Non tutti coloro che decidono di entrare nel mondo della Pubblica Amministrazione per lavorare possono in realtà realizzare tale desiderio perchè non tutti possono partecipare ai concorsi pubblici per accedervi.
La strada per entrare nella P.A. è, infatti, solo quella del concorso pubblico: solo se vi si partecipa e si risulta vincitori, allora si diventa dipendente pubblico. Ci sono, però, dei motivi che escludono alcune persone dalla partecipazione ai concorsi.
Requisiti generali per partecipare ai concorsi pubblici e lavorare nella Pubblica Amministrazione
La normativa in vigore stabilisce una serie di criteri per poter partecipare ai bandi di concorso per le amministrazioni pubbliche e comprendono:
- Età minima: è generalmente richiesta la maggiore età (18 anni), mentre limiti massimi sono stati aboliti, salvo deroghe specifiche per particolari settori come Forze Armate o Polizia.
- Cittadinanza: l’accesso è riservato a cittadini italiani, cittadini europei e, in diversi casi, cittadini extra-UE con permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo o con riconoscimento dello status di rifugiato.
- Titolo di studio: occorre possedere il titolo indicato nel bando, che varia in funzione del profilo ricercato (licenza media, diploma, laurea, abilitazioni professionali, ecc.) e spesso include anche l’equipollenza dei titoli conseguiti all’estero.
- Godimento dei diritti civili e politici: è fondamentale non essere stati privati del diritto di voto o di eleggibilità.
- Idoneità fisica all’impiego: viene valutata tramite accertamenti medici e riguarda la capacità di svolgere le mansioni specifiche previste dalla posizione.
- Assenza di cause di esclusione penale: il candidato non deve essere destinatario di sentenze di condanna che comportino interdizione dai pubblici uffici.
I principali motivi e cause di esclusione dai concorsi pubblici
I motivi e le cause che non permettono la partecipazione ai concorsi pubblici possono derivare sia da inadempienze formali sia da circostanze sostanziali, come:
- Mancanza di requisiti generali o specifici previsti dal bando (ad es. cittadinanza, titoli di studio non adeguati, limiti anagrafici dove previsti).
- Inefficacia o irregolarità nella compilazione o nella trasmissione della domanda di partecipazione.
- Condizioni di incompatibilità (inclusi incarichi già ricoperti presso altri enti pubblici non compatibili con la nuova posizione).
- Giudizi di inidoneità fisica, sanitaria o psico-attitudinale.
- Condanne penali ostative, misure interdittive o pendenze giudiziarie non dichiarate.
- Mancato rispetto delle procedure di anonimato nelle prove o violazioni gravi delle regole concorsuali.
Mancato possesso dei requisiti fondamentali: titoli di studio, età, cittadinanza
Una delle principali motivazioni di esclusione dalle selezioni pubbliche riguarda la mancanza dei requisiti principali. Tra questi spiccano:
Errori formali e irregolarità nella domanda di partecipazione
Tra le cause frequenti di esclusione vi sono anche:
- Omissioni nella documentazione obbligatoria (es. mancata firma del curriculum vitae oppure assenza di allegati richiesti come certificazioni o autocertificazioni).
- Compilazione di dati anagrafici o titoli in modo incompleto o incongruente rispetto ai dettami del bando.
- Mancata osservanza di scadenze o modalità per l’invio delle domande (per esempio inoltro su piattaforme diverse da quella prescritta o oltre i termini fissati).
Cause di incompatibilità e inidoneità sanitaria o psico-attitudinale
Un altro aspetto che può impedire la partecipazione è rappresentato dalla presenza di condizioni di incompatibilità soggettiva o da giudizi di inidoneità fisica e psico-attitudinale. In particolare:
- Incompatibilità con incarichi pubblici: alcune posizioni sono incompatibili con altre funzioni già ricoperte, sia per tutela della trasparenza sia per conflitti di interesse.
- Inidoneità sanitaria: la verifica delle condizioni fisiche è obbligatoria per quasi tutte le procedure e richiede parametri minimi di idoneità, definiti dalle norme vigenti e spesso dal profilo professionale. Limitazioni parziali possono dar luogo a soluzioni alternative solo se previste dalla normativa specifica.
- Giudizi psico-attitudinali negativi: molto comuni nei concorsi militari, di pubblica sicurezza o nei settori della sanità, la non idoneità viene dichiarata qualora la personalità o la situazione psicologica del candidato sia stata valutata non corrispondente al profilo atteso.
In caso di giudizio negativo è possibile, in determinate circostanze, proporre contestazioni o ricorso amministrativo qualora si ravvisino vizi di motivazione o irregolarità nell’iter di valutazione.
Condanne penali e procedimenti giudiziari: impatti e dichiarazioni obbligatorie
Avere una posizione penale pulita, senza alcun provvedimento ostativo, è un requisito consolidato nell’accesso alle posizioni pubbliche. Rappresentano cause di esclusione:
- Condanne definitive per reati che comportano interdizione dai pubblici uffici o la perdita della capacità di contrarre con la Pubblica Amministrazione.
- Misure di sicurezza o preventive che limitano la libertà personale o diritti politici.
- Procedimenti penali in corso che, a giudizio dell’ente, siano rilevanti rispetto alla posizione da ricoprire. È obbligatorio dichiarare nella domanda sia le condanne definitive che le pendenze giudiziarie rilevanti.
È prevista facoltà di partecipare qualora sia intervenuta la riabilitazione penale, ma la mancata dichiarazione o l’omessa segnalazione di procedimenti possono causare l’esclusione automatica e, in caso di false dichiarazioni, produrre responsabilità penale.
Procedure di ricorso e tutela dei diritti in caso di esclusione
Qualora si ritenga di essere stati esclusi ingiustamente o che siano state commesse irregolarità nella procedura, è possibile attivare strumenti di tutela giuridica, sintetizzati come segue:
- Ricorso amministrativo o giudiziale presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) competente entro 60 giorni dalla comunicazione dell’esclusione.
- Richiesta di accesso agli atti della procedura per verificare la correttezza delle valutazioni e identificare eventuali vizi.
- Istanza di autotutela consente di chiedere all’ente una revisione della propria posizione sulla base di elementi nuovi o errori evidenti, prima dell’avvio del contenzioso.
- Possibilità di sanare errori formali: in alcune ipotesi, l’amministrazione può attivare il "soccorso istruttorio" per consentire la regolarizzazione della domanda qualora gli errori non siano sostanziali e non pregiudichino la par condicio tra i concorrenti.