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Le differenze di rivalutazione degli importi di chi già prende la pensione e di quelli che andranno nel 2025. Calcoli ed esemp

Cosa cambia tra la rivalutazione degli importi di chi già prende la pensione e chi deve ancora andarci nel 2025

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Le differenze di rivalutazione degli imp

Cosa cambia tra la rivalutazione degli importi di chi già prende la pensione e di quelli che andranno nel 2025?

Gli importi delle pensioni non vengono rivalutati solo annualmente, in base all’andamento dell’inflazione, con il tasso annuale stabilito dal Mef e a seconda delle percentuali di perequazione previste, ma anche al momento dell’uscita. In questo caso ad essere rivalutati non sono i trattamenti pensionistici che si percepiscono ma i montanti contributivi, vale a dire la somma di tutti i contributi versati da ogni lavoratore nel corso della sua vita professionale e che costituiscono la base di calcolo della pensione finale. 
 

Qual è la differenza tra la rivalutazione degli importi di chi già prende la pensione e di quelli che ci andranno nel 2025? Gli importi delle pensioni sono soggetti a diversi cambiamenti che possono derivare sia dal calcolo delle imposte dovute e sia dagli aumenti ricalcolati.

  • La rivalutazione degli importi di chi è già in pensione, come funziona
  • Cosa prevede la rivalutazione delle pensioni di chi ancora deve andarci e la differenza rispetto a quella annuale

La rivalutazione degli importi di chi è già in pensione, come funziona

La rivalutazione degli importi di chi è già in pensione e percepisce il suo trattamento mensile avviene ogni anno per effetto delle nostre leggi vigenti che prevedono la garanzia del potere di acquisto ai pensionati (così come ai lavoratori dipendenti).

La rivalutazione pensionistica annua avviene sul tasso di perequazione che viene stabilito dal Mef ogni anno, verso la fine dello stesso, in base all’andamento dell’inflazione e secondo percentuali rivalutative stabilite dal governo (che attualmente sono tre). 

Per esempio, per il 2024 il tasso di rivalutazione è stato del 5,4%, mentre il prossimo anno dovrebbe essere più basso, attestandosi all’1,6% in adeguamento all’andamento dell’inflazione che si è notevolmente ridotta rispetto a due anni. 

Se quest’anno, una pensione di 1.200 euro, rivalutata al 5,5% (al 100%) è aumentata di circa 64 anni, il prossimo anno 2025, con il tasso molto più basso, aumenterà solo di qualche euro.

Cosa prevede la rivalutazione delle pensioni di chi ancora deve andarci e la differenza rispetto a quella annuale

Gli importi delle pensioni non vengono rivalutati solo annualmente ma anche al momento dell’uscita.

In questo caso ad essere rivalutati non sono i trattamenti pensionistici che si percepiscono ma i montanti contributivi, vale a dire la somma di tutti i contributi versati da ogni lavoratore nel corso della sua vita professionale e che costituiscono la base di calcolo della pensione finale. 

Anche per chi deve ancora andare in pensione, ogni anno viene stabilito un tasso rivalutativo, non da parte del Ministero dell’Economia, ma dell’Istat.

Inoltre, a differenza della perequazione annua, la rivalutazione dei contributi si applica solo ai lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria.

Per il prossimo anno 2025, il tasso di rivalutazione dei contributi è stato fissato al 3,6% e ciò significa che chi ha accumulato, per esempio, un montante contributivo di 100mila euro al 31 dicembre 2023, rivalutato con il tasso stabilito, otterrà un totale di 103.662, con un aumento di 3.662 euro.