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Dimissioni telematiche, entro quando si possono revocare nei diversi casi e cosa succede se si fa

Quali sono i tempi da rispettare per revocare le dimissioni telematiche giŕ inviate e come fare: le regole in vigore

Autore: Marcello Tansini
pubblicato il
Dimissioni telematiche, entro quando si

Le dimissioni telematiche costituiscono un elemento centrale nella disciplina dei rapporti di lavoro in Italia in virtù delle recenti disposizioni normative. Introdotte per arginare fenomeni irregolari come le cosiddette “dimissioni in bianco” e assicurare maggiore trasparenza,  prevedono che la cessazione volontaria del rapporto debba avvenire esclusivamente attraverso procedure digitali ed è permessa la possibilità di ripensamento, ma limitata temporalmente e a condizioni specifiche.

La procedura per presentare le dimissioni telematiche

Per presentare le dimissioni volontarie telematiche, il dipendente del settore privato deve seguire la procedura digitalizzata attraverso il portale ClicLavoro, a cui si accede tramite credenziali SPID o CIE oppure, in alternativa, chiedendo il supporto di intermediari abilitati, tra cui patronati, organizzazioni sindacali o consulenti del lavoro. Il percorso si articola in alcune fasi essenziali:

  • Accesso al portale istituzionale con autenticazione digitale.
  • Scelta della sezione "dimissioni volontarie".
  • Inserimento o verifica dei dati anagrafici e concernenti il rapporto di lavoro.
  • Selezione della motivazione e della data di decorrenza.
  • Invio telematico del modulo, che viene recapitato automaticamente al datore di lavoro e all'Ispettorato Territoriale.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare la cessazione del rapporto ai Servizi per l’Impiego (tramite modello UniLav) entro cinque giorni. 

Termini e modalità per revocare le dimissioni: regole generali e casi particolari

La normativa stabilisce che il lavoratore può revocare le dimissioni telematiche a condizione che tale volontà sia manifestata entro 7 giorni dalla data di trasmissione del relativo modulo.

La richiesta, da inoltrare anch’essa in forma telematica attraverso lo stesso portale utilizzato per inoltrare la dimissione, deve seguire determinati passaggi:

  • Accesso tramite SPID o CIE alla piattaforma ministeriale.
  • Individuazione dell’istanza di dimissione sulla propria area personale.
  • Selezione dell’opzione “Revoca dimissioni” e compilazione del modulo apposito, eventualmente indicando il motivo del ripensamento.
  • Conferma e trasmissione dell’istanza, che giunge al datore di lavoro e all’Ispettorato competente.

Il dipendente deve sempre garantire che la comunicazione di revoca sia effettivamente recapitata anche al datore di lavoro. In caso di contestazione, l'onere della prova grava sul lavoratore, che dovrà dimostrare l’avvenuto completamento della procedura telematica secondo le modalità previste.

Revoca dopo il termine di 7 giorni: eccezioni e azioni giudiziali

Dopo la scadenza dei sette giorni temporali previsti per la revoca, la normativa consente il ripensamento solo in circostanze eccezionali, come:

  • Errore: ad esempio, un lavoratore che ha rassegnato le dimissioni per fraintendimento sulla natura del proprio contratto.
  • Violenza o minaccia: presenza di pressioni indebite o minacce da parte del datore di lavoro.
  • Dolo: condotte fraudolente che hanno indotto il lavoratore in errore.
  • Incapacità di intendere e di volere: stato psicofisico che comprometta la capacità di autodeterminarsi.

Per ottenere l’annullamento, il dipendente deve agire presso il Tribunale del Lavoro, assistito da un legale, e dimostrare la sussistenza del vizio tramite prove documentali, testimonianze od altre evidenze oggettive. L’azione giudiziaria va proposta entro 5 anni dalla scoperta del vizio o dalla cessazione della situazione lesiva. Se l’autorità giudiziaria riconosce il vizio, il contratto si considera non interrotto, con possibili effetti retroattivi su retribuzioni e tutele, inclusa la reintegrazione in servizio e, talora, il risarcimento del danno.

Cosa succede quando si revocano le dimissioni telematiche: effetti sul rapporto di lavoro e ruolo del datore

La revoca delle dimissioni entro i termini e secondo le modalità previste comporta che il rapporto di lavoro prosegue senza soluzione di continuità, come se la cessazione non fosse mai intervenuta. Gli effetti della revoca sono riassumibili nei seguenti punti:

  • Ripristino integrale del contratto: il lavoratore mantiene mansioni, livello, anzianità e diritti precedenti alla comunicazione di cessazione.
  • Obblighi amministrativi: se il datore aveva già comunicato la cessazione ai servizi pubblici (es. tramite UniLav), dovrà procedere con una rettifica, inviando una nuova comunicazione che annulla la precedente.
  • Impossibilità di revocare più volte: la legge consente una sola revoca per ogni singolo rapporto lavorativo.
  • Ruolo del datore di lavoro: l’accoglimento della revoca nei primi 7 giorni è automatica e non richiede il consenso del datore, che, invece, può rifiutarla se tale istanza giunge oltre i 7 giorni, salvo accordo tra le parti.

 

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