Il lavoro stagionale costituisce una componente imprescindibile del mercato del lavoro italiano, particolarmente rilevante nei settori agricolo, turistico e dei servizi. Nel 2025, a seguito delle recenti riforme legislative e delle misure di sostegno alla famiglia e ai lavoratori promosse dal governo, è essenziale chiarire quali agevolazioni e strumenti di tutela economica non vengono meno per chi intraprende un’attività con contratto stagionale. Comprendere il quadro aggiornato permette di prendere decisioni informate, individuare opportunità di integrazione al reddito, e garantire la protezione delle fasce più deboli del mercato occupazionale, in particolare nuclei familiari con figli e residenti nelle aree meridionali.
Il contratto stagionale, regolamentato dal D.Lgs. 81/2015 e secondo la giurisprudenza più aggiornata, è una forma a tempo determinato applicabile a lavori che si svolgono solo in certi periodi dell’anno, come definiti dalla legge (DPR 1525/1963) o dal contratto collettivo nazionale. Oltre alla gestione speciale della durata e delle proroghe e l’esclusione del “contingentamento”, il lavoratore stagionale gode dei medesimi diritti dei lavoratori ordinari: ferie, permessi, trattamento economico per malattia, TFR, sicurezza e salute, nonché diritto di precedenza su eventuali nuove assunzioni a tempo determinato nelle stesse mansioni nell’azienda.
Le attività stagionali includono, ma non si limitano a: raccolta e lavorazione di prodotti agricoli, attività turistiche, fiere, spettacoli estivi, lavorazioni alimentari collegate a cicli produttivi, attività di balneazione e cura, manifestazioni ed eventi periodici, spalatura neve, messa in opera di impianti temporanei. L’elenco completo è visionabile sul sito del Ministero del Lavoro e viene integrato dai contratti collettivi di riferimento.
Le imprese che assumono personale stagionale nel 2025 accedono a numerosi vantaggi previsti da normative nazionali e comunitarie. Le principali misure attive comprendono:
Chi accede a un rapporto lavorativo stagionale non perde automaticamente il diritto ad alcune importanti prestazioni economiche, che rappresentano un punto di riferimento nel bilancio familiare. Di seguito, una panoramica aggiornata per l’anno corrente.
Dal 2024, il Reddito di cittadinanza è stato in gran parte sostituito dall’Assegno di inclusione e dal Supporto per la formazione e il lavoro. Per i beneficiari di questi strumenti, il lavoro stagionale non determina la perdita automatica del beneficio, purché il reddito derivante non superi i limiti ISEE e reddituali fissati dalle norme attuali per il nucleo familiare. In caso di assunzione come lavoratore stagionale, l’importo percepito come assegno può essere sospeso per la durata del contratto fino a sei mesi e riprendere successivamente, o continuare in forma ridotta come integrazione al reddito.
L’indennità di disoccupazione NASpI rappresenta un’ancora di tutela per i lavoratori stagionali. Secondo la normativa in vigore per il 2025, percepire la NASpI è compatibile con l’assunzione stagionale, purché sia rispettato il limite di reddito annuale previsto (5.000 euro) e sia data tempestiva comunicazione all’INPS entro 30 giorni dall’inizio del rapporto. Al superamento di tale soglia, l’indennità viene sospesa per la durata dell’impiego e riprende, senza penalizzazioni, al termine del contratto stagionale, se persistono i requisiti. I lavoratori stagionali in disoccupazione possono inoltre accedere nuovamente alla NASpI al termine del rapporto, secondo requisiti ricalibrati dalla Legge di Bilancio 2025: almeno 13 settimane di contribuzione nei 12 mesi precedenti la cessazione.
Il nuovo assegno unico universale per i figli a carico resta compatibile in ogni caso con il lavoro stagionale, sia per lavoratori dipendenti che autonomi, occasionali o disoccupati. L’importo dell’assegno può variare in funzione dell’ISEE che tiene conto del nuovo reddito da lavoro stagionale maturato. Tuttavia, in nessuna circostanza la percezione dell’assegno viene meno a seguito di impiego stagionale, garantendo continuità di sostegno alle famiglie.
Per ulteriori dettagli sugli strumenti di tutela e sui casi particolari, si consiglia la consultazione del sito INPS e delle risorse ufficiali del Ministero del Lavoro.