I premi di risultato rappresentano una retribuzione aggiuntiva riconosciuta in busta paga ai dipendenti solo se si raggiungono determinati obiettivi produttivi e di crescita. L'erogazione in busta paga dei premi di produttività è soggetta a tassazione. A differenza del premio di risultato, i fringe benefits sono servizi, beni e prestazioni per i dipendenti riconosciuti in natura o sotto forma di rimborso e che hanno una tassazione differente rispetto ai premi di risultato e ne sono del tutto esenti entro determinate soglie.
Quali sono le differenze tra premi di risultato e fringe benefit e come incidono sulle buste paga dei lavoratori? Si sente spesso parlare di premi di risultato, anche noti come premi produttività, nonché di fringe benefit per i lavoratori, dipendenti e pubblici, e c’è chi li confonde e chi sa bene che con gli uni o gli altri gli stipendi cambiano, aumentando.
I premi di risultato rappresentano una retribuzione aggiuntiva riconosciuta in busta paga ai dipendenti solo al sussistere di specifiche condizioni.
Si tratta, infatti, di un pagamento che le aziende o le imprese e gli entri, a discrezioni, decidono di effettuare se sono stati raggiungiti determinati obiettivi produttivi e di crescita.
L'erogazione in busta paga dei premi di produttività è soggetta ad una particolare tassazione.
A differenza del premio di risultato, i fringe benefit, sempre a discrezione di aziende e datori di lavoro, non sono retribuzioni aggiuntive che vengono pagate solo in certi casi ma si tratta di servizi, beni e prestazioni per i dipendenti riconosciuti in natura o sotto forma di rimborso e non erogati direttamente in busta paga.
Tali prestazioni hanno una tassazione differente rispetto ai premi di risultato e ne sono del tutto esenti entro determinate soglie.
La Manovra Finanziaria 2025 ha confermato la tassazione al 5% per i premi di produttività riconosciuti ai dipendenti, confermando, dunque, quanto già deciso lo scorso anno.
Ciò significa che sui primi 3 mila euro di premio, l’imposta Irpef e le addizionali regionali e comunali pari al 10% saranno ancora ridotte al 5% ma non per tutti.
Possono, infatti, beneficiare dello sconto solo coloro che nell'anno precedente a quello di erogazione del premio, cioè nel 2023, hanno percepito un reddito da lavoro dipendente entro gli 80 mila euro.
Per esempio, se un dipendente riceve un premio di 2mila euro lordi, considerando l’imposta al 5% e i contributi previdenziali al 31%, l’importo netto che ottiene in busta paga risulta di 1.280 euro. In generale, e mediamente, possiamo dire che gli aumenti in busta paga per effetto dei primi di risultati possono superare, e anche non poco, i mille euro.
Anche il riconoscimento dei fringe benefit influisce sugli stipendi dei lavoratori. Si tratta di beni e servizi per i dipendenti come, per esempio, i buoni pasto, i buoni carburante, i cellulari, i computer e le auto aziendali., le polizze e premi assicurativi extraprofessionali, ma anche i contributi per il pagamento delle bollette, i buoni regalo e le gift card.
I fringe benefit sono esenti da tassazione per un importo fino a mille euro (dai precedenti 258,23 euro) per tutti i lavoratori dipendenti. L’importo sale a 2mila euro per i dipendenti con figli fiscalmente a carico.
Quest’anno rientra tra fringe benefit anche il pagamento dell'affitto per i neoassunti che decidono di spostare la residenza di oltre 100 chilometri. La misura interesserebbe i lavoratori dipendenti assunti dal primo gennaio prossimo e con un reddito fino a 35mila euro nell’anno d’imposta precedente all’assunzione.
Il beneficio sarà riconosciuto nel limite annuo di 5.000 euro, per due anni, a partire dalla data di assunzione e contribuirà ad aumentare il reddito di un dipendente.
Anche per effetto dei fringe benefit, gli stipendi dei dipendenti aumentano e anche fino a 2mila euro e anche oltre per i dipendenti che per lavorare si allontanano da casa.