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Partita iva ordinaria, quanto si paga di contributi nel 2025? Calcoli ed esempi

Uno dei punti cardine di ogni partita Iva in regime ordinario 2025 il pagamento dei contributi previdenziali. Spiegazioni e chiarimenti

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Partita iva ordinaria, quanto si paga di

La gestione previdenziale rappresenta uno degli aspetti più rilevanti per chi opera con partita IVA in regime ordinario. Il versamento dei contributi previdenziali costituisce non solo un obbligo fiscale, ma anche la base per garantirsi un futuro pensionistico adeguato. Nel 2025, le regole relative ai contributi previdenziali per i titolari di partita IVA ordinaria mantengono una struttura simile agli anni precedenti, con alcune specificità che è importante conoscere per una corretta pianificazione finanziaria.

Chi deve versare i contributi previdenziali all'INPS nel 2025

Non tutti i possessori di partita IVA versano i propri contributi all'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. La maggioranza dei lavoratori autonomi, commercianti e artigiani è tenuta a versare i contributi all'INPS, tra cui:

  • Falegnami
  • Pasticceri
  • Massaggiatori
  • Idraulici
  • Estetisti
  • Gelatai
  • Fotografi
  • Elettricisti
  • Altri lavoratori autonomi senza iscrizione ad albi professionali

I professionisti iscritti a un albo o ordine professionale, invece, versano i contributi previdenziali a casse autonome specifiche per la propria categoria. Questo sistema parallelo garantisce una gestione previdenziale dedicata alle diverse professioni regolamentate.

Professionisti con casse previdenziali autonome

Tra i professionisti che non versano all'INPS ma alle rispettive casse di categoria troviamo:

  • Commercialisti (Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Dottori Commercialisti)
  • Ingegneri e architetti (Inarcassa)
  • Notai (Cassa nazionale del Notariato)
  • Avvocati (Cassa Forense)
  • Psicologi (Enpap)
  • Farmacisti (Enpaf)
  • Geometri (Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri)
  • Medici e odontoiatri (Enpam)
  • Veterinari (Enpav)
  • Giornalisti (Inpgi)
  • Consulenti del lavoro (Enpacl)
  • Periti industriali (Eppi)
  • Biologi (Enpab)
  • Agenti di commercio (Enasarco)
  • Infermieri professionali (Enpapi)

Ogni cassa previdenziale ha regole proprie in merito ad aliquote contributive, minimali, massimali e modalità di versamento, che possono differire significativamente da quelle previste dall'INPS.

Struttura dei contributi INPS per partita IVA ordinaria nel 2025

Per chi è tenuto a versare i contributi all'INPS, il sistema prevede una doppia componente contributiva:

  1. Contributi fissi: importi stabiliti indipendentemente dal fatturato
  2. Contributi percentuali: calcolati in base al reddito effettivamente prodotto

Questa struttura garantisce che ogni lavoratore autonomo contribuisca al sistema previdenziale sia con una quota minima obbligatoria, sia con un importo proporzionale ai propri guadagni.

Scadenze di pagamento nel 2025

I versamenti dei contributi previdenziali seguono un calendario preciso:

  • Contributi fissi: pagamento in 4 rate con scadenze il 16 maggio, 20 agosto, 16 novembre 2025 e 16 febbraio 2026
  • Contributi sul reddito: versamento in due soluzioni, il 30 giugno e il 30 novembre 2025

Il rispetto di queste scadenze è fondamentale per evitare sanzioni e interessi di mora che potrebbero aggravare ulteriormente la pressione fiscale sul lavoratore autonomo.

Calcolo dei contributi previdenziali per partita IVA ordinaria nel 2025

Il calcolo dei contributi INPS per le partite IVA in regime ordinario si basa su aliquote percentuali applicate al reddito d'impresa, con la previsione di importi minimi obbligatori e tetti massimi di contribuzione.

Contributi fissi minimi nel 2025

I contributi fissi rappresentano l'importo minimo che ogni lavoratore autonomo deve versare all'INPS, indipendentemente dal reddito prodotto. Per il 2025, questi importi sono:

  • Commercianti: circa 3.850 euro annui
  • Artigiani: circa 3.800 euro annui

Questi contributi vanno versati anche in caso di reddito nullo o molto basso, costituendo un costo fisso incomprimibile per chi avvia un'attività in proprio.

Aliquote contributive in base agli scaglioni di reddito

Oltre ai contributi fissi, le partite IVA ordinarie devono versare contributi calcolati in percentuale sul reddito prodotto. Per il 2025, le aliquote sono:

  • Per redditi tra 15.549 e 46.123 euro:
    • Artigiani: 23,10%
    • Commercianti: 23,19%
  • Per redditi superiori a 46.123 euro:
    • Artigiani: 24,10%
    • Commercianti: 24,19%

È importante notare che esiste un tetto massimo di reddito imponibile pari a 76.872 euro, oltre il quale non si pagano ulteriori contributi previdenziali. Questo limite superiore definisce l'importo massimo che un lavoratore autonomo dovrà versare all'INPS nel corso dell'anno.

Esempi pratici di calcolo dei contributi nel 2025

Per comprendere meglio l'impatto dei contributi previdenziali sul bilancio di un'attività, vediamo alcuni esempi concreti di calcolo per diverse fasce di reddito.

Esempio 1: Commerciante con reddito di 25.000 euro

Un commerciante che nel 2025 produce un reddito di 25.000 euro dovrà versare:

  • Contributi fissi: 3.850 euro
  • Contributi sul reddito: 25.000 euro × 23,19% = 5.797,50 euro
  • Totale contributi annui: 9.647,50 euro

In questo caso, l'incidenza dei contributi previdenziali sul reddito è pari al 38,59%, una percentuale significativa che deve essere considerata attentamente nella pianificazione finanziaria dell'attività.

Esempio 2: Artigiano con reddito di 50.000 euro

Per un artigiano con un reddito di 50.000 euro nel 2025, il calcolo sarà:

  • Contributi fissi: 3.800 euro
  • Contributi sul reddito fino a 46.123 euro: 46.123 × 23,10% = 10.654,41 euro
  • Contributi sul reddito eccedente: (50.000 - 46.123) × 24,10% = 935,25 euro
  • Totale contributi annui: 15.389,66 euro

In questo caso, l'incidenza dei contributi previdenziali sul reddito è pari al 30,78%, un valore ancora elevato ma proporzionalmente inferiore rispetto all'esempio precedente.

Esempio 3: Commerciante con reddito superiore al massimale

Un commerciante che nel 2025 produce un reddito di 90.000 euro dovrà versare:

  • Contributi fissi: 3.850 euro
  • Contributi sul reddito fino a 46.123 euro: 46.123 × 23,19% = 10.695,92 euro
  • Contributi sul reddito tra 46.123 e 76.872 euro: (76.872 - 46.123) × 24,19% = 7.438,32 euro
  • Totale contributi annui: 21.984,24 euro

Da notare che, nonostante il reddito sia di 90.000 euro, i contributi si calcolano solo fino al massimale di 76.872 euro. L'incidenza effettiva dei contributi sul reddito totale scende al 24,43%.

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