Il voto dell’esame di Stato rappresenta, storicamente, uno degli indicatori del percorso formativo degli studenti italiani. Nell’ambito della selezione per i concorsi pubblici, la votazione conseguita al termine delle scuole superiori è spesso oggetto di dibattito e richiesta di chiarimenti.
Il voto minimo di maturità richiesto per i concorsi pubblici: normativa e principi
Nell’ordinamento italiano, i requisiti per partecipare ai concorsi pubblici sono disciplinati da leggi generali e da regolamenti specifici per ciascun bando. Non è, però, più prevista una soglia minima di voto di maturità come criterio di accesso. Di conseguenza, la sufficienza, ossia 60/100, costituisce la base legale per la validità del diploma e consente la partecipazione a qualsiasi bando ordinario della Pubblica Amministrazione.
- Principio di non discriminazione: I bandi non possono stabilire barriere all’accesso in base al punteggio del diploma.
- Requisiti generali: Rimangono in vigore altri requisiti come cittadinanza italiana, assenza di condanne penali e idoneità psico-fisica, non correlati al voto di maturità.
Casi particolari ed eccezioni: quando il voto conta nei concorsi pubblici
Sebbene la normativa generale abbia eliminato l’obbligo di una soglia minima, esistono situazioni particolari in cui il voto può ancora assumere rilievo. Alcune amministrazioni, di fronte a
un numero elevatissimo di candidature, introducono sistemi di preselezione basati su fasce di voto. In tali casi, non si tratta di un
requisito di ammissibilità, ma di un criterio per attribuire punteggio differenziato nella prima valutazione.
- Le fasce possono variare (ad es. 60-70/100, 71-85/100, 86-100/100), con corrispondenti punteggi addizionali.
- L’utilizzo di questo metodo è lecito solo come modalità di selezione preliminare e non può precludere la partecipazione ai candidati con il solo diploma valido.
- Casi eccezionali possono riguardare settori particolarmente regolamentati o concorsi per posizioni ad alta responsabilità, nei quali si può richiedere una soglia minima per motivi motivati e circostanziati, ma si tratta di una minoranza.
Attribuzione del punteggio di maturità nelle graduatorie dei concorsi
La partecipazione è aperta a tutti i diplomati, ma per
quanto vale il voto nella graduatoria, occorre distinguere tra concorsi pubblici generici e procedure in cui il titolo di studio è valutato come
titolo d’accesso e come
titolo di merito.
Modalità di valutazione |
Effetto sulla graduatoria |
Solo titolo di accesso |
Non incide; non viene attribuito alcun punteggio aggiuntivo |
Titolo valutato come merito |
Attribuzione di punteggio secondo la fascia di voto |
Nei bandi con molti candidati, la valutazione del voto di maturità può essere utilizzata come elemento per formare una graduatoria provvisoria. Ad esempio:
- Un diploma con 60/100 può comportare un punteggio inferiore rispetto a un 100/100, se il bando prevede attribuzione di punti sulla base delle fasce.
- Nei concorsi in cui i titoli sono valutati, la differenza di punteggio tra un voto minimo e uno massimo è generalmente modesta, ma può risultare rilevante in casi di parità.
Per ogni procedura va esaminato il bando, che specifica dettagliatamente se il titolo viene computato in graduatoria e secondo quali criteri.
La situazione specifica di Poste Italiane: voto minimo richiesto e implicazioni per la graduatoria
Un caso particolare è rappresentato dalle procedure di selezione di Poste Italiane. Attualmente, per candidarsi come portalettere è richiesto il diploma di scuola superiore con un voto minimo di 70/100. Per i laureati, il requisito prevede una votazione minima di 102/110.
- Questa soglia ha subito diverse modifiche negli ultimi anni e la sua applicazione è soggetta a revisioni periodiche da parte dell’azienda.
- La richiesta di un punteggio minimo nasce dall’esigenza di selezionare candidati che abbiano dimostrato buone capacità scolastiche, ma non rappresenta una condizione prevista per i concorsi pubblici di tipo ministeriale o presso enti locali.
- Le graduatorie di Poste Italiane applicano generalmente un sistema di punteggio a fasce, in cui un voto inferiore a 70/100 comporta esclusione dalla selezione.
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