Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Scuola e università sempre più lontani dal mondo del lavoro, cosa devono fare gli stessi ragazzi per diminuire divario

di Marcello Tansini pubblicato il
Mondo del lavoro

Il divario tra scuola, università e mondo del lavoro genera incertezze tra i giovani. Disuguaglianze, scelte post-diploma, fattori critici nell'accesso al lavoro e il ruolo fondamentale delle competenze trasversali.

Negli ultimi anni, la distanza tra sistemi educativi e esigenze del mercato occupazionale si è accentuata, ponendo nuove sfide a studenti, famiglie e policy-maker. Se da un lato scuola e università rivestono un ruolo centrale nella formazione culturale e tecnica, dall'altro emerge una difficoltà nel tradurre la preparazione scolastica in opportunità professionali concrete.

L'accelerazione tecnologica e le trasformazioni socio-economiche richiedono flessibilità e capacità rinnovata di adattamento, mentre persistono disallineamenti tra percorsi formativi e competenze richieste dalle imprese.

Disuguaglianze e problematiche strutturali nei sistemi educativi e occupazionali

I contesti educativi e lavorativi sono profondamente influenzati da disuguaglianze di genere, economiche e territoriali, che si riflettono nella distribuzione delle opportunità. Secondo i dati dell'OCSE, all'incremento della percentuale di giovani con diploma di scuola superiore non corrisponde ancora una piena inclusione nel mercato del lavoro, soprattutto per coloro che provengono da famiglie svantaggiate. Le donne laureate in Italia, ad esempio, ricevono retribuzioni mente più basse rispetto ai colleghi uomini, mentre il divario in termini di inserimento lavorativo resta ampio, nonostante il superiore rendimento scolastico. In pratica:

  • Disparità di genere e socioeconomica: Le ragazze superano i ragazzi in termini di successi scolastici, ma questa eccellenza non si traduce in pari riconoscimento professionale. Le differenze permangono anche nell'accesso a programmi di educazione precoce e nelle possibilità di completamento degli studi.
  • Carenza di investimenti: L'Italia destina una quota del PIL all'istruzione inferiore alla media OCSE, con tendenza a concentrare le risorse sui primi cicli e a ridurle fino al livello universitario.
  • Mancanza di personale qualificato: La difficoltà nel reperire nuovi docenti e la presenza di contratti precari indeboliscono la solidità del sistema, aumentando il rischio di riduzione della qualità formativa soprattutto nelle aree svantaggiate.
L'accesso diseguale all'istruzione, aggravato dalla limitata alfabetizzazione digitale e dalla carenza di supporti adeguati, ha ricadute dirette sull'occupabilità dei giovani e sulla possibilità di colmare il gap tra formazione e domanda reale di competenze, accentuando la distanza tra scuola, università e mondo del lavoro.

Come orientarsi dopo la maturità: opportunità, rischi e scelte consapevoli

Terminato il ciclo di studi secondari, i giovani si trovano di fronte a scelte articolate che richiedono consapevolezza e informazione accurata. Le incertezze che caratterizzano questa fase sono alimentate da un mercato del lavoro in evoluzione, dalla crescita esponenziale delle professioni digitali e dal rischio di fare scelte non allineate alle proprie inclinazioni. Diventa quindi essenziale valutare i propri obiettivi personali e professionali, l'offerta formativa disponibile, le possibilità concrete di inserimento lavorativo e la sostenibilità economica delle diverse alternative.

Strumenti di orientamento, test attitudinali e piattaforme dedicate, così come le esperienze pratiche offerte dai programmi PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento), possono guidare i ragazzi nella definizione di un percorso equilibrato. È importante considerare:

  • Tempo per la riflessione: Prendersi una pausa mirata, o gap year, consente di maturare scelte più allineate alle proprie aspirazioni, evitando decisioni affrettate che rischiano di provocare insoddisfazione o abbandono dei percorsi scelti.
  • Formazione non tradizionale: Corsi ITS o IFTS, esperienze lavorative temporanee, tirocini e volontariato possono rappresentare una valida alternativa al percorso lineare scuola-università-lavoro, sviluppando skill immediatamente spendibili.
  • Consapevolezza delle proprie risorse: Valutare realisticamente il proprio budget, le opportunità di borse di studio e il supporto familiare per affrontare con maggiore serenità il periodo di transizione.
La ponderazione dei rischi e dei vantaggi rispetto alle proprie inclinazioni permette di costruire un percorso individuale, resiliente alle incertezze del mercato del lavoro e in grado di valorizzare le competenze trasversali acquisite anche in contesti extracurricolari.

Università, lavoro o pausa? Analisi di percorsi possibili e delle loro implicazioni

La decisione post-diploma richiede un'analisi accurata delle principali alternative, ognuna caratterizzata da vantaggi e limitazioni specifiche:

  • Percorso accademico: Seguire gli studi universitari garantisce una solida preparazione teorica e può facilitare l'accesso a professioni specialistiche. Tuttavia, implica costi economici, pressione per il rendimento e uno slittamento dell'autonomia finanziaria.
  • Inserimento lavorativo immediato: L'ingresso diretto nel mondo del lavoro consente una rapida indipendenza economica e sviluppo di competenze pratiche, ma può esporre al rischio di stagnazione in posizioni con possibilità limitate di avanzamento o con minori tutele.
  • Pausa strutturata: Il cosiddetto gap year, se pianificato, permette la sperimentazione di esperienze formative e lavorative, facilitando una scelta universitaria o professionale più consapevole. È necessario prestare attenzione al rischio di prolungare l'indecisione o di perdere motivazione se la pausa non ha obiettivi chiari.

Gap year e percorsi alternativi: esperienze formative e soft skills

Il gap year, diffuso nei Paesi anglosassoni, rappresenta un'occasione per arricchire il proprio profilo con attività di volontariato, lavoro temporaneo, viaggi formativi e corsi di specializzazione. Tali esperienze, se ben gestite, contribuiscono allo sviluppo di competenze trasversali come resilienza, adattabilità, comunicazione e problem solving - di rilevanza nell'attuale scenario lavorativo.

È consigliabile:

  • Valutare le varie possibilità di finanziamento, incluse le piattaforme che offrono vitto e alloggio in cambio di attività lavorative (Workaway, WWOOF, Erasmus+), per contenere i costi del gap year.
  • Scegliere attività che favoriscono la crescita personale e forniscono valore aggiunto in termini di crediti curriculari o referenze professionali.
  • Mantenere una progettualità di fondo, fissando obiettivi chiari e monitorando i risultati raggiunti, per evitare dispersione di energie.
La valorizzazione delle soft skills acquisite durante esperienze non convenzionali si rivela un punto di forza nei percorsi di selezione sia in ambito occupazionale sia accademico.

Università e accesso al lavoro: fattori critici, differenze Italia-Estero e nuove prospettive

L'accesso al mondo professionale per i laureati italiani risente di variabili interne ed esterne che incidono su occupabilità e mobilità sociale. In Italia, la forte componente teorica dei corsi universitari si scontra talvolta con l'esigenza di skills pratici richiesti dalle aziende. Paesi come Germania e Scandinavia, invece, integrano l'apprendimento in aula con stage, tirocini e orientamento al lavoro già durante il percorso accademico.

Le recenti trasformazioni sottolineano l'importanza:

  • Di rafforzare il rapporto tra atenei e imprese, attraverso programmi di apprendimento duale e tirocini che rendano i giovani più preparati e competitivi.
  • Di promuovere iniziative di mobilità internazionale, che facilitino il confronto con modelli educativi evoluti, contribuendo a colmare il divario tra scuola e lavoro.
  • Di sostenere lo sviluppo delle competenze digitali e linguistiche fin dalla scuola secondaria, per favorire l'inserimento in mercati globalizzati e settori innovativi.
L'allineamento delle offerte formative alle reali esigenze del tessuto produttivo rimane una sfida prioritaria, che può essere affrontata anche tramite investimenti mirati e collaborazione con il settore privato.

Costi, borse di studio, opportunità internazionali e formazione digitale

Il sostegno economico degli studenti è un elemento importante per garantire equità nell'accesso all'istruzione universitaria. In Italia, il costo medio di un percorso di studi fuori sede può raggiungere cifre significative, incidendo sul tenore di vita e sulle scelte formative.

  • Borse di studio nazionali e regionali, nonché programmi europei come Erasmus+, rappresentano un utile strumento per abbattere tali barriere.
  • Paesi come Germania, Norvegia e Austria offrono l'opportunità di studiare gratuitamente o con tasse universitarie ridotte anche agli studenti internazionali, incentivando la mobilità e il confronto interculturale.
La formazione digitale, infine, assume un ruolo strategico: piattaforme MOOC e collaborazioni internazionali permettono una didattica innovativa e l'accesso a percorsi di certificazione spendibili a livello globale, facilitando sia l'upskilling che il reskilling professionale.

Il tema della salute mentale tra studio e inserimento lavorativo

Le pressioni legate al rendimento accademico e alle incertezze sull'inserimento lavorativo influenzano sensibilmente la salute mentale dei giovani. Tra i principali fattori di disagio emergono competizione eccessiva, insicurezza economica, difficoltà a conciliare studio e vita privata e, per chi vive lontano da casa, la gestione della solitudine.

  • Le università italiane si stanno dotando di servizi di supporto psicologico per fornire assistenza a studenti in difficoltà. Tuttavia, la copertura resta insufficiente rispetto alla domanda.
  • Affrontare le emozioni negative come ansia e senso di inadeguatezza richiede un lavoro di psico-educazione e il superamento dello stigma. Strumenti di counseling e gruppi di autoaiuto possono rappresentare validi alleati per prevenire l'abbandono scolastico e favorire l'empowerment personale.
Il rafforzamento del benessere psicologico è pertanto strettamente connesso all'efficacia delle politiche di inclusione e di orientamento, oltre che alla capacità dei servizi universitari di integrare l'offerta con quella del Sistema Sanitario Nazion.

Le competenze trasversali: chiavi per ridurre la distanza dal lavoro

Le aziende tendono a privilegiare candidati in possesso, oltre che di solide basi disciplinari, di skill trasversali (soft skills) come la leadership, la gestione del tempo, l'empatia, la capacità di risolvere problemi complessi e l'attitudine al lavoro in team. Tali competenze si acquisiscono non solo durante il percorso universitario, ma anche attraverso esperienze di vita, come il volontariato, gli stage, i viaggi e la gestione autonoma della quotidianità.

La vita da fuori sede favorisce autonomia e problem solving, dal momento che lo studente deve gestire budget, relazioni con coinquilini e pianificazione delle sue attività. La partecipazione ad attività extracurriculari e la capacità di affrontare eventi imprevisti contribuiscono a rafforzare la resilienza e l'attitudine a lavorare in contesti multidisciplinari. La padronanza delle tecnologie digitali rappresenta oggi una skill imprescindibile per la quasi totalità dei campi professionali.

Investire nello sviluppo delle competenze trasversali costituisce una strategia efficace per rispondere alle crescenti esigenze del mercato del lavoro globale e ridurre la distanza tra formazione accademica e carriera professionale, favorendo l'inserimento stabile e soddisfacente dei giovani nel tessuto socio-economico.

Leggi anche