Anche il prossimo anno 2025 i dipendenti privati pagano una serie di tasse che incidono sugli importi realmente percepiti, come Irpef nazionale, addizionali locali, cioè Irpef regionale e comunale, le solite tasse dovute nei casi di possesso o affitto di immobili, come Imu e Tari. E ad incidere, in meglio o peggio, sui loro stipendi ci sono anche altre misure non propriamente rientranti nelle tasse ma che comunque incidono sulla tassazione per i dipendenti.
Quali tasse ci sono nel 2025 per i dipendenti privati e come cambiano? Si prospettano diverse novità in termini fiscali per i dipendenti privati il prossimo anno. Il governo, con la nuova Manovra finanziaria, sta infatti rivedendo alcune tasse, mentre per altre saranno le singole realtà locali a decidere. Vediamo allora quali sono le novità che si prospettano, in meglio e in peggio, e quanto incideranno
Per il 2025 il governo ha confermato lo schema di tassazione dell’Irpef a tre aliquote ma si resta in attesa di capire se la seconda aliquota al 35% per i redditi compresi tra 28mila e 50mila euro si potrà ridurre di due punti percentuali, arrivando al 33%, e per redditi fino a 60 mila, ampliando dunque di ulteriori 10mila euro la soglia.
Il governo ha spiegato che il futuro della modifica dipenderà dai proventi del concordato fiscale biennale e se saranno abbastanza da permetterlo. Bisogna attendere il prossimo 31 ottobre per saperlo.
Se sarà attuata la modifica, per i dipendenti privati appartenenti al ceto medio le tasse da pagare si abbasseranno.
E’ stato confermato il taglio del cuneo fiscale per aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti che, però, dal prossimo anno cambia modulazione.
Non ci sarà più, infatti, uno sgravio contributivo del 7% per chi ha redditi fino a 25mila euro e del 6% per i redditi tra 25mila e 35mila euro.
Nel 2025, la misura dovrebbe essere modulata così come attualmente previsto per i redditi fino a 20mila euro, con un aumento della detrazione fiscale per il lavoro dipendente per chi prende redditi annui fino a 35mila euro, e con una graduale riduzione delle tasse per i lavoratori che hanno redditi superiori ai 35mila euro ed entro i 40mila euro.
Ciò significa che anche per i dipendenti privati che superano i 35mila euro annui (ma restano entro i 40mila euro) ci saranno miglioramenti per quanto riguarda i benefici sulla tassazione.
Incideranno probabilmente in maniera negativa sugli stipendi dei dipendenti privati le addizionali locali, vale a dire Irpef regionale e comunale.
Molte regioni stanno, infatti, ancora decidendo se aumentarle o meno, mentre alcune le hanno già incrementate, andando così ulteriormente a pesare sulle retribuzioni dei lavoratori.
In altre ancora, invece, dopo gli aumenti degli ultimi anni dell’addizionale Irpef, probabilmente resterà inalterata ma sarà aumentata l’Irap, imposta regionale sulle attività produttive.
Non rientrano propriamente nella tassazione a carico dei lavoratori, ma incidono comunque sulle tasse dei dipendenti anche i fringe benefit e i premi produttività.
Per i primi è stata confermata la soglia esentasse fino a mille euro per tutti i dipendenti privati e si sale fino a 2mila euro per i lavoratori con figli a carico, mentre per i secondi è stata confermata la tassazione ridotta dal 10% al 5% sui primi 3 mila euro e per chi ha redditi inferiori a 80mila euro annui.
Per i dipendenti privati, così come per i pensionati, ci sono da considerare poi le altre tasse che tutti devono pagare, come l’Imu sul possesso degli immobili, per cui il prossimo anno sono già previsti aumenti e che quindi cambierà in peggio, o la Tari sui rifiuti, per cui bisogna capire cosa decideranno i singoli Comuni relativamente alle aliquote da applicare per il calcolo.
Molto probabilmente, però, come per l’addizionale regionale o l’Imu anche per la Tari ci saranno nuovi aumenti.