammessi a frequentare le attività didattiche i dipendenti che non hanno mai fruito di tali permessi per lo stesso corso. Chi già beneficia dei permessi ha diritto al rinnovo con priorità rispetto ai nuovi richiedenti, per tutta la durata del corso frequentato.

Per i dipendenti pubblici, la certificazione deve essere presentata al dirigente responsabile subito dopo la fruizione del permesso e comunque non oltre il termine dell'anno solare o di un eventuale cambio di sede.

Documentazione e certificazione richiesta per i permessi studio

La documentazione da presentare per ottenere e mantenere i permessi studio varia in base alla tipologia di corso frequentato. In generale, è necessario fornire:

  • Prima dell'inizio dei corsi: certificato di iscrizione o dichiarazione sostitutiva
  • Durante e al termine dei corsi: attestato di partecipazione
  • Dopo ogni esame o esame finale: attestato degli esami sostenuti, anche con esito negativo

Per i corsi universitari, gli iscritti al primo anno possono iniziare a utilizzare le 150 ore solo dopo la comunicazione dell'autorizzazione, mentre gli iscritti agli anni successivi devono presentare attestato di frequenza, degli esami sostenuti e il piano di studi dell'anno cui sono iscritti.

La Corte di Cassazione (Sez. Lavoro, sent. n. 10344 del 22.4.2008) ha chiarito che i permessi straordinari retribuiti possono essere concessi soltanto per la frequenza dei corsi in orari coincidenti con quelli di servizio, non per le necessità connesse alla preparazione degli esami o allo svolgimento di altre attività come colloqui con i docenti o pratiche di segreteria.

Tuttavia, molti contratti regionali prevedono condizioni migliorative, consentendo la fruizione dei permessi non retribuiti, quali sono previsti per CCNL e leggi anche per attività connesse alla preparazione di esami, prove, ricerche e tesi di laurea.

In conclusione, i permessi per diritto allo studio rappresentano un importante strumento per conciliare lavoro e formazione, ma prima di richiederli è consigliabile sempre valutare cosa conviene usare tra ferie o permessi considerando i pro e contro nei diversi casi specifici della propria situazione lavorativa.



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