Il primo impiego per un diplomato è l'inizio di un percorso professionale e un passaggio strategico verso l'autonomia economica e sociale. Dopo anni di formazione scolastica, i giovani si trovano ad affrontare le sfide di un mercato del lavoro competitivo, dove l'esperienza pratica e le competenze professionali sono un valore aggiunto. In questo scenario, il contratto di apprendistato è la formula per garantire un ingresso graduale e formativo nel mondo del lavoro, grazie alla sua doppia natura di contratto e percorso di crescita professionale.
L'apprendistato si configura come un ponte tra la scuola e l'impresa e consente ai diplomati di apprendere un mestiere sul campo, affiancati da professionisti esperti e sostenuti da percorsi formativi riconosciuti. Questo modello integrato di lavoro e studio favorisce l'acquisizione di competenze tecniche e trasversali ed è una garanzia di tutele contrattuali. Entriamo nei dettagli:
Il contratto di apprendistato, come funziona e a chi è rivolto
Retribuzione, tutele e prospettive di crescita
Tra le diverse forme di apprendistato previste dalla normativa, quella più diffusa per i diplomati è il contratto di apprendistato professionalizzante, pensato per i giovani tra i 18 e i 29 anni. Questo contratto è a tempo indeterminato, ma prevede una prima fase a contenuto formativo, la cui durata può variare da sei mesi a tre anni, a seconda del settore di appartenenza e del contratto collettivo nazionale applicato dall'azienda. In alcuni casi, la durata può essere prorogata fino a cinque anni, ad esempio nei settori dell'artigianato o per i profili professionali che richiedono percorsi formativi più complessi.
Il cuore di questo contratto è il percorso di formazione, che si svolge sia all'interno dell'azienda, attraverso attività pratiche e affiancamento operativo, sia all'esterno, in enti di formazione accreditati. Ogni apprendista è seguito da un tutor aziendale, responsabile di monitorare l'apprendimento e verificare il raggiungimento delle competenze previste. L'obiettivo è trasformare l'apprendistato in un rapporto stabile, con il consolidamento del contratto a tempo indeterminato al termine del periodo formativo.
Dal punto di vista economico, l'apprendistato prevede una retribuzione progressiva che parte dal 70% del salario previsto per il livello di inquadramento nel primo anno, per poi aumentare negli anni successivi, in linea con le competenze acquisite. Questo sistema permette alle aziende di sostenere l'inserimento dei giovani con costi più contenuti, ma garantisce agli apprendisti un percorso di crescita salariale, che culmina con il raggiungimento della piena retribuzione contrattuale al termine del periodo formativo.
Sul piano dei diritti, l'apprendista gode delle stesse tutele previste per i lavoratori subordinati, comprese la copertura previdenziale, l'assicurazione contro gli infortuni, il diritto alla malattia e l'accesso alla Naspi, l'indennità di disoccupazione, in caso di interruzione del rapporto di lavoro.
Uno degli elementi che rendono l'apprendistato una scelta per i giovani diplomati è la possibilità di acquisire competenze certificate, spendibili nell'azienda che ha avviato il contratto e in tutto il mercato del lavoro. Il percorso formativo obbligatorio, che comprende ore di aula, attività pratiche e formazione teorica, permette di costruire un profilo professionale completo, arricchito da soft skills come la comunicazione efficace, il problem solving, il lavoro in team e la gestione delle responsabilità.
Queste competenze trasversali, sempre più richieste dalle imprese, fanno dell'apprendista non solo un esecutore di mansioni, ma un professionista in grado di crescere, di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di progredire nella carriera. Alla fine del percorso, le aziende hanno l'opportunità di valutare l'effettiva integrazione del giovane nel proprio organico e decidere se trasformare l'apprendistato in un contratto definitivo, aprendo così le porte a una carriera stabile e duratura.